Scrutatio

Venerdi, 10 maggio 2024 - San Giobbe ( Letture di oggi)

Giobbe 41


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DIODATIVULGATA
1 Trarrai tu fuori il leviatan con l’amo, O con una fune che tu gli avrai calata sotto alla lingua?1 Non quasi crudelis suscitabo eum :
quis enim resistere potest vultui meo ?
2 Gli metterai tu un uncino al muso? Gli forerai tu le mascelle con una spina?2 Quis ante dedit mihi, ut reddam ei ?
omnia quæ sub cælo sunt, mea sunt.
3 Userà egli molti preghi teco? Ti parlerà egli con lusinghe?3 Non parcam ei, et verbis potentibus,
et ad deprecandum compositis.
4 Patteggerà egli teco, Che tu lo prenda per servo in perpetuo?4 Quis revelabit faciem indumenti ejus ?
et in medium oris ejus quis intrabit ?
5 Scherzerai tu con lui, come con un uccello? E lo legherai tu con un filo, per darlo alle tue fanciulle?5 Portas vultus ejus quis aperiet ?
per gyrum dentium ejus formido.
6 I compagni ne faranno essi un convito? Lo spartiranno essi fra i mercatanti?6 Corpus illius quasi scuta fusilia,
compactum squamis se prementibus.
7 Gli empirai tu la pelle di roncigli, E la testa di raffi da pescare?7 Una uni conjungitur,
et ne spiraculum quidem incedit per eas.
8 Pongli pur la mano addosso, Tu non ricorderai mai più la guerra.8 Una alteri adhærebit,
et tenentes se nequaquam separabuntur.
9 Ecco, la speranza di pigliarlo è fallace; Anzi l’uomo non sarà egli atterrato, solo a vederlo?9 Sternutatio ejus splendor ignis,
et oculi ejus ut palpebræ diluculi.
10 Non vi è alcuno così feroce, che ardisca risvegliarlo; E chi potrà presentarsi davanti a me?10 De ore ejus lampades procedunt,
sicut tædæ ignis accensæ.
11 Chi mi ha prevenuto in darmi cosa alcuna? ed io gliela renderò; Quello che è sotto tutti i cieli è mio.11 De naribus ejus procedit fumus,
sicut ollæ succensæ atque ferventis.
12 Io non tacerò le membra di quello, Nè ciò ch’è delle sue forze, nè la grazia della sua disposizione.12 Halitus ejus prunas ardere facit,
et flamma de ore ejus egreditur.
13 Chi scoprirà il disopra della sua coverta? Chi verrà a lui con le sue doppie redini?13 In collo ejus morabitur fortitudo,
et faciem ejus præcedit egestas.
14 Chi aprirà gli usci del suo muso? Lo spavento è d’intorno a’ suoi denti.14 Membra carnium ejus cohærentia sibi :
mittet contra eum fulmina, et ad locum alium non ferentur.
15 I suoi forti scudi sono una cosa superba; Son serrati strettamente come con un suggello.15 Cor ejus indurabitur tamquam lapis,
et stringetur quasi malleatoris incus.
16 L’uno si attiene all’altro, Talchè il vento non può entrar per entro.16 Cum sublatus fuerit, timebunt angeli,
et territi purgabuntur.
17 Sono attaccati gli uni agli altri, ed accoppiati insieme, E non possono spiccarsi l’uno dall’altro.17 Cum apprehenderit eum gladius, subsistere non poterit,
neque hasta, neque thorax :
18 I suoi starnuti fanno sfavillar della luce, E i suoi occhi son simili alle palpebre dell’alba.18 reputabit enim quasi paleas ferrum,
et quasi lignum putridum æs.
19 Della sua gola escono fiaccole, Scintille di fuoco ne sprizzano.19 Non fugabit eum vir sagittarius :
in stipulam versi sunt ei lapides fundæ.
20 Delle sue nari esce un fumo, Come d’una pignatta bollente, o d’una caldaia.20 Quasi stipulam æstimabit malleum,
et deridebit vibrantem hastam.
21 L’alito suo accende i carboni, E fiamma esce della sua bocca.21 Sub ipso erunt radii solis,
et sternet sibi aurum quasi lutum.
22 La possa alberga nel suo collo, E la doglia tresca davanti a lui.22 Fervescere faciet quasi ollam profundum mare,
et ponet quasi cum unguenta bulliunt.
23 Le polpe della sua carne son compresse; Egli ha la carne addosso soda, e non tremola punto.23 Post eum lucebit semita :
æstimabit abyssum quasi senescentem.
24 Il cuor suo è sodo come una pietra, E massiccio come un pezzo della macina disotto.24 Non est super terram potestas quæ comparetur ei,
qui factus est ut nullum timeret.
25 I più forti e valenti hanno paura di lui, quando egli si alza; E si purgano de’ lor peccati, per lo gran fracasso.25 Omne sublime videt :
ipse est rex super universos filios superbiæ.
26 Nè la spada di chi l’aggiungerà potrà durare, Nè l’asta, nè lo spuntone, nè la corazza:
27 Egli reputa il ferro per paglia, E il rame per legno intarlato.
28 La saetta non lo farà fuggire; Le pietre della frombola si mutano inverso lui in istoppia.
29 Gli ordigni son da lui riputati stoppia; Ed egli si beffa del vibrare dello spuntone.
30 Egli ha sotto di sè de’ testi pungenti; Egli striscia come una trebbia di ferro in sul pantano.
31 Egli fa bollire il profondo mare come una caldaia; Egli rende il mare simile a una composizione d’unguentaro.
32 Egli fa rilucere dietro a sè un sentiero, E l’abisso pare canuto.
33 Non vi è alcuno animale in su la terra che gli possa essere assomigliato, Che sia stato fatto per esser senza paura.
34 Egli riguarda ogni cosa eccelsa, Ed è re sopra tutte le più fiere belve