Scrutatio

Sabato, 10 maggio 2025 - San Giobbe ( Letture di oggi)

Epistola di Santo Paulo alli Romani 14


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BIBBIA VOLGAREBIBBIA MARTINI
1 E ricevete l'uomo che non è fermo nella fede, non in le defensioni de' pensieri.1 Porgete la mano a colui, che è debole di fede, non disputando delle opinioni.
2 Chè un altro si crede mangiare tutte le cose; ma quello ch' è infermo manduca dell' erbe.2 Imperocché uno crede di mangiare qualunque cosa: quegli poi che è debole, mangi degli erbaggi.
3 E quelli che manduca non abbia a schifo colui che non manduca; e quelli che non manduca non giudichi quello che manduca; Dio adunque l'uno e l'altro ha ricevuto (alla fede).3 Colui, che mangia, non dispregi colui, che non mangia: e colui che non mangia, non condanni uno, che mangia: perché Dio lo ha preso per se.
4 E tu [chi se'] che giudichi l'altrui servo? ch' egli al suo signore sta ritto, o ch' egli cade? ma egli pur sta dritto; chè Dio è potente di rifermare colui.4 Chi se' tu, che condanni il servo altrui? Egli sta ritto, o cade pel suo padrone: ma egli starà ritto: perché potente è Dio per sostenerlo.
5 E viene uno, e giudica il dì intra il dì; e un altro giudica tutto il dì; e ciascuno abbonda nel suo senno.5 Imperocché uno distingue tra giorno, e giorno: un altro poi tutti i giorni confonde: ognuno segua il proprio parere.
6 Imperò che chi cognosce il dì, per Dio il cognosce; e quelli che manduca, all' onore di Dio manduca....; e quelli che non manduca, non mangia per onore di Dio, e referisce grazie a Dio.6 Chi tien conto di un giorno, ne tien conto per amor del padrone. E chi mangia, mangia pel padrone: imperocché rende grazie a Dio. E chi non mangia, non mangia pel padrone, e a Dio rende grazie.
7 E niuno di noi vive a sè, e niuno muore a sè.7 Imperocché niuno di noi per se medesimo vive, e niuno per se muore.
8 Chè se noi viviamo, a Dio viviamo; e se noi moriamo, a Dio moriamo; imperò che se noi viviamo, e se noi moriamo, del Signore siamo.8 Imperocché se viviamo, viviamo per il padrone: se muoiamo, muoiamo per il padrone. O muoiamo adunque, o viviamo, siamo del padrone.
9 Per questo fu morto Cristo e resuscitò, per signoreggiare li vivi e li morti.9 Imperocché Cristo ed è morto, ed è risuscitato, alfine di essere Signore dei vivi, e de' morti.
10 Ma tu perchè giudichi il tuo fratello? e perchè l'hai a schifo? Chè tutti staremo, dinanzi alla sedia di Cristo, al giudicio.10 Ma tu perché giudichi il tuo fratello? ovvero perché disprezzi il tuo fratello? Imperocché tutti compariremo davanti al tribunale di Cristo.
11 Ed è scritto e dice il Signore: sì come io vivo, così ogni ginocchio s' inchinerà a me, e ogni lingua si confesserà al Signore.11 Conciossiachè sta scritto: Vivo io, dice il Signore, a me piegherassi ogni ginocchio: e tutte le lingue confesseranno Dio.
12 Adunque (sappiate questo, che) ciascuno renderà ragione a Dio delli suoi fatti.12 Ognun di noi adunque renderà di se conto a Dio.
13 Adunque non giudichiamo l'un altro; ma questo guardate, che non offendiate il vostro fratello, e non faccia uno all'altro scandolo.13 Non ci giudichiamo adunque più gli uni gli altri: ma piuttosto vostra sentenza sia, che non ponghiate inciampo, o scandalo al fratello.
14 Che io so, e ho speranza nel Signore Iesù, che niuna cosa il mio fratello non fa, che sia sozza.14 Io so, ed ho fidanza nel Signore Gesù, che non v' ha cosa impura di per se stessa, eccetto che per chi tiene, che una cosa è impura, per lui ella è impura.
15 Chè certo, se tu contristi e fai scandolo al tuo fratello per alcuno cibo, tu già non vai per la via della carità; non perdere, per tuo cibo, colui per il qual Cristo fu morto.15 Ma se per un cibo il tuo fratello resta conturbato, già tu non cammini secondo la carità. Non volere per il tuo cibo mandar in rovina uno, per cui è morto Cristo.
16 Adunque non sia detto male del nostro bene.16 Non sia adunque bestemmiato il bene nostro.
17 Chè il regno di Dio non è mangiare nè beveraggio; ma è giustizia e pace, e allegrezza nel Spirito Santo.17 Imperocché il regno di Dio non è cibo, e bevanda: ma giustizia, e pace, e gaudio nello Spirito santo:
18 E quelli che in queste cose serve a Dio, quelli piace a Cristo, ed è lodato da tutti.18 Imperocché chi in queste cose serve a Cristo, piace a Dio ed è approvato dagli uomini.
19 Adunque seguitiamo quelle cose che son di pace; e guardiamo di far uno all' altro quelle cose che si pertengono a edificazione.19 Attenghiamoci adunque a ciò, che giova alla pace: e osserviamo quello, che fa per la mutua edificazione.
20 E non vogliamo distruggere l'opera di Dio per nostro mangiare; chè per certo tutte le cose. son monde (a coloro che son mondi e netti), e male si è a colui che manduca per offendimento.20 Non volere per un cibo distruggere l'opera di Dio. Tutte le cose veramente sono monde: fa però male, un uomo, che mangia con iscandalo.
21 E meglio è non manducare [carne], e bere vino, o altra cosa per la quale il tuo fratello possa avere scandolo, ovver fievolezza di fede.21 Bene stadi non mangiar carne, a di non ber vino, né cosa per cagion della quale il tuo fratello inciampa, od è scandalizzato, o si indebolisce.
22 Che se tu hai fede, appo te medesimo abbi dinanzi da Dio; e beato colui il qual non giudica sè medesimo contra quelle cose che Dio dona.22 Tu hai la fede? Abbila presso di te dinanzi a Dio; beato chi non condanna se stesso in quello, che elegge.
23 E quelli che manduca quella cosa della quale egli ha conscienza, sì è dannato; chè non è quella cosa di fede. E ogni cosa che non è di fede, peccato.23 Ma chi fa distinzione, se mangia, è condannato: perché non secondo la fede. Or tutto quello, che non è seconda la fede è peccato.