1 Dopo queste cose, essendo la festa di Dio, e Tobia avendo apparecchiato uno grande desinare in casa sua, | 1 Durante il regno di Assaraddon ritornai a casa mia e mi furono ridati la moglie Anna e il mio figlio Tobia. Alla nostra festa di Pentecoste, che è la festa delle Settimane, mi prepararono un lauto pranzo e mi misi a tavola: |
2 disse al suo figliuolo: vae, e mena alquanti uomini della nostra tribù, i quali temano Iddio, acciò che mangino con esso noi. | 2 la tavola era imbandita di varie vivande. Dissi a mio figlio Tobia: "Figlio, va' a vedere se incontri qualche povero fra i compatrioti deportati a Ninive, qualcuno che con tutto il cuore si ricordi del Signore, e conducilo perché pranzi insieme con noi. Ti aspetto, figlio, fino al tuo ritorno". |
3 Ed essendo ito e tornato, nunciò al padre, dicendo uno de' figliuoli d' Israel sì è nella piazza morto. Onde egli si mosse tosto del suo luogo, lasciando il convito; e digiuno pervenne al corpo. | 3 Tobia uscì in cerca di un povero tra i nostri fratelli. Di ritorno disse: "Padre!" Gli risposi: "Ebbene, figlio mio?". Mi rispose: "Padre, hanno assassinato uno della nostra gente e l'hanno gettato sulla piazza. L'hanno strangolato solo un momento fa". |
4 E togliendolo celatamente, il portoe a casa sua, acciò che quando il sole fosse tramontato, il seppellisse. | 4 Allora feci un salto lasciando il pranzo intatto, tolsi il corpo dalla piazza, lo deposi in una camera onde seppellirlo al tramonto del sole. |
5 E da poi ch' egli ebbe nascoso il corpo, manicoe del pane con pianto e con tremore, | 5 Ritornato a casa, feci un bagno e presi il pasto con tristezza |
6 ricordandosi di quello sermone che Iddio avea detto per bocca d' Amos profeta: i dì delle vostre feste si convertiranno in lamento e in pianto. | 6 ricordando la frase del profeta Amos contro Betel: "Si cambieranno le vostre feste in lutto, tutti i vostri canti in lamento". E piansi. |
7 E quando il sole fu tramontato, ed egli andò e seppellillo. | 7 Quando poi tramontò il sole, andai a scavare una fossa e lo seppellii. |
8 Onde tutti i suoi parenti (e amici) sì lo riprendeano, e diceano: tu fosti condannato ad esser morto per questa cagione, e a pena iscampasti dalla morte; e ancora tu seppellisci i morti? | 8 I miei vicini mi deridevano dicendo: "Non ha più paura! Proprio per questo motivo lo hanno già ricercato per ucciderlo ed è fuggito; ora eccolo di nuovo a seppellire i morti". |
9 Ma Tobia, temendo Iddio più che il re, togliea i corpi morti, e nascondevagli in casa sua; e poi di mezza notte gli seppelliva. | 9 In quella notte, dopo il bagno, entrai nel mio cortile e mi addormentai lungo il muro del cortile con la faccia scoperta a causa del caldo. |
10 Onde egli avvenne che essendo uno dì (Tobia) affaticato per cagione delle sepolture, sì tornò a casa sua, e gittossi a lato ad una pariete, e addormentossi. | 10 Non sapevo che sopra di me sul muro c'erano dei passeri; i loro escrementi ancora caldi caddero sui miei occhi e mi produssero delle macchie bianche; mi rivolsi ai medici per curarmi, però quanto più unguenti mi applicavano, tanto più mi si oscuravano gli occhi per le macchie bianche, fino a perdere completamente la vista. Rimasi cieco per quattro anni; tutti i miei parenti ne ebbero pena. Achikar provvide al mio sostentamento durante i due anni che precedettero la sua partenza per l'Elimaide. |
11 E sopra gli occhi suoi sì cadè d' uno nido lo sterco della rondine caldo; onde egli per questo divenne cieco. | 11 In quel tempo mia moglie Anna si era data ai lavori domestici per guadagnare denaro. |
12 Veramente Iddio permise che questa tentazione venisse a lui, acciò ch' ello desse esempio di pazienza a quelli che doveano venire dopo lui, sì come fu del santo Iob. | 12 Quando essa consegnava i lavori, i clienti le davano la paga. Ora il sette di marzo, terminato un pezzo di stoffa e inviatolo ai clienti, questi, oltre alla mercede completa, le fecero dono di un capretto per la tavola. |
13 E avvegnadio che insino dalla sua fanciullezza avesse temuto Iddio, e osservati i suoi comandamenti, egli impertanto non si contristoe contra Iddio per la piaga della cecitade la quale gli era venuta. | 13 Quando il capretto entrò da me, cominciò a belare. Chiamata allora la moglie, le dissi: "Da dove viene questo capretto? Non sarà stato rubato? Restituiscilo ai padroni, perché non abbiamo il diritto di mangiare alcuna cosa rubata". |
14 Ma costante istette nel timore di Dio, rendendo esso grazia a Dio tutto il tempo della vita sua. | 14 Essa mi rispose: "Mi è stato dato in sovrappiù della paga". Però io non le credevo e insistevo perché lo restituisse ai proprietari, arrossendo per quello che aveva fatto. Essa mi replicò: "E dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Lo si vede da come sei ridotto". |
15 E siccome i re riprendendo assalivano Iob, così i parenti e gli amici di Tobia (riprendeano e) faceano beffe della vita sua, dicendo: | |
16 dov'è la tua speranza, per la quale tu facevi sacrificii e sepolture? | |
17 Ma Tobia gli riprendea, dicendo: non parlate così; | |
18 però che noi siamo figliuoli di santi, e aspettiamo quella vita la quale darà Iddio a coloro che non mutano mai la loro fede da lui. | |
19 E la sua moglie Anna continuamente s'andava affaticando di fuori a tessere; e della fatica delle sue mani quello guadagno e cibo che potea acquistare, recava a lui. | |
20 Onde avvenne ch' ella arrecoe uno capretto a casa. | |
21 E quando Tobia sentì belare il capretto, sì disse: guardate ch' egli non sia involato; rendetelo a cui egli è; imperciò che non è lecito a noi mangiare o ricevere alcuna cosa di furto. | |
22 A queste cose la moglie adirata rispose: manifestamente la tua speranza è fatta vana, e le tue limosine ora si veggono. | |
23 E in questo modo e per altre parole sì gli rimproverava. | |