Scrutatio

Martedi, 13 maggio 2025 - Beata Vergine Maria di Fatima ( Letture di oggi)

Tobia 2


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1 Dopo queste cose, essendo la festa di Dio, e Tobia avendo apparecchiato uno grande desinare in casa sua,1 Durante il regno di Assaraddon ritornai a casa mia e mi furono ridati la moglie Anna e il mio figlio Tobia. Alla nostra festa di Pentecoste, che è la festa delle Settimane, mi prepararono un lauto pranzo e mi misi a tavola:
2 disse al suo figliuolo: vae, e mena alquanti uomini della nostra tribù, i quali temano Iddio, acciò che mangino con esso noi.2 la tavola era imbandita di varie vivande. Dissi a mio figlio Tobia: "Figlio, va' a vedere se incontri qualche povero fra i compatrioti deportati a Ninive, qualcuno che con tutto il cuore si ricordi del Signore, e conducilo perché pranzi insieme con noi. Ti aspetto, figlio, fino al tuo ritorno".
3 Ed essendo ito e tornato, nunciò al padre, dicendo uno de' figliuoli d' Israel sì è nella piazza morto. Onde egli si mosse tosto del suo luogo, lasciando il convito; e digiuno pervenne al corpo.3 Tobia uscì in cerca di un povero tra i nostri fratelli. Di ritorno disse: "Padre!" Gli risposi: "Ebbene, figlio mio?". Mi rispose: "Padre, hanno assassinato uno della nostra gente e l'hanno gettato sulla piazza. L'hanno strangolato solo un momento fa".
4 E togliendolo celatamente, il portoe a casa sua, acciò che quando il sole fosse tramontato, il seppellisse.4 Allora feci un salto lasciando il pranzo intatto, tolsi il corpo dalla piazza, lo deposi in una camera onde seppellirlo al tramonto del sole.
5 E da poi ch' egli ebbe nascoso il corpo, manicoe del pane con pianto e con tremore,5 Ritornato a casa, feci un bagno e presi il pasto con tristezza
6 ricordandosi di quello sermone che Iddio avea detto per bocca d' Amos profeta: i dì delle vostre feste si convertiranno in lamento e in pianto.6 ricordando la frase del profeta Amos contro Betel: "Si cambieranno le vostre feste in lutto, tutti i vostri canti in lamento". E piansi.
7 E quando il sole fu tramontato, ed egli andò e seppellillo.7 Quando poi tramontò il sole, andai a scavare una fossa e lo seppellii.
8 Onde tutti i suoi parenti (e amici) sì lo riprendeano, e diceano: tu fosti condannato ad esser morto per questa cagione, e a pena iscampasti dalla morte; e ancora tu seppellisci i morti?8 I miei vicini mi deridevano dicendo: "Non ha più paura! Proprio per questo motivo lo hanno già ricercato per ucciderlo ed è fuggito; ora eccolo di nuovo a seppellire i morti".
9 Ma Tobia, temendo Iddio più che il re, togliea i corpi morti, e nascondevagli in casa sua; e poi di mezza notte gli seppelliva.9 In quella notte, dopo il bagno, entrai nel mio cortile e mi addormentai lungo il muro del cortile con la faccia scoperta a causa del caldo.
10 Onde egli avvenne che essendo uno dì (Tobia) affaticato per cagione delle sepolture, sì tornò a casa sua, e gittossi a lato ad una pariete, e addormentossi.10 Non sapevo che sopra di me sul muro c'erano dei passeri; i loro escrementi ancora caldi caddero sui miei occhi e mi produssero delle macchie bianche; mi rivolsi ai medici per curarmi, però quanto più unguenti mi applicavano, tanto più mi si oscuravano gli occhi per le macchie bianche, fino a perdere completamente la vista. Rimasi cieco per quattro anni; tutti i miei parenti ne ebbero pena. Achikar provvide al mio sostentamento durante i due anni che precedettero la sua partenza per l'Elimaide.
11 E sopra gli occhi suoi sì cadè d' uno nido lo sterco della rondine caldo; onde egli per questo divenne cieco.11 In quel tempo mia moglie Anna si era data ai lavori domestici per guadagnare denaro.
12 Veramente Iddio permise che questa tentazione venisse a lui, acciò ch' ello desse esempio di pazienza a quelli che doveano venire dopo lui, sì come fu del santo Iob.12 Quando essa consegnava i lavori, i clienti le davano la paga. Ora il sette di marzo, terminato un pezzo di stoffa e inviatolo ai clienti, questi, oltre alla mercede completa, le fecero dono di un capretto per la tavola.
13 E avvegnadio che insino dalla sua fanciullezza avesse temuto Iddio, e osservati i suoi comandamenti, egli impertanto non si contristoe contra Iddio per la piaga della cecitade la quale gli era venuta.13 Quando il capretto entrò da me, cominciò a belare. Chiamata allora la moglie, le dissi: "Da dove viene questo capretto? Non sarà stato rubato? Restituiscilo ai padroni, perché non abbiamo il diritto di mangiare alcuna cosa rubata".
14 Ma costante istette nel timore di Dio, rendendo esso grazia a Dio tutto il tempo della vita sua.14 Essa mi rispose: "Mi è stato dato in sovrappiù della paga". Però io non le credevo e insistevo perché lo restituisse ai proprietari, arrossendo per quello che aveva fatto. Essa mi replicò: "E dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Lo si vede da come sei ridotto".
15 E siccome i re riprendendo assalivano Iob, così i parenti e gli amici di Tobia (riprendeano e) faceano beffe della vita sua, dicendo:
16 dov'è la tua speranza, per la quale tu facevi sacrificii e sepolture?
17 Ma Tobia gli riprendea, dicendo: non parlate così;
18 però che noi siamo figliuoli di santi, e aspettiamo quella vita la quale darà Iddio a coloro che non mutano mai la loro fede da lui.
19 E la sua moglie Anna continuamente s'andava affaticando di fuori a tessere; e della fatica delle sue mani quello guadagno e cibo che potea acquistare, recava a lui.
20 Onde avvenne ch' ella arrecoe uno capretto a casa.
21 E quando Tobia sentì belare il capretto, sì disse: guardate ch' egli non sia involato; rendetelo a cui egli è; imperciò che non è lecito a noi mangiare o ricevere alcuna cosa di furto.
22 A queste cose la moglie adirata rispose: manifestamente la tua speranza è fatta vana, e le tue limosine ora si veggono.
23 E in questo modo e per altre parole sì gli rimproverava.