Scrutatio

Domenica, 9 giugno 2024 - Beata Anna Maria Taigi ( Letture di oggi)

Ecclesiastes 4


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VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Verti me ad alia, et vidi calumnias
quæ sub sole geruntur,
et lacrimas innocentium,
et neminem consolatorem,
nec posse resistere eorum violentiæ,
cunctorum auxilio destitutos,
1 Volsimi dall' altro lato, e vidi gl' inganni (e le forze) che sono fatte sotto il sole, e le lacrime de' meno possenti, e nessuno è adiutatore; e non pare che si possa contrastare a quelle forze, però ch' io li vidi destituiti di ogni adiutorio.
2 et laudavi magis mortuos quam viventes ;
2 E però lodai più li morti, che li vivi; (però che nessuno scampa delle loro forze).
3 et feliciorem utroque judicavi
qui necdum natus est,
nec vidit mala quæ sub sole fiunt.
3 Già più è bene avventurato di nessuno di costoro, quello che non è nato ancora; però che non vide il male che si fa sotto il sole.
4 Rursum contemplatus sum omnes labores hominum,
et industrias animadverti patere invidiæ proximi ;
et in hoc ergo vanitas et cura superflua est.
4 E anche sì mi avvidi. (dall' altro lato), come gli uomini s' affaticano, (e ciascuno s' ingegna quanto sae), e vidi che l'uno ha invidia dell' altro; e anche in questo ha grande vanitade per soperchio rigoglio.
5 Stultus complicat manus suas,
et comedit carnes suas, dicens :
5 E lo stolto (sì si strugge e) stropicciasi le mani, e mangiasi le carni sue, dicendo:
6 Melior est pugillus cum requie,
quam plena utraque manus cum labore et afflictione animi.
6 egli è meglio uno pugnellino con riposo (e sanza fatica), che avere amendue piene le mani con fatica e con afflizione dell' animo.
7 Considerans, reperi et aliam vanitatem sub sole.
7 Anche pensai (e volsimi dall' altro lato), e vidi un' altra vanità sotto il sole,
8 Unus est, et secundum non habet,
non filium, non fratrem,
et tamen laborare non cessat,
nec satiantur oculi ejus divitiis ;
nec recogitat, dicens :
Cui laboro, et fraudo animam meam bonis ?
In hoc quoque vanitas est et afflictio pessima.
8 cioè che sarà l'uomo solo, sanza figliuolo e sanza fratelli, e si non si riposa mai, (e tutto il dì fulmina per guadagnare), e gli occhi suoi non si saziano di ricchezze; e non pensa mai, dicendo: doh, per che faccio io questo, e a cui raduno, e inganno l'anima mia con questi beni miei? e però sì è questo grande vanitade e affliggimento pessimo (e pericoloso).
9 Melius est ergo duos esse simul quam unum ;
habent enim emolumentum societatis suæ.
9 Meglio è ad essere duo insieme, che uno; però che hanno utilitade (insieme) in compagnia.
10 Si unus ceciderit, ab altero fulcietur.
Væ soli, quia cum ceciderit, non habet sublevantem se.
10 Onde quando l'uomo si sconsola, il compagno si lo sostiene; e guai a chi è solo! imperò che s' elli cade, non ha chi l'aiuti rizzare.
11 Et si dormierint duo, fovebuntur mutuo ;
unus quomodo calefiet ?
11 E se i due dormiranno insieme, (si nutricherae l'uno l'altro, e) riscalderannosi insieme; or come si puote riscaldare (e confortare) uno solo?
12 Et si quispiam prævaluerit contra unum,
duo resistunt ei ;
funiculus triplex difficile rumpitur.
12 Ma se averà compagnia, se alcuno gli verrà adosso, aiuterannosi insieme, e vinceranno colui; onde la fune di tre fila malagevolmente si rompe.
13 Melior est puer pauper et sapiens,
rege sene et stulto,
qui nescit prævidere in posterum.
13 Meglio è l'uomo povero e giovane e savio, che none il re vecchio e pazzo, il quale non sa provedersi dinanzi.
14 Quod de carcere catenisque interdum quis egrediatur ad regnum ;
et alius, natus in regno, inopia consumatur.
14 Come alcuna volta avviene che l' uomo nato da legittimo reame, e poi che è re, consumasi (e distruggesi); e colui che era in prigione (in catene di povertade, per suo sapere) diventa poi re.
15 Vidi cunctos viventes qui ambulant sub sole
cum adolescente secundo, qui consurget pro eo.
15 Io vidi molta gente sotto il sole andare con quello secondo, cioè col povero savio e giovane, il quale entroe nel reame dell' altro.
16 Infinitus numerus est populi
omnium qui fuerunt ante eum,
et qui postea futuri sunt non lætabuntur in eo ;
sed et hoc vanitas et afflictio spiritus.
16 E sanza numero furono coloro del popolo, li quali furono sotto il vecchio inanzi lui; ma chi verrà di poi a stare col giovane, non si rallegrerà del primo. Anche questo sì è vanitade e affliggimento d'animo.
17 Custodi pedem tuum ingrediens domum Dei,
et appropinqua ut audias.
Multo enim melior est obedientia quam stultorum victimæ,
qui nesciunt quid faciunt mali.
17 Quando tu entri in chiesa, non vi andare frettamente, ma pònti mente a' piedi, e appròssimati d'udire (la parola di Dio e ubbidiscila); però che meglio è ubbidire, che none sacrificio delli stolti, i quali non sanno quello che facciono di male.