Scrutatio

Domenica, 11 maggio 2025 - San Fabio e compagni ( Letture di oggi)

Epistola di Santo Paulo alli Romani 7


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1 E non sapete voi, fratelli; a coloro che sanno la legge favello; che la legge ha signoria nell' uomo quanto tempo egli vive?1 Forse ignorate, o fratelli (siccome parlo con periti nella legge) che l'uomo è sotto l'impero della legge finché vive?
2 Chè certo la femina tanto è sotto alla signoria del marito, quanto tempo il marito vive; e morto il marito, sì è sciolta la femina dalla legge del marito.2 Così la donna inaritata è legata per legge al marito vivente; ma se le muore è sciolta dalla legge del marito.
3 Adunque insino a tanto che il marito è vivo, se ella averà fallito con altro uomo, sì sarà chiamata adultera; ma se sarà morto il marito, sì sarà liberata dalla legge del marito; e non sarà chiamata adultera, s' ella sarà con altro uomo.3 Infatti sarà chiamata adultera se, vivente il marito, starà con mi altro uomo; se poi le muore il marito, è liberata dalla legge del marito, in modo da non essere adultera, dato che stia con altro nomo.
4 E così, fratelli miei, voi siete liberati dalla legge (vecchia) per il corpo di Cristo, chè siate d'altro marito (in Gesù Cristo), che suscitò da morte, perchè facciate frutto a Dio.4 Così, anche voi, miei fratelli, siete morti alla legge pel corpo di Cristo, per appartenere ad un altro, che è risuscitato da morte, affinchè portiamo dei frutti a Dio.
5 Chè quando noi eravamo nell' opere della carne, le passioni delli peccati, li quali erano per la legge, sì erano operate nelle membra nostre, che facessono frutto alla morte.5 Mentre vivevamo secondo la carne, le passioni peccaminose, occasionate dalla legge, agivano nelle nostre membra in maniera da produrre frutti per ia morte.
6 Ma ora siamo soluti della legge della morte, nella quale noi eravamo tenuti, perciò che serviamo in novità di spirito, e non in vecchiezza di lettera.6 Ma ora siamo stati liberati dalla legge, essendo morti alla legge che ci legava, e possiamo servire Dio secondo il nuovo spirito e non secondo l'antiquata lettera.
7 Adunque che diremo? È peccato la legge? Non piaceia a Dio. Ma il peccato non conosco, se non per la legge; chè io non cognoscea, la concupiscenza, se la legge non mi dicesse: non avere concupiscenza.7 Che diremo dunque? La legge è peccato? No, certamente. Ma io non ho conosciuto il peccato se non per mezzo della legge. Infatti non avrei conosciuto la concupiscenza se la legge non avesse detto: Non desiderare.
8 Ma ricevuta cagione, il peccato per lo comandamento della legge, adoperò in me tutta cupidezza. Però che sanza la legge il peccato era morto.8 Ma il peccato, presa l'occasione da quel comandamento, fé' nascere in me ogni sorta di concupiscenza; mentre senza la legge il peccato non esisteva.
9 Ma io vivea tallotta sanza legge. Ma conciossia cosa che venisse il comandamento (della legge), il peccato resuscitò.9 Io poi una volta vivevo senza legge; ma, venuto il comandamento, ebbe vita il peccato,
10 E io sono morto: ed è trovata in me bugia; e quella cosa ch' era a vita, sì fu trovata in me a morte.10 ed io morii, ed il comandamento che doveva darmi la vita mi risultò cagione di morte.
11 Chè il peccato pigliò cagione per il comandamento (della legge), e ingannommi, e con quello comandamento mi uccise.11 Perchè il peccato, presa l'occasione dal comandamento, mi sedusse, e per mezzo di esso mi diè la morte.
12 Adunque certo è che la legge è santa; e il suo comandamento sì è santo e giusto e buono.12 E santa dunque la legge, e santo e giusto e buono il comandamento.
13 Adunque quella cosa, ch' è buona, ha fatta a me morte? Non piaccia a Dio. Ma il peccato, perchè si conosca esser peccato, per il bene sì mi ha data la morte; chè il peccato, che si fa per lo comandamento della legge e contra alla legge, sì è peccato sopra misura.13 Una cosa buona m'è dunque divenuta causa di morte? Non può essere. Ma il peccato, per apparire peccato, mi ha data la morte per mezzo d'una cosa buona, in modo da mostrarsi estremamente colpevole attraverso il precetto.
14 Sapemo che la legge sì è spirituale; e io son carnale, sottomesso al peccato.14 Noi sappiamo di fatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto e soggetto al peccato.
15 E quello che io faccio non cognosco; chè io non fo quel bene che io voglio; ma quello male che io abbo in odio, quello faccio.15 Io non so quello che faccio: non fo il bene che voglio, ma il male che odio.
16 E se io faccio quello che io non voglio, consento alla legge, però ch' è buona.16 Or se faccio quel che non voglio, riconosco che la legge è buona;
17 Ma ora già nol faccio io, ma il peccato il quale abita in me.17 però in questo caso non sono io che opero, ma il peccato che abita in me.
18 Ciò è per il fermo, che in me, cioè nella mia carne, non dimora alcuno bene; chè il volere abbo buono, ma il compimento buono non trovo in me.18 Difatti io so che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: è in me certamente la volontà di fare il bene, ma non trovo la via di compierlo,
19 [Chè io non fo quel bene che io voglio; ma quello male che io non voglio, quello faccio].19 poiché, non il bene che voglio io fo, ma il male che non voglio quello io faccio.
20 Che se faccio quello che io non voglio, quello non adopero io, ma fallo il peccato che dimora in me.20 Or se io fo quello che non voglio, non son più io che lo faccio, ma il peccato che abita in me.
21 Adunque io si trovo legge a me, vogliendo far bene, chè il male sì mi sovrasta (e piacemi).21 Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male mi è già a lato.
22 E io sì mi diletto nella legge di Dio, secondo l'anima ch' è dentro.22 Infatti, mi diletto nella legge di Dio, secondo l'uomo interiore;
23 Ma veggio un' altra legge nelle mie membra, la qual legge sì combatte colla legge della mia mente (dentro), e tienmi legato nella legge del peccato, la quale è nelle mie membra.23 ma vedo nelle mie membra un'altra legge che si oppone alla legge della mia mente, e mi fa schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra.
24 Ora sciagurato me! (uomo malvagio) chi mi scamparà del corpo di questa morte?24 Oh, me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?
25 Certo la grazia di Dio per il nostro Signore Iesù Cristo. Adunque io medesimo con la mente sì servo alla legge di Dio; e colla carne, alla legge del peccato.25 La grazia di Dio per Gesù Cristo Signor nostro. Dunque io stesso colla mente servo alla legge di Dio, colla carne invece alla legge del peccato.