Scrutatio

Giovedi, 8 maggio 2025 - Madonna del Rosario di Pompei ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 27


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1 E poi che fu determinato di mandare Paulo a Roma, diedelo a guardia a uno tribuno, il quale avea nome Iulio, con molti altri soldati della squadra. di Augusto.1 Dopo che fu stabilito che Paolo s'imbarcasse per l'Italia e che fosse consegnato con altri prigionieri ad un centurione della corte augusta, chiamato Giulio,
2 Onde insieme con loro salendo in su una nave, incominciammo a navigare per le contrade di Asia, accompagnandoci sempre Aristarco Macedone di Tessalonica.2 entrati in una nave di Adrumeto, costeggiando i paesi dell'Asia facemmo vela, restando con noi Aristarco Macedone di Tessalonica.
3 E il seguente di giungemmo a Sidonia; e quivi Paulo (ristette e) visitò suoi amici (fedeli) con licenza (e volontà) del detto tribuno Iulio, il quale il trattava benignamente.3 E il giorno seguente arrivammo a Sidone. E Giulio, che trattava Paolo con deferenza, gli permise di andare dagli amici a ristorarsi.
4 E quindi partendocì, navigammo sotto Cipro; e non vi ci accostammo, per che erano li venti contrarii.4 Partiti di là, navigammo sotto Cipro, essendo contrarii i venti.
5 E poi passando il pelago di Cilicia e di Panfilia, giungemmo a una terra (della provincia) di Licia, che si chiama Listra.5 E traversando i mari della Cilicia e della Panfilia arrivammo a Mira di Licia-
6 Dove trovando il tribuno una nave Alessandrina la quale andava in Italia, sì ci trapassoe.6 Il centurione avendo trovato una nave alessandrina che andava in Italia, ci trasferì in quella.
7 Nella quale (nave) navigando, molti giorni (molto) lentamente, a pena venimmo contra Gnido, e pervenimmo all'isola di Creta a lato a Salmone.7 Navigando lentamente per molti giorni, ed essendo con difficoltà arrivati di fronte a Cnido, perchè il vento impediva, passammo sotto Creta dalla parte di Salmone;
8 E quindi con molta fatica navigando, pervenimmo in uno luogo che si chiama Boniporto, presso alla città di Talassa.8 e costeggiando con difficoltà, arrivammo ad un certo luogo chiamato Buoniporti, vicino al quale era la città di Talassa.
9 E dopo molto tempo, non essendo più sicuro il navigare, per che era in sul verno, Paulo incominciò a parlare al tribuno e agli altri.9 Or essendo passato molto tempo e non essendo più sicuro di navigare, perchè il digiuno era già passato, Paolo li ammoniva
10 E disse frategli miei, a me pare che con pericolo della nave e della vita incomincia a essere ormai il navigare, (e questo disse volendoli inducere a vernare quivi).10 dicendo: Io vedo, o uomini, che il navigare comincia ad essere di danno e perdita grave, non solo del carico della nave, ma anche delle nostre vite.
11 Ma il centurione credette più al patrone e al nocchiere della nave, (che voleva pure andare).11 Ma il centurione credeva più al pilota e al padrone della nave che a quanto diceva Paolo.
12 E non parendo loro quivi buono porto per vernare, presero per consiglio di pur mettersi a navigare, se per alcuno modo potessero pervenire a Fenice, e quivi vernare.12 E siccome quel porto non era buono per svernarvi, la maggior parte credette bene di continuare la rotta per giungere a svernare, se in qualche modo avessero potuto, a Fenice, porto di Creta volto a libeccio e maestro.
13 ..13 E siccome spirava leggero l'Africo, credendosi sicuri del loro intento, levata l'ancora da Asson, costeggiavano più da vicino Creta.
14 ..14 Ma ben presto su quella si levò un ciclone detto euroaquilone.
15 E mettendoci avemmo grandissime tempeste, sì che la nave non possendo alli venti resistere, cercò molte contrade.15 Ed essendone la nave investita, e non potendo resistere al vento, lasciatala in sua balìa, eravamo trascinati via.
16 E poi (levandosi incontro uno vento aquilone) menolla in una isola la quale si chiama Cauda; e quivi (per la grande tempesta) appena potemmo campare il copano.16 E mentre correvamo sotto un'isoletta chiamata Cauda, potemmo a mala pena impadronirci della scialuppa.
17 Onde quelli marinari, cingendo la nave con diverse ancore per tenerla, e non potendo, li venti la trasportarono.17 Or tiratala su si valevan dei mezzi di soccorso, fasciando con funi la nave e, calato l'albero, pel timore di dar nella Sirte, così eravamo trasportati a discrezione.
18 Onde temendo di perire, il segnente di gittarono tutta la mercanzia per alleggerire la nave.18 Essendo però noi sempre battuti dalla tempesta, il giorno seguente gettarono il carico.
19 E lo terzo dì poi gittarono l'armadura della nave.19 E il terzo giorno colle loro mani gettaron via gli attrezzi della nave.
20 E così correndo più giorni con molta tempesta (e tenebre) intanto che nè sole nè stelle vedere potevamo, disperavamo al tutto di potere scampare.20 Ma non essendo comparso nè sole, nè stelle per più giorni e continuando la non piccola tempesta, già avevamo perduta ogni speranza di salvezza.
21 E stati che furono più giorni senza mangiare, Paulo si levò (e confortogli) e disse: meglio era, frategli, che m' aveste creduto e fussimo rimasi in Creta, e non metterci a questi pericoli.21 Ed essendo già stato lungo il digiuno, Paolo, alzatosi in mezzo ad essi, disse: Era pur necessario, o uomini, che, dando retta a me, non vi foste allontanati da Creta e vi foste risparmiato questo strapazzo e questo danno.
22 Niente di meno non vi dubitate, ma confortatevi; per ciò che (io vi pronunzio e sicuro che) niuno di voi perirà, ma solo la nave (si perderà per questa tempesta).22 Ma ora vi esorto a star di buon animo, perchè non ci sarà perdite di vite tra voi, ma se ne andrà soltanto la nave.
23 E questo m'ha revelato in questa notte l'angelo di Dio, al quale io servo.23 Mi è apparso proprio stanotte l'Angelo di Dio di cui io sono e a cui servo,
24 Il quale mi apparve, e disse: non temere, Paulo; ma sappi che tu anderai pur a comparire dinanzi Cesare; e Dio ti dona tutti costoro che nàvigano teco, (e per tuo amore perdona loro, che non periscano).24 dicendomi: Non temere, Paolo, tu devi comparire davanti a Cesare, ed ecco Dio ti ha fatto dono di tutti quelli che navigano con te.
25 E però, fratelli miei, confortatevi; però che io credo nel mio Dio, che così sarà per certo come. ho detto.25 Perciò fatevi coraggio, o amici, perchè ho fede in Dio che avverrà come mi è stato detto.
26 Ma bisogno è che noi pervegnamo in una certa isola.26 Noi dobbiamo dare in qualche isola.
27 E poi dopo il quarto decimo di (dopo le dette parole) navigando noi in Adria in su la mezza notte, parve a' marinari di vedere una certa terra.27 E venuta la quattordicesima notte, mentre eravamo sbattuti pel mare Adriatico, verso mezzanotte credevano i marinai di scoprir terra.
28 Onde, mettendo il scandaglio, trovarono l'acqua in altezza di venti passi; e poi navigando un poco, trovarono l'altezza pur di quindici passi.28 E gettato lo scandaglio, trovarono venti passi, e tirando un poco innanzi, trovarono quindici passi.
29 Onde temendo di non ferire a terra, misero quattro ancore, aspettando e desiderando che facesse giorno.29 Temendo di dare negli scogli, calate da poppa quattro àncore, aspettavano ansiosi il giorno.
30 E (temendo) li marinari (pur di perire) procuravano pur di fuggire; onde mettendo in mare la scafa (cioè il copano) sotto specie di mettersi ad anconciare le ancore della prora, volevansi partire.30 Ma siccome i marinai tentavano di fuggire dalla nave e avevan messo in mare la scialuppa, col pretesto di voler stendere le àncore della prora,
31 Ma (avvedendosi) Paulo (di ciò,) disse al Centurione e alla sua masnada, (che non gli lasciasse andare nella scafa, cioè nel copano; onde disse): se costoro non rimangono nella nave, noi non possiamo campare.31 disse Paolo al centurione e ai soldati: Se costoro non restano sulla nave, voi non potete essere salvi.
32 Allora quelli masnadieri (per comandamento del tribuno corsero, e) tagliorono la fune della scafa (cioè del copano, inanzi che niuno marinaio vi scendesse), e lassoronla andare.32 Allora i soldati tagliarono le corde della scialuppa e la lasciarono andare.
33 E poi approssimandosi il giorno, Paulo pregava (e confortava) tutti che mangiassero uno poco, sapendo che XIIII giorni erano stati (quasi) digiuni.33 Sul far del giorno, Paolo esortava tutti a prender cibo, dicendo: Oggi è il quattordicesimo giorno che ve ne state nell'attesa, digiuni, senza prender nulla;
34 E però disse: io vi prego che prendiate cibo e confortiatevi; però che (siate certi che) pure uno capello di capo di voi non perirà (e non si perderà).34 perciò vi esorto a prender cibo: è necessario per la vostra salvezza, chè non perirà un capello dalla testa d'alcuno di voi.
35 E dette queste parole, elli stesso prese il pane (e benedisselo), e ringraziò Dio in conspetto di tutti; e cominciò a mangiare.35 Detto questo, prese del pane, rese le grazie a Dio alla presenza di tutti, e, spezzatolo, cominciò a mangiare.
36 Onde quelli, assicurandosi e confortandosi, presero il cibo.36 E tutti, fattosi coraggio, presero cibo.
37 E in quella nave eravamo per numero ducento settantasei uomini.37 In tutto nella nave eravamo duecentosettantasei persone.
38 E poi ch' ebbero preso il cibo, per alleggerire più la nave gittorono in mare alquanto grano ch' era rimaso.38 E saziatisi, alleggerirono la nave, gettando il frumento in mare.
39 E fatto che fu giorno chiaro, (non conoscevamo dove ci fossimo, e) non vedevamo niuna terra, se non una spiaggia ove procuravano di menare la nave se potessero.39 E fattosi giorno, non riconoscevan quella terra; ma osservarono un certo seno con lido, ove pensavano di spingere, se fosse possibile, la nave.
40 E levando l'ancore di mare a sè, mossen si per navigare; e allentando le ligature de' gubernacoli, e ragiando l'artimone, andavano secondo che il vento gli menava verso quella spiaggia.40 E lasciate le àncore ed allentati anche i legami dei timoni, s'abbandonarono al mare; e, alzata la vela maestra, secondo il soffiar del vento, cercavano di approdare al lido.
41 E giungendo in quello luogo che si chiama Ditalasso, con impeto la nave percosse (e feritte) a terra; e la prua rimase salda, ma la poppa si ruppe. dalla forza del mare.41 Ma avendo dato in una lingua di terra che aveva il mare da ambo i lati, arenarono in modo che la prora affondata rimaneva immobile, e la poppa, per la violenza del mare, sfasciava.
42 Onde (credendosi pure perire,) quelli masnadieri presero per consiglio di uccidere Paulo e li compagni suoi, sì che niuno non potesse campare natando.42 I soldati volevano ammazzare i prigionieri perchè nessuno scappasse a nuoto,
43 Ma Centurione, volendo pure salvare Paulo, non permise loro di fare questo male; e comandò che quelli che sapessero natare si mettessero in mare in prima, e che campassero a terra, se potessero;43 ma il centurione, volendo salvar Paolo, lo proibì, e comandò che quanti potevano nuotare si gettassero giù i primi e andassero a terra;
44 e rimettessero gli altri, e aiutassero campare in su le tavole della nave rotta, o in su l' altre massarizie (e scrigni) ch' erano nella nave. Onde, così facendo, tutti (camporono sani e salvi, e) giunsero a terra.44 gli altri poi li portarono parte su tavole, parte sugli sfasciumi della nave. E fu così che tutti giunsero a terra.