Scrutatio

Giovedi, 8 maggio 2025 - Madonna del Rosario di Pompei ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 17


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BIBBIA VOLGAREBIBBIA CEI 2008
1 E poi ch' ebbero passate le contrade d' Amflpoli e di Apollonia, vennero in Tessalonica, dove era la sinagoga (e congregazione) de' giudei.1 Percorrendo la strada che passa per Anfìpoli e Apollònia, giunsero a Tessalònica, dove c’era una sinagoga dei Giudei.
2 Onde Paulo, secondo ch' era sua usanza, entrò a loro per tre sabbati continui, e predicò (loro mostrando e) provando per le (loro) Scritture,2 Come era sua consuetudine, Paolo vi andò e per tre sabati discusse con loro sulla base delle Scritture,
3 che Cristo era Dio, e come fu bisogno che elli ricevesse passione, e poi resuscitasse il terzo dì.3 spiegandole e sostenendo che il Cristo doveva soffrire e risorgere dai morti. E diceva: «Il Cristo è quel Gesù che io vi annuncio».
4 Onde molti di loro credettero, e diventorono suoi discepoli; e poi così altri pagani molti e donne nobili (ricevettero il battesimo).4 Alcuni di loro furono convinti e aderirono a Paolo e a Sila, come anche un grande numero di Greci credenti in Dio e non poche donne della nobiltà.
5 Allora li iudei (irati e) accesi di pazzo zelo (della legge) concitorono e indussero certi mali uomini del popolo, e fecero grande sedizione in tutta la città; e a furore andorono a casa di (uno cristiano, che avea nome) Iasone (nella cui casa Paulo e Sila abitavano), e gridavano che li producesse e mandasse fuori.5 Ma i Giudei, ingelositi, presero con sé, dalla piazza, alcuni malviventi, suscitarono un tumulto e misero in subbuglio la città. Si presentarono alla casa di Giasone e cercavano Paolo e Sila per condurli davanti all’assemblea popolare.
6 E trovandoli, presonli e menaronli insieme con Iasone e altri (molti) cristiani a' principi (e a' rettori) della città, (accusandoli e) gridando (e dicendo): questi conturbano la nostra città,6 Non avendoli trovati, trascinarono Giasone e alcuni fratelli dai capi della città, gridando: «Quei tali che mettono il mondo in agitazione sono venuti anche qui
7 e prèdicano (nuova dottrina) contra alli statuti di Cesare, dicendo che uno loro Iesù è re; e questo reo uomo li ricetta (e tienli in casa sua).7 e Giasone li ha ospitati. Tutti costoro vanno contro i decreti dell’imperatore, perché affermano che c’è un altro re: Gesù».
8 E per (questo modo e per) queste parole provocavano la gente e li principi (contra a loro).8 Così misero in ansia la popolazione e i capi della città che udivano queste cose;
9 Ma il predetto Iasone con dolci e soavi parole li placò e scusossi, sì che li lasciorono partire quindi.9 dopo avere ottenuto una cauzione da Giasone e dagli altri, li rilasciarono.
10 E (partendosi) di notte (occultamente) li cristiani li feciono partire, e pervennero in Berea; dove entrando (li sabbati) nelle sinagoghe de' iudei,10 Allora i fratelli, durante la notte, fecero partire subito Paolo e Sila verso Berea. Giunti là, entrarono nella sinagoga dei Giudei.
11 dove erano raunati li più nobili (e maggiori) di Tessalonica, furono ricevuti e uditi con grande desiderio, cercando le Scritture, per vedere (e trovare) se era vero come gli apostoli dicevano.11 Questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalònica e accolsero la Parola con grande entusiasmo, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano davvero così.
12 E allora si convertirono molti maschi e femine, e iudei e pagani.12 Molti di loro divennero credenti e non pochi anche dei Greci, donne della nobiltà e uomini.
13 E conoscendo (e udendo) li giudei di Tessalonica, che Paulo aveva predicato a Berea la parola di Dio, vennero e mostrorono grande turbazione, e concitorono grande sedizione (contra gli apostoli).13 Ma quando i Giudei di Tessalònica vennero a sapere che anche a Berea era stata annunciata da Paolo la parola di Dio, andarono pure là ad agitare e a mettere in ansia la popolazione.
14 Onde li cristiani (per lo meglio) il feciono partire e andare insino al mare; ma pur Sila e Timoteo rimansero quivi.14 Allora i fratelli fecero subito partire Paolo, perché si mettesse in cammino verso il mare, mentre Sila e Timòteo rimasero là.
15 E quelli ch' ebbero a guidare Paulo, il menorono insino ad Atene; e poi, tornando elli, Paulo mandò (dicendo e comandando) per loro a Sila e Timoteo, che tosto andassero a lui; e così fecero.15 Quelli che accompagnavano Paolo lo condussero fino ad Atene e ripartirono con l’ordine, per Sila e Timòteo, di raggiungerlo al più presto.
16 E stando Paulo in Atene, e aspettando Sila e Timoteo, accendevasi (e quasi tutto si rodeva) di santo zelo, vedendo che sì nobile città (piena di tanti savii uomini) serviva agl' idoli.16 Paolo, mentre li attendeva ad Atene, fremeva dentro di sé al vedere la città piena di idoli.
17 E (spesse volte) disputava co' iudei (che v'erano) entrando nelle sinagoghe (li sabbati); e similmente andava gli altri dì alle piazze e a' mercati, e disputava co' filosofi pagani, cioè con li epicurei e con gli stoici (e altre sette).17 Frattanto, nella sinagoga, discuteva con i Giudei e con i pagani credenti in Dio e ogni giorno, sulla piazza principale, con quelli che incontrava.
18 Onde molti di loro (non intendevano l' altezza della sua dottrina, e facevansi beffe, e) dicevano: or che vuole dire questo seminatore di parole? [E altri] questo ci pare denunziatore di nuovi demonii, che predica Iesù (crucifisso e Dio), e annunzia la resurrezione.18 Anche certi filosofi epicurei e stoici discutevano con lui, e alcuni dicevano: «Che cosa mai vorrà dire questo ciarlatano?». E altri: «Sembra essere uno che annuncia divinità straniere», poiché annunciava Gesù e la risurrezione.
19 E prendendolo, sì il menorono a quella contrada che si chiama Areopago (per che ivi s' adorava il dio Marte), e dissongli: potremo noi sapere la verità di questa tua dottrina?19 Lo presero allora con sé, lo condussero all’Areòpago e dissero: «Possiamo sapere qual è questa nuova dottrina che tu annunci?
20 Chè per verità pare che ci vogli mettere nuove cose nelle orecchie; e però per certo vogliamo sapere quello che vuoli dire.20 Cose strane, infatti, tu ci metti negli orecchi; desideriamo perciò sapere di che cosa si tratta».
21 Onde quelli di Atene non vacavano (e non intendevano) ad altro se non a dire o udire novità.21 Tutti gli Ateniesi, infatti, e gli stranieri là residenti non avevano passatempo più gradito che parlare o ascoltare le ultime novità.
22 Allora Paulo si levò in mezzo di loro, e disse: (signori e) uomini Ateniesi, considerando io li vostri fatti (li vostri studii), veggio che al tutto siete superstiziosi (e vani).22 Allora Paolo, in piedi in mezzo all’Areòpago, disse:
«Ateniesi, vedo che, in tutto, siete molto religiosi.
23 E avete tra voi (diverse sette e opinioni, e diversi templi e) diversi dii; li quali andando io veggendo, trovai uno altare, che v'era soprascritto in titolo: QUESTO È L'ALTARE DEL DIO NON CONOSCIUTO. Onde sappiate che questo Iddio, non conosciuto, quello che io vi prèdico.23 Passando infatti e osservando i vostri monumenti sacri, ho trovato anche un altare con l’iscrizione: “A un dio ignoto”. Ebbene, colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio.
24 Dio il quale fece il mondo e ciò ch' è in esso, essendo il Signore del cielo e della terra, non abita in templi fabbricati per umano magisterio.24 Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d’uomo
25 E non richiede culto manuale, e di niuno (vostro mestiere corporale) ha bisogno; anzi elli dà vita e spirazione e ogni cosa.25 né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa: è lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa.
26 E produsse d' uno uomo tutta la umana (natura e) generazione, e divise e sparse gli uomini per diversi luoghi e diverse abitazioni,26 Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio
27 (e induce tutti) a cercare Iddio (e conoscere per queste opere), se forse il possiamo trovare, avvegna ch' elli non sia da lungi da ciascuno di noi.27 perché cerchino Dio, se mai, tastando qua e là come ciechi, arrivino a trovarlo, benché non sia lontano da ciascuno di noi.
28 Per ciò che in lui (e per lui) viviamo e siamo, come eziandio mostrano certi vostri (antichi) poeti, dicendo che noi siamo sua generazione (e schiatta, e a sua similitudine).28 In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: “Perché di lui anche noi siamo stirpe”.
29 Essendo adunque di sua generazione, non dobbiamo essere si stolti, che crediamo (o diciamo) ch' elli sia simile a nulla scultura d' oro o d' argento, o ad altra cosa scolpita, fatta per mano di uomo (o per ingegno d' uomo).29 Poiché dunque siamo stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all’oro, all’argento e alla pietra, che porti l’impronta dell’arte e dell’ingegno umano.
30 Onde dispregiando (e reprobando) elli li tempi di questa ignoranza (e cecità dell' idolatria), annunzia per noi, e induce ogni uomo a penitenza.30 Ora Dio, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, ordina agli uomini che tutti e dappertutto si convertano,
31 Perciò che ha instituito lo dì nel quale debbe giudicare il mondo, facendo a ciò venire giudice di tutti il suo figliuolo Iesù, il quale da morte resuscitd.31 perché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare il mondo con giustizia, per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti».
32 Ma imperciò che (quelli filosofi) non credeano la resurrezione de' morti, alcuni facevano beffe di lui (udendoli ricordare la resurrezione); alcuni dicevano: udiremoti di ciò un' altra volta.32 Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano: «Su questo ti sentiremo un’altra volta».
33 E dopo queste cose Paulo uscì di mezzo di loro (e partissi).33 Così Paolo si allontanò da loro.
34 Ma alcuni altri gli andorono dietro (compunti e alluminati dal suo sermone) e diventorono cristiani; fra li quali principalmente fu (uno grande maestro e filosofo, il quale fu chiamato) Dionisio Areopagita con la sua donna, che aveva nome Damari, e altri (molti).34 Ma alcuni si unirono a lui e divennero credenti: fra questi anche Dionigi, membro dell’Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro.