Scrutatio

Martedi, 13 maggio 2025 - Beata Vergine Maria di Fatima ( Letture di oggi)

Ecclesiastico 38


font
BIBBIA VOLGAREBIBBIA CEI 1974
1 Onora il medico per la necessitade; certo Iddio il creoe.1 Onora il medico come si deve secondo il bisogno,
anch'egli è stato creato dal Signore.
2 Ogni medicina è da Dio, e dal re riceverà dono.2 Dall'Altissimo viene la guarigione,
anche dal re egli riceve doni.
3 La disciplina del medico, esaltoe il capo del medico, e nel cospetto de' grandi uomini fia laudato.3 La scienza del medico lo fa procedere a testa alta,
egli è ammirato anche tra i grandi.
4 L' Altissimo creoe le medicine di terra, e il savio uomo non averà quelle medicine in orrore.4 Il Signore ha creato medicamenti dalla terra,
l'uomo assennato non li disprezza.
5 Or non è l'acqua amara fatta dolce dal legno?5 L'acqua non fu forse resa dolce per mezzo di un legno,
per rendere evidente la potenza di lui?
6 E fu data al conoscimento delli uomini la virtude delle medicine (di quelle cose s' appartiene); e l' Altissimo diede la scienza alli uomini, per essere onorato nelle sue maraviglie.6 Dio ha dato agli uomini la scienza
perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie.
7 Con queste cose il medico mitiga la doglia, e l' unguentario farà (d' esse) unguenti di soavitade, e comporranne unzioni di sanitade; e non si finiranno l' opere sue.7 Con esse il medico cura ed elimina il dolore
e il farmacista prepara le miscele.
8 La pace di Dio sopra la faccia della terra.8 Non verranno meno le sue opere!
Da lui proviene il benessere sulla terra.
9 Figliuolo, nella tua infermitade non dispregiare te medesimo; ma adora Iddio, acciò ch' egli ti guarisca.9 Figlio, non avvilirti nella malattia,
ma prega il Signore ed egli ti guarirà.
10 Partiti dal peccato, e dirizza le tue mani, e monda il cuore tuo da ogni peccato.10 Purìficati, lavati le mani;
monda il cuore da ogni peccato.
11 Dà soavitade e memoria di oblazione, e ingrassa l'offerta, e dà luogo al medico;11 Offri incenso e un memoriale di fior di farina
e sacrifici pingui secondo le tue possibilità.
12 però che Iddio il creoe; e non si parta da te, però che le opere sue sono necessarie.12 Fa' poi passare il medico
- il Signore ha creato anche lui -
non stia lontano da te, poiché ne hai bisogno.
13 Egli è tempo, che tu corri nelle mani loro.13 Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani.
14 E loro pregheranno Iddio, che ti dirizzi il riposo loro, e la sanitade (tua) per la loro conversazione (teco).14 Anch'essi pregano il Signore
perché li guidi felicemente ad alleviare la malattia
e a risanarla, perché il malato ritorni alla vita.
15 Chi pecca nel cospetto di colui che il fece, caderae nelle mani del medico.15 Chi pecca contro il proprio creatore
cada nelle mani del medico.

16 Figliuolo, produci lacrime verso il morto, e sì come tu avessi infermitade comincia a piangere; e secondo la condizione cuopri il corpo di colui, e non disprezzare la sua sepoltura.16 Figlio, versa lacrime sul morto,
e come uno che soffre crudelmente inizia il lamento;
poi seppelliscine il corpo secondo il suo rito
e non trascurare la sua tomba.
17 Per lo suo partimento amaramente porta il dolore di colui uno die, e consòlati per la tristizia.17 Piangi amaramente e alza il tuo lamento,
il lutto sia proporzionato alla sua dignità,
un giorno o due, per prevenire le dicerie,
quindi consòlati del tuo dolore.
18 E fa pianto, secondo il merito suo, uno die o due, per rimuover la mormorazione.18 Difatti il dolore precede la morte,
il dolore del cuore logora la forza.
19 Dalla tristizia viene tosto la morte, (e impedisce) e cuopre la virtù (vitale); e la tristizia del cuore ripiega la testa dell' uomo.19 In una disgrazia resta a lungo il dolore,
una vita di miseria è dura al cuore.
20 La tristizia dimora nel ricusamento della consolazione; e la sostanza del povero sì è secondo il cuore suo.20 Non abbandonare il tuo cuore al dolore;
scaccialo pensando alla tua fine.
21 Non darai in tristizia il cuore tuo; ma cacciala da te, e stiati a mente del fine.21 Non dimenticare: non ci sarà infatti ritorno;
al morto non gioverai e farai del male a te stesso.
22 E non lo ti dimenticare; però che non deve ritornare chi muore; e a costui non gioveresti niente, e te medesimo peggioreresti.22 Ricòrdati della mia sorte che sarà anche la tua:
"Ieri a me e oggi a te".
23 Ricorditi della sentenza mia; però che così sarà di te; a me fu jeri, e a te fia oggi.23 Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo
ricordo;
consòlati di lui, ora che il suo spirito è partito.

24 (Al fine) fa riposare la memoria del morto nel riposo suo; e consola lui nello suscitamento della sua anima.24 La sapienza dello scriba si deve alle sue ore di
quiete;
chi ha poca attività diventerà saggio.
25 Nota la sapienza nel tempo che tu starai in ozio; e chi scema nell' operare apprenderae la sapienza: però ch' elli si riempierae di sapienza25 Come potrà divenir saggio chi maneggia l'aratro
e si vanta di brandire un pungolo?
Spinge innanzi i buoi e si occupa del loro lavoro
e parla solo di vitelli?
26 chi tiene l'aratro, e chi si gloria nello lanciotto, col pungitoio tocca i buoi, e conversa nell'opera di quelli, e il suo parlare è ne' figliuoli de' buoi.26 Pone la sua mente a tracciare solchi,
non dorme per dare il foraggio alle giovenche.
27 Il cuore suo darae a volgere gli solchi, il suo vegliare nello ingrassare delle vacche.27 Così ogni artigiano e ogni artista
che passa la notte come il giorno:
quelli che incidono incisioni per sigilli
e con pazienza cercano di variare l'intaglio;
pongono mente a ritrarre bene il disegno
e stanno svegli per terminare il lavoro.
28 Così ogni maestro di legname e artefice, il quale lavora la notte come il die; colui che intaglia figure rilevate, e la sua sollecitudine è in variare dipinture; darae il cuore suo nella similitudine della pittura, e nella sua vigilia compie l'opera.28 Così il fabbro siede davanti all'incudine
ed è intento ai lavori del ferro:
la vampa del fuoco gli strugge le carni,
e col calore del fornello deve lottare;
il rumore del martello gli assorda gli orecchi,
i suoi occhi sono fissi al modello dell'oggetto,
è tutto preoccupato per finire il suo lavoro,
sta sveglio per rifinirlo alla perfezione.
29 Così è il fabbro, tenendosi presso all' incudine, e considerando il lavoro del ferro; il vapore del fuoco arderae le carni sue, e nel calore della fornace combatte.29 Così il vasaio seduto al suo lavoro
gira con i piedi la ruota,
è sempre in ansia per il suo lavoro;
tutti i suoi gesti sono calcolati.
30 La voce del martello innuova li suoi orecchi, e l'occhio suo (intende e) cerca la somiglianza del vasello.30 Con il braccio imprime una forma all'argilla,
mentre con i piedi ne piega la resistenza;
è preoccupato per una verniciatura perfetta,
sta sveglio per pulire il fornello.
31 Il cuore suo darae nel compimento dell' opera, e la vigilia sua adornerae il difetto.31 Tutti costoro hanno fiducia nelle proprie mani;
ognuno è esperto nel proprio mestiere.
32 Così è il pentolaio, sedendo all' opera sua, volgendo co' piedi suoi la ruota; il quale sta sempre in luogo solitario per l'opera sua, e sanza numero è ogni sua operazione.32 Senza di loro sarebbe impossibile costruire una città;
gli uomini non potrebbero né abitarvi né circolare.
33 Col braccio suo formerae il luto, e dinanzi a' piedi suoi chinerae la forza sua.33 Ma essi non sono ricercati nel consiglio del popolo,
nell'assemblea non hanno un posto speciale,
non siedono sul seggio del giudice,
non conoscono le disposizioni del giudizio.
34 Il cuore suo darà per comperare le limature, e la sua vigilia monderae la fornace.34 Non fanno brillare né l'istruzione né il diritto,
non compaiono tra gli autori di proverbi;
ma sostengono le cose materiali,
e la loro preghiera riguarda i lavori del mestiere.
35 Tutti questi sperano nelle loro mani, e ciascuno è savio nell'arte sua.
36 Sanza tutti questi non si edificherae la cittade.
37 E non persevereranno, e non anderanno dentro, e non translateranno nella chiesa.
38 Non sederanno sopra la sedia del giudice, e non intenderanno il testamento del giudicio; manifestamente [non] faranno disciplina e giudicio, e non saranno trovati nelli proverbii.
39 Ma confermeranno la creatura del mondo; il priego di quelli si è nella operazione dell' arte, i quali prestano l'anima sua, agguadagnando nella legge dello Altissimo.