Ecclesiastico 22
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BIBBIA VOLGARE | BIBBIA CEI 2008 |
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1 In pietra di loto è lapidato il pigro; e tutti favellaranno sopra il disprezzo di colui. | 1 Il pigro è simile a una pietra insudiciata, tutti fischiano in suo disprezzo. |
2 Dello sterco de' buoi lapidato è il pigro; e chiunque lo toccherae, si scoterà le mani. | 2 Il pigro è simile a una palla di sterco, chi la raccoglie scuote la mano. |
3 La confusione del padre si è il figliuolo pazzo; ma la figlia stolta sarà in isbandimento. | 3 Un figlio maleducato è la vergogna di un padre, se è una figlia il danno è più grave. |
4 La figlia savia sarà un ereditaggio al marito suo; però che quella che confonde, si fa in contumelia al padre. | 4 Una figlia sensata troverà marito, la svergognata è un dolore per chi l’ha generata. |
5 Confonde il padre e il marito l'ardita, e dai malvagi non sarà spartita; ma dall' uno e dall' altro sarà vituperata. | 5 La figlia sfacciata disonora il padre e il marito, dall’uno e dall’altro sarà disprezzata. |
6 Lo importuno parlare è sì come la musica nel pianto; le battiture e la dottrina sì sono in ogni tempo sapienza. | 6 Un discorso inopportuno è come musica in caso di lutto, ma frusta e correzione sono saggezza in ogni tempo. |
7 Colui che ammaestrarà il pazzo, fa come colui che ricoglie il testo rotto. | 7 I figli che hanno di che vivere con una vita onesta fanno dimenticare l’umile origine dei loro genitori. |
8 Colui che favella a colui che non ode, fa come colui che isveglia del grave sonno colui che dorme. | 8 I figli che millantano superbia e cattiva educazione disonorano la nobiltà delle loro famiglie. |
9 Con uno dormitore favella chi parla allo stolto [la sapienza]; il quale in fine della narrazione dirae: chi è costui? | 9 Chi ammaestra uno stolto è come uno che incolla cocci, che sveglia un dormiglione da un sonno profondo. |
10 Piagni sopra il morto, però che la luce sua è mancata; e sopra il pazzo piagni, però ch' egli mancoe nel senno. | 10 Parlare a uno stolto è parlare a chi ha sonno; alla fine dirà: «Cosa c’è?». |
11 Piagni poco sopra il morto, però ch' egli si riposoe. | 11 Piangi per un morto perché ha perduto la luce, piangi per uno stolto perché ha perduto il senno. Piangi meno per un morto perché ora riposa, ma la vita dello stolto è peggiore della morte. |
12 La vita del reissimo è più reissima oltre la vita del pazzo. | 12 Il lutto per un morto dura sette giorni, per uno stolto ed empio tutti i giorni della sua vita. |
13 Il pianto del morto sia sette dì; del pazzo e del reo, tutti i dì della vita loro è da piagnere. | 13 Con uno stolto non prolungare il discorso, e non frequentare l’insensato: nella sua insipienza ti disprezzerà in ogni modo. Guàrdati da lui, per non avere noie e per non contaminarti al suo contatto. Evitalo e troverai pace, non sarai disgustato dalla sua insipienza. |
14 Non parlare molto col pazzo, e col disensato non andare. | 14 Che c’è di più pesante del piombo? E qual è il suo nome, se non quello di stolto? |
15 Astienti da lui, acciò che tu non abbi gravezza; e non ti sozzerai del peccato di colui. | 15 Sabbia, sale e massa di ferro si portano meglio che un insensato. |
16 Schìfati da lui, e troverai requie, e non cadrai nella sua stoltizia. | 16 Una travatura di legno ben connessa in una casa non viene scompaginata per un terremoto, così un cuore consolidato da matura riflessione non si scoraggia nel momento critico. |
17 Quale cosa si graverà sopra il piombo? e che è a colui altro nome, che pazzo? | 17 Un cuore sorretto da sagge riflessioni è come un bel fregio su parete levigata. |
18 Più agevole è a portare rena e sale o masse di ferro, che l'uomo sciocco e pazzo e malvagio. | 18 Ciottoli posti su un’altura di fronte al vento non resistono, così un cuore meschino, basato su stolti pensieri, non regge di fronte a un qualsiasi timore. |
19 Sì come il tavolato del legno, incatenato al fondamento dello edificio, non si dissolve, così il cuore confermato col pensiero del consiglio. | 19 Chi punge un occhio lo fa lacrimare, chi punge un cuore ne scopre il sentimento. |
20 Il pensiero del savio in nullo tempo incattiverae (nè) per paura. | 20 Chi scaglia un sasso contro gli uccelli li mette in fuga, chi offende un amico rompe l’amicizia. |
21 Come la paglia negli alti luoghi, e la calcina trita sanza mistione, posta alla faccia del vento, non staranno ferme; | 21 Se hai sguainato la spada contro un amico, non disperare: può esserci un ritorno. |
22 così il cuore pauroso nel pensiero dello stolto non resisterae contro allo assalto della paura. | 22 Se hai aperto la bocca contro un amico, non temere: può esserci riconciliazione, tranne il caso d’insulto, di arroganza, di segreti svelati e di un colpo a tradimento; in questi casi ogni amico scompare. |
23 Come (l' ornato arenoso nel pariete polito così) il cuore timoroso nel pensiero del pazzo in ogni tempo non ha paura, così colui che persevera nelli comandamenti di Dio sempre. | 23 Conquìstati la fiducia del prossimo nella sua povertà, per godere con lui nella sua prosperità. Nel tempo della tribolazione restagli vicino, per avere parte alla sua eredità. L’apparenza infatti non è sempre da disprezzare né deve meravigliare che un ricco non abbia senno. |
24 Colui che si pugne l'occhio, ne fa uscire le lagrime; e colui che si pugne il cuore profera, senno. | 24 Prima del fuoco c’è vapore e fumo di fornace, così prima del sangue ci sono le ingiurie. |
25 Si come colui che getta la pietra nelli uccelli, caccia quelli; così colui che villaneggia l'amico dissolve l' amistade. | 25 Non mi vergognerò di proteggere un amico, non mi nasconderò davanti a lui. |
26 Verso l'amico se tu traesti fuori il coltello, non ti disperare; però che si puote ritornare allo amico. | 26 Se mi succederà il male a causa sua, chiunque lo venga a sapere si guarderà da lui. |
27 Se elli aprirae la bocca con tristizia, non temere; però che se ne puote rammendare, eccetto la villania e il rimprovero e la superbia e del secreto la revelazione e la piaga fraudolente; in queste cose tutte l'amico fuggirae. | 27 Chi porrà una guardia alla mia bocca, e alle mie labbra un sigillo guardingo, perché io non cada per colpa loro e la mia lingua non sia la mia rovina? |
28 La fede possiedi collo amico nella povertade sua, acciò che ti rallegri nel bene suo. | |
29 Nel tempo della sua tribulazione stàlli fedele, acciò che nella sua ereditade tu sia erede con lui. | |
30 Il vapore è dinanzi dal fuoco della caminata, e il fumo del fuoco va in alto; così vanno innanzi al sangue li rei detti e le villanie e le minaccie. | |
31 Non mi vergogneroe di salutare l'amico, e non mi nasconderoe dalla faccia sua; e se per lui mi verrae male, sì lo sosterroe. | |
32 Ciascuno che m' intenderae, si guarderà da quello. | |
33 Or chi darà alla bocca mia, guardia, e sopra le labbre mie certo sigillo, sì che io non caggia in quelli, e la lingua mia perisca me? |