Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Sapienza 15


font

1Ma tu, Iddio nostro, se' soave e vero e paziente, e che disponi tutte le cose in misericordia.2E imperciò, se noi pecchiamo, noi siamo pure tuoi, e sappiamo la grandezza tua; e se noi non pecchiamo, noi sappiamo che appo te noi siamo computati.3E il sapere te è consumata giustizia; e conoscere la giustizia e la virtù tua è radice di immortalitade.4Non indusse noi in errore lo sottigliamento delli uomini della mala arte, nè l'ombra della pittura fatica sanza frutto, la figura intagliata per varii colori;5la cui vista a diletto del disensato dà desiderio, e ama le imagini della cosa morta sanza anima.6Degni sono (di morte) li amatori [del] le cose malfatte, li quali hanno speranza in cotali cose, e chi fanno quelle imagini, e coloro che le adorano che le amano.7Ma il figolaio, che preme la terra molle, faticosamente compone (li vasi) al nostro uso ciascuno vaso; e d' una medesima terra compone quelli vasi che sono mondi in uso, e similmente quelli che sono contrarii a questi; quale sia l'uso di questi vasi, il pentolaio stesso n'è giudice.8Elli compone di quella medesima terra iddio con vana fatica ( ch' elli fae li altri vasi); colui che poco inanzi fatto fue di terra, dopo un poco inganna, ridomandando il debito dell' anima ch' elli avea.9Ma la cura sua è, non ch' elli deve lavorare, nè come elli è piccola vita, ma contendendosi colli orefici e colli argentieri, e' sèguitali; e antimette la fama sua, però ch' elli compone cose di soperchio vane.10Cenere è il cuore suo; e la speranza sua sì è terra vana, e la vita sua sì è più vile del fango.11Però ch' egli non sa colui che il fece, e chi mise in lui l'anima, e chi soffioe in lui spirito vitale (e adora quelle cose ch' elli lavoroe).12Ma loro stimarono la vita nostra essere concupiscenza; e che la conversazione della vita fusse composta al guadagno, e che bisogno era che ciascuno eziandio di male acquistasse.13Colui conosce sopra tutti sè peccare, il quale. della materia di terra compone li vasi fragili e idoli.14Tutti disavventurati, oltra modo sono superbi sopra la condizione dell' anima sua, i nimici del popolo tuo, e [coloro che] signoreggiano quello.15Però ch' egli stimarono che tutti li idoli delle nazioni fussono iddii, li quali non hanno lume d' occhi a vedere, nè nari da odorare, nè orecchie da udire, nè mani da palpare, e li loro piedi sono pigri ad andare.16L'uomo fece loro, e colui a cui fu prestata la vita. Nullo uomo potrà (possibilmente) componere Iddio simile a sè.17Conciosia cosa ch' elli sia cosa mortale, elli compone cosa morta colle mani inique; più vale egli, che colui ch' egli adora, però ch' egli per certo vivette, conciosia cosa ch' elli sia mortale; ma li idoli non vivettono mai.18Ma elli, miserissimi, adorano li animali; e cose sanza sentimento, assomigliate a queste, peggiori sono di queste.19Ma ancora non puote vedere per ragguardamento, alcuno di questi animali, cosa buona. Fuggirono la laude di Dio, e la benedizione sua.