SCRUTATIO

Montag, 23 Juni 2025 - San Giuseppe Cafasso ( Letture di oggi)

Ester 16


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BIBBIA VOLGAREVULGATA
1 Questo è lo esempio della epistola dello re Artaserse, la qual lui mandò in favore degli Giudei a tutte le sue provincie; e non si trova in li libri Ebrei,
Lo grande re Artaserse dall' India insino alla Etiopia, in cento XXVII provincie, a tutti i prìncipi e rettori e vicarii, i quali sono sotto la nostra suggezione, salute (e buono amore).
1 Rex magnus Artaxerxes ab India usque Æthiopiam, centum viginti septem provinciarum ducibus ac principibus qui nostræ jussioni obediunt, salutem dicit.
2 Per molto amore e stato, che alcuno hae avuto dalla nostra signoria, sono saliti in superbia (tanto che i loro compagni riputavano a nulla).2 Multi bonitate principum et honore, qui in eos collatus est, abusi sunt in superbiam :
3 E non solo cercano di opprimere li sudditi alli re, ma (la sentenza regale per loro consiglio hanno voluto rompere, e) delli loro onori non sono stati conoscenti; e hanno cercato di procurare insidie contro a quelli dalli quali sono stati onorati (e hanno ricevuto questi onori).3 et non solum subjectos regibus nituntur opprimere, sed datam sibi gloriam non ferentes, in ipsos qui dederunt, moliuntur insidias.
4 E credendo essere d' ogni cosa degni, e contro a coloro, i quali tutti i nostri comandamenti senza alcuno difetto osservano, e nelle loro operazioni sono degni di essere onorati,4 Nec contenti sunt gratias non agere beneficiis, et humanitatis in se jura violare, sed Dei quoque cuncta cernentis arbitrantur se posse fugere sententiam.
5 con loro mentiri proponendo a noi il falso, contra di loro falsa sentenzia hanno fatta dare; e questo è per molte parole false, le quali tutto dì alla nostra presenza riportavano; e perciò che sempre abbiamo loro creduto, imaginando che fossero leali alla corona, sì lo credemmo.5 Et in tantum vesaniæ proruperunt, ut eos qui credita sibi officia diligenter observant, et ita cuncta agunt ut omnium laude digni sint, mendaciorum cuniculis conentur subvertere,
6 Onde si de' provvedere che la sentenza data non venga ad effetto, non riputando che dalla nostra parte sia largita; ma fassi per tornare alla veritade e alla giustizia.6 dum aures principum simplices, et ex sua natura alios æstimantes, callida fraude decipiunt.
7 E sì come tutte le antiche istorie provano, e per le cose che ogni giorno accadono, come per male relazioni d'alcuni li pensieri delli re sono depravali;7 Quæ res et ex veteribus probatur historiis, et ex his quæ geruntur quotidie, quomodo malis quorumdam suggestionibus regum studia depraventur.
8 però voglio dare provisione alla pace di tutte le provincie.8 Unde providendum est paci omnium provinciarum.
9 E anco non dovete pensare, che se noi comandiamo diverse cose, che questo proceda per nostra leggerezza, ma per la condizione e necessità de' tempi, acciò che la utilità della cosa publica possi fare giudicio.9 Nec putare debetis, si diversa jubeamus, ex animi nostri venire levitate, sed pro qualitate et necessitate temporum, ut reipublicæ poscit utilitas, ferre sententiam.
10 Ma perciò che lo intendimento mio abbiate più certo, io vi manifesteroe che questo male ha voluto fare Aman figliuolo di Amadati, e dell' animo e della nazione di Macedonia, forestiere alla gente di Persia, occultandosi a noi la sua malizia per la nostra benignità. Venendo a noi forestiere, in grande stato lo ricevemmo.10 Et ut manifestius quod dicimus intelligatis, Aman filius Amadathi, et animo et gente Macedo, alienusque a Persarum sanguine, et pietatem nostram sua crudelitate commaculans, peregrinus a nobis susceptus est :
11 E intanto lo avemo fatto grande, che di tutta la gente secondo allo re era onorato e adorato.11 et tantam in se expertus humanitatem, ut pater noster vocaretur, et adoraretur ab omnibus post regem secundus :
12 E a tanto era venuto, che desiderava di levarci dalla nostra potenza per possederla a sè.12 qui in tantum arrogantiæ tumorem sublatus est, ut regno privare nos niteretur et spiritu.
13 E a Mardocheo il quale è a noi grazioso, e alla regina Ester la quale è nostra donna, e a tutti quelli della gente loro, con suoi inganni sì fece dare sentenza di morte;13 Nam Mardochæum, cujus fide et beneficiis vivimus, et consortem regni nostri Esther cum omni gente sua, novis quibusdam atque inauditis machinis expetivit in mortem :
14 imaginando (che) morti costoro (e io rimanendo con poca gente) di volere egli a me resistere, e il regno di Persia fare tornare alla gente di Macedonia.14 hoc cogitans ut illis interfectis, insidiaretur nostræ solitudini, et regnum Persarum transferret in Macedonas.
15 E non tanto ch' io disaminando il popolo giudaico, loro trovassi degni di morte, anzi gli trovai.degni d'ogni grazia; imperciò ch' erano osservatori della legge (e di tutti i nostri comandamenti),15 Nos autem a pessimo mortalium Judæos neci destinatos, in nulla penitus culpa reperimus, sed e contrario justis utentes legibus,
16 e sempre sono stati figliuoli di Dio altissimo vivente, per lo beneficio del quale n'è stato dato questo reame dal tempo degli antichi nostri, ed ecci stato custodito insino al dì d' oggi.16 et filios altissimi et maximi semperque viventis Dei, cujus beneficio et patribus nostris et nobis regnum est traditum, et usque hodie custoditur.
17 E imperciò le lettere, le quali (quello maledetto) Aman mandoe incontro a questo popolo, io le revoco e facciole vane.17 Unde eas litteras, quas sub nomine nostro ille direxerat, sciatis esse irritas.
18 Ed egli che diede questo consiglio e la sua gente sono dinanzi alla porta di Susa impiccati per la gola, non per nostra operazione, ma per operazione di Dio rendendogli quello che meritava.18 Pro quo scelere ante portas hujus urbis, id est, Susan, et ipse qui machinatus est, et omnis cognatio ejus pendet in patibulis : non nobis, sed Deo reddente ei quod meruit.
19 Il comandamento, ch' io ora vi comando, è questo a tutti i Giudei sia lecito osservare la sna legge (senza alcuno impedimento);19 Hoc autem edictum, quod nunc mittimus, in cunctis urbibus proponatur, ut liceat Judæis uti legibus suis.
20 e che coloro, i quali erano alla loro morte apparecchiati, che loro ne possano prendere vendetta buona e questo si faccia a' XIII dì del mese di Adar.20 Quibus debetis esse adminiculo, ut eos qui se ad necem eorum paraverant, possint interficere tertiadecima die mensis duodecimi, qui vocatur Adar.
21 E questo giorno hae Iddio a loro dalla tristizia recato in allegrezza.21 Hanc enim diem, Deus omnipotens, mœroris et luctus, eis vertit in gaudium.
22 E perciò volemo che questo giorno fra l'altre feste sia nominato, e fattone grande solennitade, acciò che in perpetuo si ricordi,22 Unde et vos inter ceteros festos dies, hanc habetote diem, et celebrate eam cum omni lætitia, ut et in posterum cognoscatur,
23 che coloro che osservano i comandamenti nostri siano meritati, e che coloro che contra ne fanno siano puniti.23 omnes qui fideliter Persis obediunt, dignam pro fide recipere mercedem ; qui autem insidiantur regno eorum, perire pro scelere.
24 E tutte quelle provincie, cittadi, (castella o ville) che non volessero questo osservare, di coltello e di fuoco siano puniti (e giudicati); e non tanto che gli uomini muoiano, ma insino alle bestie siano deradicati, acciò che niuno giammai ardisca di prevaricare i comandamenti nostri in perpetuo.24 Omnis autem provincia et civitas quæ noluerit solemnitatis hujus esse particeps, gladio et igne pereat, et sic deleatur, ut non solum hominibus, sed etiam bestiis invia sit in sempiternum, pro exemplo contemptus et inobedientiæ.