Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Sapienza 14


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Stoltezza dei naviganti che si raccomandano agli idoli delle loro navi

1Parimente un altro che pensa a navigare, in procinto di attra­versare i furibondi flutti, invoca un legno più fragile di quello che lo porta.2Infatti questo l'ha in­ventato la bramosia del guada­gno, e l'ha costruito l'artefice col­ la sua perizia,3ma è la tua Prov­videnza, o Padre, che lo governa, perchè sei tu che hai tracciato an­che nel mare la via e il sentiero sicuro in mezzo ai flutti.4Mostrando che tu puoi salvare da ogni pericolo, anche dato che uno ignaro dell'arte si metta in mare.5Ma affinchè non restassero inuti­li le opere di tua sapienza, per questo anche a fragile legno gli uomini affidano le loro vite e, passando il mare su una barca, si salvano.6Ed anche da princi­pio, quando perirono i superbi giganti, la speranza del mondo si rifugiò in una nave, che, guida­ta dalla tua mano, lasciò al mon­do il seme delle generazioni.

Maledizione di Dio contro gl'idoli

7Benedetto il legno pel quale è fatta la giustizia;8ma maledet­to il legno ridotto a idolo, esso e chi l'ha fatto: questi, perchè l'ha lavorato, quello, perchè, essendo corruttibile, ebbe il nome di Dio.9Ugualmente sono odiosi a Dio e l'empio e la sua empietà10e sarà punita l'opera con chi la fece.11Per questo gli idoli delle nazioni non saran risparmiati, perchè, creature di Dio, servirono all'abbominazione, divennero tenta­zione per le anime degli uomini e laccio ai piedi degli stolti.12Infatti l'invenzione degli ido­li è principio di fornicazione, e l'averli introdotti fu corrompere la vita.13Essi non furono da prin­cipio, nè dureranno per sempre;14per un vaneggiamento degli uo­mini furono introdotti nel mon­do, e quindi sarà presto trovato il modo di finirli.

Origine dell'adorazione degli idoli

15Un padre, pieno di acerbo do­lore, si fece il ritratto del figlio rapitogli sì presto, e quello che allora era morto come uomo, onorò qual dio e gli assegnò tra i suoi dipendenti culto e sacrifizi.16Poi coll'andar del tempo, raf­forzatosi l'empio costume, ta­le errore fu osservato qual leg­ge e per ordine dei sovrani fu­rono adorate le statue;17e di quelli che gli uomini non potevano onorare in faccia, perchè lontani, fu fatta venire da lontano l'imagine. Esposero l'imagine del re che volevano onorare, per osse­quiarlo, nel loro zelo, assente co­me se fosse presente.18A tal cul­to furono spinti anche gli igno­ranti dalla finissima diligenza dell'artefice.19Egli infatti, per piacere al suo padrone, adoperò tutta la sua arte per farne più bella l'imagine.20Così la folla, attratta dalla bellezza del lavoro, giunse a considerare come un Dio colui che prima era onorato come uomo.21E questo fu un inganno per la vita umana, in quanto gli uo­mini, assecondando l'affetto o i tiranni, diedero alla pietra e al legno il nome incomunicabile.

Le conseguenze dell'idolatria

22Nè bastò avere sbagliato nella cognizione di Dio, ma, viven­do nella grande guerra dell'igno­ranza, a sì grandi mali dànno il nome di pace.23Ora immolano i propri figlioli, or fanno tenebrosi sacrifizi, or passan la notte in orgie infami.24Non conservano puri nè la vita nè le nozze; ma l'uno uccide l'altro per invidia o lo contrista con adulterii.25E tutto è sottosopra: sangue, omi­cidi, furti, frodi, corruzioni, in­ fedeltà, tumulti, spergiuri, vessa­zione dei buoni,26dimenticanza di Dio, contaminazione delle anime, inversione dei sessi, incostanza nei matrimoni, adulterii, impudicizie;27perchè l'abomine­vole culto degli idoli è causa, prin­cipio e fine d'ogni male.28Essi o folleggiano in gozzoviglie, o va­ticinano il falso, o vivon nell'in­giustizia e senza esitazione sper­giurano,29perchè, fidando in ido­li inanimati, non temono alcun pregiudizio pei loro spergiuri.30Ma avranno la ben meritata punizione, e per l'uno e per l'al­tro motivo, e perchè, dediti ai loro idoli, mal pensarono di Dio, e perchè ingiustamente spergiu­rarono, con fraudolento disprez­zo della giustizia.31Non la poten­za di quelli pei quali giurano, ma il castigo dovuto ai peccatori sem­pre incalza le prevaricazioni degli empi.