Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Giudici 14


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LA SACRA BIBBIABIBBIA VOLGARE
1 Una volta Sansone, che era andato a Timna, posò i suoi occhi, in questa città, su una giovane donna filistea.1 E andossene Sansone in Tamnata; e vedendo una femina de' Filistei,
2 Tornò subito indietro per dire a suo padre e a sua madre: "Ho visto in Timna una giovane filistea e ora voglio che me la andiate a prendere in moglie".2 tornò a casa sua, e annunciò al padre suo e alla madre, dicendo: io ho veduto una femina in Tamnata de' figliuoli de' Filistei, la quale vi prego che voi la mi diate per moglie.
3 Suo padre e sua madre gli risposero: "Fra la tua gente e fra tutto il tuo popolo non ci sono forse donne, perché tu vada a prenderti una moglie fra i Filistei incirconcisi?". Ma Sansone rispose: "Prendimi quella, perché è lei che mi piace".3 Al quale sì dissono il padre e la madre sua: or non è figliuola alcuna tra le figliuole de' tuoi fratelli, e in tutto il popolo tuo, però che tu vuoli pigliare moglie de' Filistei, i quali sono incirconcisi? E disse Sansone al padre suo: questa mi togli e dà per moglie, perciò che questa sì (mi piace ed) è accetta agli occhii miei.
4 Suo padre e sua madre non sapevano che ciò avveniva per volontà del Signore, il quale cercava un modo per provocare i Filistei che in quel tempo dominavano Israele.4 E non sapea il padre suo e la madre sua, che questa cosa procedesse (e fosse) da Dio, e andasse cercando cagione contro a' Filistei; imperciò che i Filistei signoreggiavano i figliuoli d' Israel.
5 Sansone mosse dunque alla volta di Timna con suo padre e sua madre e sostarono a Carme-Timna. Ed ecco che un leone si fece incontro a Sansone ruggendo.5 E andò giuso in Tamnata Sansone, col padre suo e con la madre sua. Ed essendo giunti alle vigne del castello, sì apparìo uno lioncello giovane, molto crudele (e adirato), e muggiando gli si fece incontro (nella via).
6 Questi, investito dallo spirito del Signore, senza aver nulla in mano, squartò il leone come si squarta un capretto. Però non raccontò la sua impresa né al padre né alla madre.6 E venne adosso lo Spirito di Dio, e infiammoe Sansone; e andò adosso al leone, e tutto lo lacerò (e ismembrò) sì come avesse fatto pezzi d' uno capretto, non avendo alcuna cosa in mano; e ciò non volse manifestare nè al padre nè alla madre.
7 Poi continuò il suo viaggio per incontrarsi con la donna che gli piacque ancora.7 E andò giuso, e favellò a quella femina la quale era piaciuta agli occhii suoi.
8 Qualche giorno dopo, rifacendo di nuovo la strada per andare a sposarla, lasciò la strada per andare a vedere la carcassa del leone e trovò che, dentro, le api vi avevano fatto un favo pieno di miele.8 E dopo parecchii dì, ritornando per torla (e menarla) per moglie, andò fuori della strada per vedere il corpo morto del leone; ed ecco nella bocca del leone uno isciamo d' api, e dentro il mele.
9 Trattolo fuori, si rimise in cammino, tenendolo in mano e mangiandolo. Raggiunti poi suo padre e sua madre, ne offrì anche a loro, che ne mangiarono, ma non raccontò loro che aveva preso quel miele nella carcassa del leone.9 Il quale, pigliandolo nelle sue mani, andava manicando per la via; e vegnendo al padre suo e alla madre sua, diede loro parte, i quali ancora sì ne manicarono: e ancora non volse dire loro, che avesse tolto il mele del corpo del leone.
10 Il padre di Sansone si presentò alla casa della donna, dove Sansone offrì un banchetto, secondo l'usanza dei giovani.10 E andò giuso il padre di Sansone a questa femina; e sì fece al suo figliuolo Sansone (le nozze e) il convito; imperciò che così erano usati di fare i giovani.
11 Quando la gente del posto lo vide, gli scelse una scorta d'onore di trenta compagni che stessero con lui.11 E veggendo i cittadini di quello luogo Sansone, sì diedero XXX sodali (e compagni), che istessero con lui.
12 Sansone disse loro: "Voglio proporre un enigma: se vi riuscirà di trovarne la soluzione e riportarmela nei sette giorni del banchetto, io vi darò trenta tuniche e trenta bei vestiti.12 Ai quali disse Sansone: io vi proporrò (e dirò) una questione (e una parola); la quale se voi la (mi saprete dire e) iscioglierete infra sette dì che dura il convito (e le nozze), io vi darò XXX zendadi (ovvero guarnaccie) e altrettante tuniche;
13 Ma se non vi riuscirà di risolverlo, sarete voi a darmi trenta tuniche e trenta bei vestiti". Essi gli risposero: "Facci sentire il tuo enigma".13 ma se voi non la (potrete dire nè non) saprete isciogliere, voi darete a me XXX zendadi (ovvero XXX guarnaccie) e altrettante tuniche. I quali si rispuosono (e dissono): proponi e di' questa questione (e questa parola), acciò che noi l'udiamo.
14 Disse loro Sansone: "Da colui che mangia è venuto fuori cibo. Dal forte è uscito qualcosa di dolce". Ma in capo a tre giorni non erano ancora riusciti a risolvere l'enigma.14 E disse Sansone: di colui che mangiava uscìo cibo (e cosa da mangiare), e di cosa forte uscìo dolcezza. E non poterono questi compagni per tre di isciogliere questo detto (quello che si volesse dire).
15 Al quarto giorno essi si rivolsero alla moglie di Sansone: "Seduci tuo marito, perché ci dia lui la soluzione, altrimenti daremo fuoco a te e alla casa di tuo padre! Ci avete invitato qua per derubarci!?".15 E approssimandosi il settimo dì, dissono costoro alla moglie di Sansone: lusinga il tuo marito, ch' egli ti dica che vuole dire la questione (e la parola, la quale ha detta); la quale cosa se tu non vorrai fare, noi metteremo a fuoco te e la casa del padre tuo: adunque per ciò ci chiamasti alle nozze, acciò che ci spogliaste?
16 Allora la moglie di Sansone si mise a piangere fra le sue braccia; diceva: "Però tu mi odi e non sei innamorato di me. Tu hai proposto un enigma a quelli della mia gente, senza dire la soluzione neanche a me". Sansone le rispose: "Non l'ho detta neanche a mio padre e a mia madre, perché dovrei dirla a te?".16 La quale continuamente gittava le lacrime (e piagnea) inanzi a Sansone, e sì si rammaricava, dicendo tu m' hai in odio e non m' ami; e però la questione (e le parole) che proponesti (e dicesti) agli figliuoli del popolo mio, tu non mi vogli isponere. E quegli respuose (e disse): al mio padre e alla mia madre nol volsi dire, e ora come il potrò dire a te?
17 Essa continuò a piangere fra le sue braccia per tutti e sette i giorni che durò il banchetto, finché il settimo giorno Sansone, non resistendo più alle insistenze della donna, finì con lo svelarle la soluzione, che essa riferì subito alla sua gente.17 E continuamente quegli sette di delle nozze, non facea altro che piagnerli innanzi: e pure l'ultimo die, cioè il settimo, essendogli costei sì molesta, (e molto molestandolo) esso glielo espose (e disse quello che volea dire). La quale incontanente sì disse a' suoi cittadini le dette parole (ed espose loro quello che voleano dire).
18 Così il settimo giorno, prima che tramontasse il sole, gli uomini della città dissero a Sansone: "Che cosa è più dolce del miele? E che cosa più forte del leone?". Rispose loro Sansone: "Se non aveste arato con la mia giovenca, non avreste risolto il mio enigma".18 E quelli sì il dissono a Sansone il settimo dì, dinanzi che il sole tramontasse: qual è quella cosa che ene più dolce che miele, e quale quella cosa che è più forte che il leone? Il quale sì disse loro: se voi non aveste arato colla vitella mia (cioè se voi non foste aiutati colla moglie mia), voi non avreste sciolta (nè saputa dire) la proposizione e il detto mio.
19 Allora, investito dallo spirito del Signore, Sansone discese ad Ascalon, vi uccise trenta uomini, tolse loro le vesti che avevano e così poté dare le trenta vesti a coloro che avevano risolto l'enigma. Ma ormai in preda allo sdegno, se ne tornò alla casa di suo padre.19 E venne sopra di lui lo Spirito di Dio (e tutto l'accese e infiammò), e andossene giuso in Ascalone; e quivi uccise trenta uomini, togliendo i vestimenti loro; e dièlli a coloro che aveano isciolto la parola che egli (disse e) propose. E fortemente turbato si ritornò suso in casa del padre suo.
20 La moglie di Sansone fu data in sposa al suo paraninfo.20 E la moglie sì tolse poi il marito degli amici suoi e de' cognati,