Scrutatio

Mercoledi, 15 maggio 2024 - Sant'Isidoro agricoltore ( Letture di oggi)

Lettera ai Romani 14


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NOVA VULGATABIBBIA MARTINI
1 Infirmum autem in fide assumite, non in disceptatio nibus cogitationum.1 Porgete la mano a colui, che è debole di fede, non disputando delle opinioni.
2 Alius enim credit manducare omnia; qui autem infirmus est, holus manducat.2 Imperocché uno crede di mangiare qualunque cosa: quegli poi che è debole, mangi degli erbaggi.
3 Is qui manducat, non manducantem non spernat; et, qui non manducat, manducantemnon iudicet, Deus enim illum assumpsit.3 Colui, che mangia, non dispregi colui, che non mangia: e colui che non mangia, non condanni uno, che mangia: perché Dio lo ha preso per se.
4 Tu quis es, qui iudices alienumservum? Suo domino stat aut cadit; stabit autem, potens est enim Dominusstatuere illum.
4 Chi se' tu, che condanni il servo altrui? Egli sta ritto, o cade pel suo padrone: ma egli starà ritto: perché potente è Dio per sostenerlo.
5 Nam alius iudicat inter diem et diem, alius iudicat omnem diem; unusquisque insuo sensu abundet.5 Imperocché uno distingue tra giorno, e giorno: un altro poi tutti i giorni confonde: ognuno segua il proprio parere.
6 Qui sapit diem, Domino sapit; et, qui manducat, Dominomanducat, gratias enim agit Deo; et, qui non manducat, Domino non manducat etgratias agit Deo.6 Chi tien conto di un giorno, ne tien conto per amor del padrone. E chi mangia, mangia pel padrone: imperocché rende grazie a Dio. E chi non mangia, non mangia pel padrone, e a Dio rende grazie.
7 Nemo enim nostrum sibi vivit, et nemo sibi moritur;7 Imperocché niuno di noi per se medesimo vive, e niuno per se muore.
8 siveenim vivimus, Domino vivimus, sive morimur, Domino morimur. Sive ergo vivimus,sive morimur, Domini sumus.8 Imperocché se viviamo, viviamo per il padrone: se muoiamo, muoiamo per il padrone. O muoiamo adunque, o viviamo, siamo del padrone.
9 In hoc enim Christus et mortuus est et vixit, utet mortuorum et vivorum dominetur.
9 Imperocché Cristo ed è morto, ed è risuscitato, alfine di essere Signore dei vivi, e de' morti.
10 Tu autem, quid iudicas fratrem tuum? Aut tu, quare spernis fratrem tuum?Omnes enim stabimus ante tribunal Dei;10 Ma tu perché giudichi il tuo fratello? ovvero perché disprezzi il tuo fratello? Imperocché tutti compariremo davanti al tribunale di Cristo.
11 scriptum est enim:
“ Vivo ego, dicit Dominus,
mihi flectetur omne genu,
et omnis lingua confitebitur Deo ”.
11 Conciossiachè sta scritto: Vivo io, dice il Signore, a me piegherassi ogni ginocchio: e tutte le lingue confesseranno Dio.
12 Itaque unusquisque nostrum pro se rationem reddet Deo.12 Ognun di noi adunque renderà di se conto a Dio.
13 Non ergo ampliusinvicem iudicemus, sed hoc iudicate magis, ne ponatis offendiculum fratri velscandalum.
13 Non ci giudichiamo adunque più gli uni gli altri: ma piuttosto vostra sentenza sia, che non ponghiate inciampo, o scandalo al fratello.
14 Scio et certus sum in Domino Iesu, quia nihil commune per seipsum, nisi ei,qui existimat quid commune esse, illi commune est.14 Io so, ed ho fidanza nel Signore Gesù, che non v' ha cosa impura di per se stessa, eccetto che per chi tiene, che una cosa è impura, per lui ella è impura.
15 Si enim propter cibumfrater tuus contristatur, iam non secundum caritatem ambulas. Noli cibo tuoillum perdere, pro quo Christus mortuus est!15 Ma se per un cibo il tuo fratello resta conturbato, già tu non cammini secondo la carità. Non volere per il tuo cibo mandar in rovina uno, per cui è morto Cristo.
16 Non ergo blasphemetur bonumvestrum!16 Non sia adunque bestemmiato il bene nostro.
17 Non est enim regnum Dei esca et potus, sed iustitia et pax etgaudium in Spiritu Sancto;17 Imperocché il regno di Dio non è cibo, e bevanda: ma giustizia, e pace, e gaudio nello Spirito santo:
18 qui enim in hoc servit Christo, placet Deo etprobatus est hominibus.18 Imperocché chi in queste cose serve a Cristo, piace a Dio ed è approvato dagli uomini.
19 Itaque, quae pacis sunt, sectemur et quaeaedificationis sunt in invicem.19 Attenghiamoci adunque a ciò, che giova alla pace: e osserviamo quello, che fa per la mutua edificazione.
20 Noli propter escam destruere opus Dei! Omniaquidem munda sunt, sed malum est homini, qui per offendiculum manducat.20 Non volere per un cibo distruggere l'opera di Dio. Tutte le cose veramente sono monde: fa però male, un uomo, che mangia con iscandalo.
21 Bonumest non manducare carnem et non bibere vinum neque id, in quo frater tuusoffendit.
21 Bene stadi non mangiar carne, a di non ber vino, né cosa per cagion della quale il tuo fratello inciampa, od è scandalizzato, o si indebolisce.
22 Tu, quam fidem habes, penes temetipsum habe coram Deo. Beatus, qui noniudicat semetipsum in eo quod probat.22 Tu hai la fede? Abbila presso di te dinanzi a Dio; beato chi non condanna se stesso in quello, che elegge.
23 Qui autem discernit si manducaverit,damnatus est, quia non ex fide; omne autem, quod non ex fide, peccatum est.
23 Ma chi fa distinzione, se mangia, è condannato: perché non secondo la fede. Or tutto quello, che non è seconda la fede è peccato.