Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Siracide 38


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NOVA VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Honora medicum propter necessitatem;
etenim illum creavit Altissimus.
1 Onora il medico per la necessitade; certo Iddio il creoe.
2 A Deo est enim illi sapientia,
et a rege accipiet donationem.
2 Ogni medicina è da Dio, e dal re riceverà dono.
3 Disciplina medici exaltabit caput illius,
et in conspectu magnatorum collaudabitur.
3 La disciplina del medico, esaltoe il capo del medico, e nel cospetto de' grandi uomini fia laudato.
4 Altissimus creavit de terra medicamenta,
et vir prudens non abhorrebit illa.
4 L' Altissimo creoe le medicine di terra, e il savio uomo non averà quelle medicine in orrore.
5 Nonne a ligno indulcata est aqua amara,
5 Or non è l'acqua amara fatta dolce dal legno?
6 ut agnoscerent homines virtutem illius?
Et dedit hominibus scientiam Altissimus,
ut honoraretur in mirabilibus suis.
6 E fu data al conoscimento delli uomini la virtude delle medicine (di quelle cose s' appartiene); e l' Altissimo diede la scienza alli uomini, per essere onorato nelle sue maraviglie.
7 In his curans mitigabit dolorem,
et unguentarius faciet pigmenta suavitatis,
ut non consumantur opera eius:
7 Con queste cose il medico mitiga la doglia, e l' unguentario farà (d' esse) unguenti di soavitade, e comporranne unzioni di sanitade; e non si finiranno l' opere sue.
8 et salus super faciem terrae.
8 La pace di Dio sopra la faccia della terra.
9 Fili, in tua infirmitate ne despicias teipsum,
sed ora Dominum, et ipse curabit te.
9 Figliuolo, nella tua infermitade non dispregiare te medesimo; ma adora Iddio, acciò ch' egli ti guarisca.
10 Averte a delicto et dirige manus
et ab omni peccato munda cor tuum;
10 Partiti dal peccato, e dirizza le tue mani, e monda il cuore tuo da ogni peccato.
11 da suavitatem et memoriam similaginis
et impingua oblationem pro opibus tuis.
Et da locum medico,
11 Dà soavitade e memoria di oblazione, e ingrassa l'offerta, e dà luogo al medico;
12 etenim illum Dominus creavit;
et non discedat a te, quia opera eius sunt necessaria.
12 però che Iddio il creoe; e non si parta da te, però che le opere sue sono necessarie.
13 Est enim tempus, quando per manus illorum est solacium.
13 Egli è tempo, che tu corri nelle mani loro.
14 Ipsi vero Dominum deprecabuntur,
ut dirigat ad rectam cognitionem
et prosperet curationem.
14 E loro pregheranno Iddio, che ti dirizzi il riposo loro, e la sanitade (tua) per la loro conversazione (teco).
15 Qui delinquit in conspectu eius, qui fecit eum,
incidet in manus medici.
15 Chi pecca nel cospetto di colui che il fece, caderae nelle mani del medico.
16 Fili, in mortuum produc lacrimas
et, quasi dira passus, incipe lamentationem
et secundum iudicium contege corpus illius
et non despicias sepulturam illius.
16 Figliuolo, produci lacrime verso il morto, e sì come tu avessi infermitade comincia a piangere; e secondo la condizione cuopri il corpo di colui, e non disprezzare la sua sepoltura.
17 Amare fer fletum et perfice lamentum
17 Per lo suo partimento amaramente porta il dolore di colui uno die, e consòlati per la tristizia.
18 et fac luctum secundum meritum eius,
uno die vel duobus propter detractionem,
et consolare propter tristitiam.
18 E fa pianto, secondo il merito suo, uno die o due, per rimuover la mormorazione.
19 A tristitia enim festinat mors,
et tristitia cordis flectit virtutem.
19 Dalla tristizia viene tosto la morte, (e impedisce) e cuopre la virtù (vitale); e la tristizia del cuore ripiega la testa dell' uomo.
20 In abductione permanet tristitia,
et vita inopis maledictio cordis.
20 La tristizia dimora nel ricusamento della consolazione; e la sostanza del povero sì è secondo il cuore suo.
21 Ne dederis in tristitia cor tuum,
sed repelle eam a te et memento novissimorum.
21 Non darai in tristizia il cuore tuo; ma cacciala da te, e stiati a mente del fine.
22 Ne ultra memineris: neque enim est conversio;
et huic nihil proderis et teipsum pessimabis.
22 E non lo ti dimenticare; però che non deve ritornare chi muore; e a costui non gioveresti niente, e te medesimo peggioreresti.
23 Memor esto iudicii eius, sic enim erit et tuum:
mihi heri, et tibi hodie.
23 Ricorditi della sentenza mia; però che così sarà di te; a me fu jeri, e a te fia oggi.
24 In requie mortui requiescere fac memoriam eius
et consolare in illo in exitu spiritus sui.
24 (Al fine) fa riposare la memoria del morto nel riposo suo; e consola lui nello suscitamento della sua anima.
25 Sapientia scribae in opportunitate vacationis;
et, qui minoratur operatione, ipse sapientia replebitur.
Qua sapientia replebitur,
25 Nota la sapienza nel tempo che tu starai in ozio; e chi scema nell' operare apprenderae la sapienza: però ch' elli si riempierae di sapienza
26 qui tenet aratrum
et qui gloriatur in iaculo stimuli?
Boves agitat et conversatur in operibus eorum,
et enarratio eius in filiis taurorum.
26 chi tiene l'aratro, e chi si gloria nello lanciotto, col pungitoio tocca i buoi, e conversa nell'opera di quelli, e il suo parlare è ne' figliuoli de' buoi.
27 Cor suum dabit ad versandos sulcos,
et vigilia eius in sagina vaccarum.
27 Il cuore suo darae a volgere gli solchi, il suo vegliare nello ingrassare delle vacche.
28 Sic omnis faber et architectus,
qui noctem tamquam diem transigit,
qui sculpit signacula sculptilia,
et assiduitas eius variare picturam;
cor suum dabit in similitudinem picturae,
et vigilia sua perficere opus.
28 Così ogni maestro di legname e artefice, il quale lavora la notte come il die; colui che intaglia figure rilevate, e la sua sollecitudine è in variare dipinture; darae il cuore suo nella similitudine della pittura, e nella sua vigilia compie l'opera.
29 Sic faber ferrarius sedens iuxta incudem
et considerans opus ferri;
vapor ignis uret carnes eius,
et in calore fornacis concertatur.
29 Così è il fabbro, tenendosi presso all' incudine, e considerando il lavoro del ferro; il vapore del fuoco arderae le carni sue, e nel calore della fornace combatte.
30 Vox mallei exsurdat aurem eius,
et contra similitudinem vasis oculus eius.
30 La voce del martello innuova li suoi orecchi, e l'occhio suo (intende e) cerca la somiglianza del vasello.
31 Cor suum dabit in consummationem operum
et vigilia sua ornare in perfectionem.
31 Il cuore suo darae nel compimento dell' opera, e la vigilia sua adornerae il difetto.
32 Sic figulus sedens ad opus suum,
convertens pedibus suis rotam,
qui in sollicitudine positus est semper propter opus suum,
et in numero est omnis operatio eius;
32 Così è il pentolaio, sedendo all' opera sua, volgendo co' piedi suoi la ruota; il quale sta sempre in luogo solitario per l'opera sua, e sanza numero è ogni sua operazione.
33 in brachio suo formabit lutum
et ante canos suos curvabit virtutem suam:
33 Col braccio suo formerae il luto, e dinanzi a' piedi suoi chinerae la forza sua.
34 cor suum dabit, ut consummet linitionem,
et vigilia sua mundare fornacem.
34 Il cuore suo darà per comperare le limature, e la sua vigilia monderae la fornace.
35 Omnes hi in manibus suis speraverunt,
et unusquisque in arte sua sapiens est.
35 Tutti questi sperano nelle loro mani, e ciascuno è savio nell'arte sua.
36 Sine his omnibus non aedificabitur civitas,
36 Sanza tutti questi non si edificherae la cittade.
37 et non inhabitabunt nec inambulabunt.
Verumtamen in consilium populi non requirentur
et in ecclesiam non transilient;
37 E non persevereranno, e non anderanno dentro, e non translateranno nella chiesa.
38 super sellam iudicis non sedebunt
et decretum iudicii non intellegent
neque palam facient disciplinam et iudicium
et in parabolis non invenientur;
38 Non sederanno sopra la sedia del giudice, e non intenderanno il testamento del giudicio; manifestamente [non] faranno disciplina e giudicio, e non saranno trovati nelli proverbii.
39 sed creaturam laboris confirmabunt,
et sollicitudo illorum in operatione artis.
39 Ma confermeranno la creatura del mondo; il priego di quelli si è nella operazione dell' arte, i quali prestano l'anima sua, agguadagnando nella legge dello Altissimo.