Siracide 19
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NOVA VULGATA | BIBBIA CEI 2008 |
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1 Operarius ebriosus non locupletabitur; et, qui spernit modica, paulatim decidet. | 1 Un operaio ubriacone non arricchirà, chi disprezza le piccole cose cadrà a poco a poco. |
2 Vinum et mulieres apostatare faciunt sensatos; et, qui se iungit fornicariis, peribit: putredo et vermes hereditabunt illum. | 2 Vino e donne fanno deviare anche i saggi, ancora più temerario è chi frequenta prostitute. |
3 Anima audax perdet dominum suum; et tolletur de numero anima eius, et extolletur in exemplum maius. | 3 Putredine e vermi saranno la sua sorte, chi è temerario sarà eliminato. |
4 Qui credit cito, levis corde est et minorabitur; et, qui delinquit in animam suam, quis innoxium faciet? | 4 Chi si fida troppo presto, è di animo leggero, chi pecca, danneggia se stesso. |
5 Qui gaudet iniquitate, denotabitur, et, qui odit correptionem, minuetur vita, et, qui odit loquacitatem, exstinguit malitiam. | 5 Chi si compiace del male, sarà condannato; chi resiste ai piaceri, corona la propria vita. |
6 | 6 Chi domina la lingua, vivrà senza liti; chi odia la loquacità, riduce i guai. |
7 Ne umquam iteres verbum nequam et durum et prorsus non minoraberis. | 7 Non ripetere mai la parola udita e non ne avrai alcun danno. |
8 De amico et inimico noli narrare et, si notum est tibi delictum, noli denudare: | 8 Non parlare né riguardo all’amico né riguardo al nemico, e se puoi farlo senza colpa, non svelare nulla, |
9 audiet enim te et cavebit te et quasi defendens peccatum odiet te. | 9 poiché chi ti ascolta si guarderà da te e all’occasione ti detesterà. |
10 Audisti verbum adversus proximum tuum? Commoriatur in te fidens quoniam non te dirumpet. | 10 Hai udito una parola? Muoia con te! Sta’ sicuro, non ti farà scoppiare. |
11 A facie verbi parturiet fatuus tamquam parturiens a facie infantis; | 11 Per una parola va in doglie lo stolto, come la partoriente per un bambino. |
12 sagitta infixa femori carnis, sic verbum in corde stulti. | 12 Una freccia conficcata nella coscia: tale una parola in seno allo stolto. |
13 Corripe amicum, ne forte fecerit malum et ipse dicat: “ Non feci ”; aut, si fecerit, ne iterum addat facere. | 13 Chiedi conto all’amico: forse non ha fatto nulla, e se ha fatto qualcosa, perché non continui più. |
14 Corripe proximum, ne forte dixerit et, si dixerit, ne forte iteret. | 14 Chiedi conto al prossimo: forse non ha detto nulla, e se ha detto qualcosa, perché non lo ripeta. |
15 Corripe amicum, saepe enim fit criminatio, | 15 Chiedi conto all’amico, perché spesso si tratta di calunnia; non credere a ogni parola. |
16 et non omni verbo credas. Est qui labitur lingua sed non ex animo; | 16 C’è chi scivola, ma non di proposito; e chi non ha peccato con la sua lingua? |
17 quis est enim qui non deliquerit in lingua sua? Corripe proximum, antequam commineris, | 17 Chiedi conto al tuo prossimo, prima di minacciarlo; da’ corso alla legge dell’Altissimo. |
18 et da locum legi Altissimi. Quia omnis sapientia timor Dei et in illa timere Deum, et in omni sapientia dispositio legis. | 18 Il timore del Signore è il principio dell’accoglienza, la sapienza procura l’amore presso di lui. |
19 Et non est sapientia nequitiae scientia, et non est consilium peccatorum prudentia. | 19 La conoscenza dei comandamenti del Signore è educazione alla vita, chi fa ciò che gli è gradito raccoglie i frutti dell’albero dell’immortalità. |
20 Est astutia et ipsa exsecratio, et est insipiens, qui minuitur sapientia. | 20 Ogni sapienza è timore del Signore e in ogni sapienza c’è la pratica della legge e la conoscenza della sua onnipotenza. |
21 Melior est homo, qui minuitur sapientia et deficiens sensu in timore, quam qui abundat sensu et transgreditur legem Altissimi. | 21 Il servo che dice al padrone: «Non farò ciò che ti piace», anche se dopo lo fa, irrita colui che gli dà da mangiare. |
22 Est solertia certa et ipsa iniqua. | 22 Non c’è sapienza nella conoscenza del male, non è mai prudenza il consiglio dei peccatori. |
23 Et est qui pervertit gratiam, ut proferat iudicium; est qui videtur oppressus et fractus animo, et interiora eius plena sunt dolo. | 23 C’è un’astuzia che è abominevole, c’è uno stolto cui manca la saggezza. |
24 Et est qui se nimium submittit a multa humilitate; et est qui inclinat faciem suam et fingit se non audire: ubi ignoratus est, praeveniet te. | 24 Meglio uno di scarsa intelligenza ma timorato, che uno molto intelligente ma trasgressore della legge. |
25 Et, si ab imbecillitate virium vetetur peccare, si invenerit tempus malefaciendi, malefaciet. | 25 C’è un’astuzia fatta di cavilli, ma ingiusta, c’è chi intriga per prevalere in tribunale, ma il saggio è giusto quando giudica. |
26 Ex visu cognoscitur vir, et ab occursu faciei cognoscitur sensatus: | 26 C’è il malvagio curvo nella sua tristezza, ma il suo intimo è pieno d’inganno; |
27 amictus corporis et risus dentium et gressus hominis enuntiant de illo. | 27 abbassa il volto e finge di essere sordo, ma, quando non è osservato, avrà il sopravvento su di te. |
28 Est correptio inopportuna, et est indicium, quod non probatur esse bonum; et est tacens, et ipse est prudens. | 28 E se per mancanza di forza gli è impedito di peccare, all’occasione propizia farà del male. |
29 Dall’aspetto si conosce l’uomo e chi è assennato da come si presenta. | |
30 Il vestito di un uomo, la bocca sorridente e la sua andatura rivelano quello che è. |