Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 17


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1 Passando per Amfipoli, e per Apollonia, arrivarono a Tessalonica, dove era la Sinagoga de' Giudei.1 E poi ch' ebbero passate le contrade d' Amflpoli e di Apollonia, vennero in Tessalonica, dove era la sinagoga (e congregazione) de' giudei.
2 E Paolo secondo il suo solito andò da loro, e per tre sabati disputò con essi sopra le scritture,2 Onde Paulo, secondo ch' era sua usanza, entrò a loro per tre sabbati continui, e predicò (loro mostrando e) provando per le (loro) Scritture,
3 Facendo aperto, e dimostrando, come il Cristo dovea patire, e risuscitare da morte: e come questo è Gesù Cristo, cui (diceva) io annunzio a voi.3 che Cristo era Dio, e come fu bisogno che elli ricevesse passione, e poi resuscitasse il terzo dì.
4 E alcuni di essi credettero, e si unirono con Paolo, e Sila, come pure una gran moltitudine di proseliti, e di Gentili, e non poche matrone primarie.4 Onde molti di loro credettero, e diventorono suoi discepoli; e poi così altri pagani molti e donne nobili (ricevettero il battesimo).
5 Ma i Giudei, mossi da zelo, prendendo seco alcuni cattivi uomini del volgo, e fatta gente, misero la città in tumulto: e attorniata la casa di Giasone cercavano di tirarli davanti al popolo.5 Allora li iudei (irati e) accesi di pazzo zelo (della legge) concitorono e indussero certi mali uomini del popolo, e fecero grande sedizione in tutta la città; e a furore andorono a casa di (uno cristiano, che avea nome) Iasone (nella cui casa Paulo e Sila abitavano), e gridavano che li producesse e mandasse fuori.
6 E non avendoli trovali, strascinaron Giasone, e alcuni fratelli ai capi della città, gridando: Que' che mettono sottosopra la terra, sono venuti anche qua,6 E trovandoli, presonli e menaronli insieme con Iasone e altri (molti) cristiani a' principi (e a' rettori) della città, (accusandoli e) gridando (e dicendo): questi conturbano la nostra città,
7 A' quali ha dato, ricetto Giasone. E tutti costoro fanno contro gli editti di Cesare, dicendo esservi un altro Re, Gesù.7 e prèdicano (nuova dottrina) contra alli statuti di Cesare, dicendo che uno loro Iesù è re; e questo reo uomo li ricetta (e tienli in casa sua).
8 E commosser la moltitudine, e i magistrati, che udivano tali cose.8 E per (questo modo e per) queste parole provocavano la gente e li principi (contra a loro).
9 Ma fatto dare mallevadore a Giasone, e agli altri gli rimandarono.9 Ma il predetto Iasone con dolci e soavi parole li placò e scusossi, sì che li lasciorono partire quindi.
10 I fratelli però immediatamente la notte avviarono Paolo, e Sila a Berea. I quali subito arrivati andarono alla sinagoga de' Giudei.10 E (partendosi) di notte (occultamente) li cristiani li feciono partire, e pervennero in Berea; dove entrando (li sabbati) nelle sinagoghe de' iudei,
11 Questi erano più generosi di quelli, che erano in Tessalonica, e ricevettero la parola con tutta avidità, esaminando ogni dì nelle scritture, se le cose stesser cosi.11 dove erano raunati li più nobili (e maggiori) di Tessalonica, furono ricevuti e uditi con grande desiderio, cercando le Scritture, per vedere (e trovare) se era vero come gli apostoli dicevano.
12 E molti di loro credettero, e delle nobili donne Gentili, e degli uomini non pochi.12 E allora si convertirono molti maschi e femine, e iudei e pagani.
13 Ma come ebber inteso i Giudei in Tessalonica, che anche in Berea era stata predicata da Paolo la parola di Dio, vi si portarono a incitare, e muovere a tumulto la moltitudine.13 E conoscendo (e udendo) li giudei di Tessalonica, che Paulo aveva predicato a Berea la parola di Dio, vennero e mostrorono grande turbazione, e concitorono grande sedizione (contra gli apostoli).
14 E subito allora i fratelli mandaron via Paolo, perché andasse fino al mare: e si restaron ivi Sila, e Timoteo.14 Onde li cristiani (per lo meglio) il feciono partire e andare insino al mare; ma pur Sila e Timoteo rimansero quivi.
15 Quelli poi, che accompagnavano Paolo, lo condusser fino ad Atene, e avuto ordine da lui per Sila, e Timoteo che speditamente andasser a lui, si partirono.15 E quelli ch' ebbero a guidare Paulo, il menorono insino ad Atene; e poi, tornando elli, Paulo mandò (dicendo e comandando) per loro a Sila e Timoteo, che tosto andassero a lui; e così fecero.
16 E mentre Paolo gli attendeva in Atene, si affliggeva in lui il suo spirito, veggendo quella città abbandonata all'idolatria.16 E stando Paulo in Atene, e aspettando Sila e Timoteo, accendevasi (e quasi tutto si rodeva) di santo zelo, vedendo che sì nobile città (piena di tanti savii uomini) serviva agl' idoli.
17 Disputava egli pertanto nella Sinagoga con i Giudei, e co' proseliti, e nel foro ogni giorno con chi vi si incontrava.17 E (spesse volte) disputava co' iudei (che v'erano) entrando nelle sinagoghe (li sabbati); e similmente andava gli altri dì alle piazze e a' mercati, e disputava co' filosofi pagani, cioè con li epicurei e con gli stoici (e altre sette).
18 E alcuni filosofi Epicurei, e Stoici lo attaccavano, e alcuni dicevano: Che vuoi egli dire questo chiacchierone? Altri poi: E' pare, che sia annunziatore di nuovi dei: perché annunziava loro Gesù, e la risurrezione.18 Onde molti di loro (non intendevano l' altezza della sua dottrina, e facevansi beffe, e) dicevano: or che vuole dire questo seminatore di parole? [E altri] questo ci pare denunziatore di nuovi demonii, che predica Iesù (crucifisso e Dio), e annunzia la resurrezione.
19 E presolo lo condussero all'Areopago dicendo: Possiam noi sapere quel, che siasi questa nuova dottrina, di cui tu parli?19 E prendendolo, sì il menorono a quella contrada che si chiama Areopago (per che ivi s' adorava il dio Marte), e dissongli: potremo noi sapere la verità di questa tua dottrina?
20 Imperocché tu ci suoni alle orecchi; certe nuove cose: vorremmo adunque sapere quel, che ciò abbia da essere.20 Chè per verità pare che ci vogli mettere nuove cose nelle orecchie; e però per certo vogliamo sapere quello che vuoli dire.
21 (Or gli Ateniesi tutti, e i forestieri ospiti a niun altra cosa badavano, che a dire, o ascoltare qualche cosa di nuovo.)21 Onde quelli di Atene non vacavano (e non intendevano) ad altro se non a dire o udire novità.
22 E Paolo stando in piedi in mezza dell'Areopago, disse: Uomini Ateniesi, io vi veggo in tutte le cose quasi più che religiosi,22 Allora Paulo si levò in mezzo di loro, e disse: (signori e) uomini Ateniesi, considerando io li vostri fatti (li vostri studii), veggio che al tutto siete superstiziosi (e vani).
23 Imperocché passando io, e considerando i vostri simulacri, ho trovato anche un'ara, sopra la quale era scritto: Al Dio ignoto. Quello adunque, cui voi adorate senza conoscerlo, io annunzio a voi.23 E avete tra voi (diverse sette e opinioni, e diversi templi e) diversi dii; li quali andando io veggendo, trovai uno altare, che v'era soprascritto in titolo: QUESTO È L'ALTARE DEL DIO NON CONOSCIUTO. Onde sappiate che questo Iddio, non conosciuto, quello che io vi prèdico.
24 Dio, il quale fece il mondo, e le cose tutte, che in esso sono, essendo egli il Signore del cielo, e della terra, non abita in templi manofatti,24 Dio il quale fece il mondo e ciò ch' è in esso, essendo il Signore del cielo e della terra, non abita in templi fabbricati per umano magisterio.
25 Né è servito per le mani degli uomini, quasi di alcuna cosa abbisogni egli, che da a tutti la vita, il respiro, e tutte le cose.25 E non richiede culto manuale, e di niuno (vostro mestiere corporale) ha bisogno; anzi elli dà vita e spirazione e ogni cosa.
26 E fece da un solo la progenie tutta degli uomini, che abitasse tutta quanta, la estensione della terra, fissati avendone i determinati tempi, e i confini della loro abitazione,26 E produsse d' uno uomo tutta la umana (natura e) generazione, e divise e sparse gli uomini per diversi luoghi e diverse abitazioni,
27 Perché cercassero Dio, se a sorte tasteggiando lo rinvenissero, quantunque ei non sia lungi da ciascheduno di noi.27 (e induce tutti) a cercare Iddio (e conoscere per queste opere), se forse il possiamo trovare, avvegna ch' elli non sia da lungi da ciascuno di noi.
28 Imperocché in lui viviamo, e ci muoviamo, e siamo: come anche taluni, de' vostri poeti han detto: imperocché di lui eziandio siamo progenie.28 Per ciò che in lui (e per lui) viviamo e siamo, come eziandio mostrano certi vostri (antichi) poeti, dicendo che noi siamo sua generazione (e schiatta, e a sua similitudine).
29 Essendo adunque noi progenie di Dio, non dobbiamo stimare, che l'esser divino sia simile all'oro, o all'argento, o alla pietra scolpita dall'arte, e dall'invenzione dell'uomo.29 Essendo adunque di sua generazione, non dobbiamo essere si stolti, che crediamo (o diciamo) ch' elli sia simile a nulla scultura d' oro o d' argento, o ad altra cosa scolpita, fatta per mano di uomo (o per ingegno d' uomo).
30 Ma sopra i tempi di una tal ignoranza avendo Dio chiusi gli occhi, intima adesso agli uomini, che tutti in ogni luogo facciano penitenza.30 Onde dispregiando (e reprobando) elli li tempi di questa ignoranza (e cecità dell' idolatria), annunzia per noi, e induce ogni uomo a penitenza.
31 Conciossiachè ha fissato un giorno, in cui giudicherà con giustizia il mondo per mezzo di un uomo stabilito da lui, come ne ha fatto fede a tutti con risuscitarlo da morte.31 Perciò che ha instituito lo dì nel quale debbe giudicare il mondo, facendo a ciò venire giudice di tutti il suo figliuolo Iesù, il quale da morte resuscitd.
32 Sentita nominare la resurrezione de' morti, alcuni ne fecer beffe, altri poi dissero: Ti ascolteremo sopra di ciò un'altra volta.32 Ma imperciò che (quelli filosofi) non credeano la resurrezione de' morti, alcuni facevano beffe di lui (udendoli ricordare la resurrezione); alcuni dicevano: udiremoti di ciò un' altra volta.
33 Così Paolo si parti da loro.33 E dopo queste cose Paulo uscì di mezzo di loro (e partissi).
34 Alcuni però insinuatisi con lui credettero: tra' quali e Dionigi Areopagita, e una donna per nome Damaride, e altri con questi.34 Ma alcuni altri gli andorono dietro (compunti e alluminati dal suo sermone) e diventorono cristiani; fra li quali principalmente fu (uno grande maestro e filosofo, il quale fu chiamato) Dionisio Areopagita con la sua donna, che aveva nome Damari, e altri (molti).