Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Osea 6


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Nella tribolazione tornano al Signore, e da lui sperano fermamente la salute. Doglianze, e minacce di Dio contro Israele, e contro Giuda.

1Nella loro afflizione al mattino si alzeranno per venire a me. Su via torniamo al Signore;2Perocché egli stesso ci ha rapiti, e ci salverà; ci ha percossi, e ci guarirà.3Egli ci renderà la vita dopo due giorni, e il terzo giorno ci risusciterà, e viveremo dinanzi a lui. Lo conosceremo, e seguiremo il Signore per conoscerlo. E preparata la venuta di lui, come l'aurora, ed egli verrà a noi, come vien alla terra la piova d'autunno, e quella di primavera.4Che farò io a te, o Ephraim? Che farò a te, o Giuda? La vostra bontà è come una nuvola mattutina, e come rugiada, che al mattino sparisce.5Per questo io messi lo scalpello in mano a' miei profeti, dava io ad essi la morte colle parole della mia bocca. Cosi la tua condannagione verrà fuori come la luce;6Perocché la misericordia io amo, e non il sagrifìzio; e la scienza di Dio più, che gli olocausti.7Ma costoro han violato il patto a imitazione di Adamo, ivi hanno prevaricato contro di me.8Galaad città di fabbricatori di simulacri inondata di sangue:9Sue fauci son come quelle di uomini ladroni, si è unita co' sacerdoti, che uccidono la gente, che si muove da Sichem: scellerate cose hanno fatte.10Orribil cosa ho veduta nella casa d'Israele; ivi le fornicazioni di Ephraim: Israele è contaminato.11E anche tu, o Giuda: preparati alla messe, fìnochè io riconduca dalla cattività il mio popolo.

Note:

6,1:Al mattino si alzeranno ec. Posti nella tribolazione, e nella cattività ben presto si volgeranno a cercar di me, e si esorteranno l'un l'altro a non frapporre dimora in tornare a me colla penitenza. Parla di Israele condotto nell'Assiria e di Giuda condotto a Babilonia.

6,2:Ci ha rapiti. Allude alla similitudine della lionessa, e del giovin leone; cap. V. 14.

6,3:Egli ci renderà la vita dopo due giorni, e il terzo giorno ci risusciterà. Convien premettere primo, che due giorni significano un tempo breve. Cosi Num. IX. 22. XI.19 Isai. XVII. 6. ec., In secondo luogo la cattività Balbilonica è sovente rappresentata come una morte. Vedi Dan. XII. 1. 2. Ezech. XXXVII. 11. 12. 26. ec. e molto più la spirituale cattività degli uomini sotto la potestà del demonio. Si allude adunque in questo luogo alla cattività Babilonica, e alla liberazione degli Ebrei da questa cattivita a' tempi di Ciro; ma si predice sotto questa figura una liberazione, e redenzione migliore, che è quella operata da Cristo, il quale dal peccato, e dalla morte eterna liberò i credenti, e ad essi rendette la vita della grazia, e meritò ad essi tutti gli aiuti per giungere alla vita della gloria. Il Profeta adunque mette in bocca al popolo compunto, e convertito nell'afflizione questa dolce speranza: pazientiamo, aspettiamo con longanimità, e con fede, perocchè tra poco il Signore egli stesso verrà a liberarci, e a risuscitarci. E con gran senso si aggiunge: Il terzo giorno risusciterà: accennando la risurrezione di Cristo il terzo giorno dopo la sua passione, perchè la ri surrezione di questo nostro Capo divino ella è il modello, e la cagione del nostro risorgimento, come si vede sovente nelle Lettere di Paolo, e particolarmente Ephes.11 5,5, dove dice: Essendo noi morti per i peccati, ci convivificò in Cristo (per la grazia del quale siete stati salvati). E con lui ci risuscitò, e ci fece sedere ne' cieli in Cristo Gesù.
E viveremo dinanzi a lui. Avrem vera vita, la vita dell'anima, perchè lo conosceremo, per la fede, e lo seguiremo colla ubbidienza a' suoi santi insegnamenti per sempre più conoscerlo, e amarlo in questa vita, e vederlo dipoi a faccia a faccia nella sua gloria.
E preparata la venuta di lui, come l'aurora, ec. La venuta del Cristo sopra la terra sarà come una bella aurora, foriera di lietissimo giorno, per cui saran discacciate le tenebre della nostra ignoranza, e gli orrori della lunga notte, in cui regnò sopra di noi il peccato. vedi Psalm. CIX. 3. Egli verrà così desiderato dagli uomini, come si desidera la dolce pioggia d'autunno, e quella di primavera, e come queste alla terra, così egli alle anime darà vita, e fecondità.

6,4:Che farò io a te, o Ephraim? ec. Torna a parlare agli Ebrei del tempo, in cui vivea il Profeta. Popolo delle dieci tribù, e popolo di Giuda, che farò io per te? Se voi talora vi volgete al bene, la vostra bontà è per così dir momentanea, ella è come una di quelle nebbiette, che appariscono sul mattino, e svaniscono all'alzarsi del sole; ella è come la rugiada, che si asciuga, ed è assorbita ai primi raggi del sole. La voce misericordia in questo versetto è posta in vece della voce giustizia, ovver santità, come apparisce dal testo originale.

6,5:Messi lo scalpello in mano ai miei profeti. Per questa vostra ostinazione nel male, io per mezzo de' miei profeti vi minacciai con parole terribili, messi fuora lo scalpello, il fuoco, i cauterii, affinchè avendomi voi disprezzato quand'io sono stato clemente, mi temiate quando mi vedete sdegnato. Hieron.
Dava io ad essi la morte colle parole della mia bocca, ec. Col mettere ad essi in bocca continue minacce, continue grida, continui, ed acerbi rimproveri, io stancava, consumava, ed uccideva i miei profeti. Così la tua con dannagione verrà fuora chiara, e lampante come la luce, vedendosi, come tu sei inescusabile nella tua ostinazione dopo tutto quello, che io ho fatto per ritrarti dalla via della perdizione.

6,6:Perocchè la misericordia io amo, ec. Perchè costoro facevano un gran capitale de' sacrifizi, quasi in questi stesse tutta la bontà, e giustizia dell'uomo, dice perciò, che egli ama assai più la misericordia, cioè la carità verso i prossimi (ovvero più generalmente, la bontà, e la giustizia) che i sacrifizi, e la scienza pratica di Dio preferisce agli olocausti. Vedi Psal. XLIX. II. Isai. 1. II. Jerem. VII. 22.

6,7:Ivi hanno prevaricato contro di me. Ivi, cioè nella trasgressione del mio patto hanno prevaricato contro di me, violando, come fece Adamo, i precetti dati a loro non da un uomo, nè da un Angelo, ma da me.

6,8:Galaad città di fabbricatori di simulacri. I monti di Galaad oltre il Giordano sono celebri nelle Scritture, ed ivi erano le città, Maspha di Galaad, e Ramoth di Galaad. Si vede dalle parole del Profeta, che la primaria città di quel paese era deditissima al culto de' simulacri. Inondata di sangue. Intende certamente il sangue de' giusti, che non potevano adattarsi a soffrire l'idolatria.

6,9:Sue fauci son come quelle di uomini ladroni. Ella ha avidità, e sete del sangue, come i pubblici assassini di strada. Questa città, cioè, i suoi cittadini hanno lega co' fanatici sacerdoti di Bethaven, e quando alcuni Giudei timorati per la via di Sichem andavano a Gerusalemme, e al tempio nei tempi di Pasqua, della Pentecoste, e de' Tabernacoli, tendevano insidie a quella povera gente, e la uccidevano. Così s. Girolamo.

6,10:Ivi le fornicazioni di Ephraim. La vergognosa idolatria, e i vitelli d'oro fatti da Jeroboam della tribù di Ephraim, e adorati prima dagli Ephraimiti, e dipoi da tutte le dieci tribù, da tutto Israele.

6,11:E anche tu, o Giuda. Queste parole legano colle ultime del versetto precedente.
Preparati alla messe, ec. Tu pure sarai mietuto pe' tuoi molti peccati, onde se' contaminato come Israele; ma dopo la mietitura il tempo di misericordia verrà per te, quando (o mio popolo) dopo averti io mandato schiavo tralle genti, ti farò tornare alla tua antica fede.