Scrutatio

Mercoledi, 15 maggio 2024 - Sant'Isidoro agricoltore ( Letture di oggi)

Sapienza 13


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BIBBIA MARTINILA SACRA BIBBIA
1 Or vani sono tutti gli uomini, i quali non hanno cognizione di Dio; e dalle buone cose, che veggonsi non sono giunti a conoscere colui, che è, né dalla considerazione delle opere conobber chi fosse l'artefice:1 Veramente sono vani per natura tutti gli uomini che ignorano Dio e che dai beni visibili non furono capaci di conoscere colui che è, né, considerando le opere, seppero riconoscere l'artefice,
2 Ma dei, e rettori del mondo credettero essere o il fuoco, o il vento, o il mobil aere, o il coro delle stelle, o la massa delle acque, o il sole, o la luna.2 ma o il fuoco o il vento o l'aria veloce o la volta stellata o l'acqua impetuosa o i luminari del cielo stimarono dèi, governatori del mondo.
3 Che se rapiti dalla bellezza di tali cose ne fecero dei, comprender debbono quanto più bello di esse sia il loro Signore, mentre tutte queste cose dall'autore della bellezza furono fatte.3 Se, dilettati dalla loro bontà, hanno ritenuto dèi tali cose, sappiano quanto più buono di loro è il Signore, perché chi li ha creati è la sorgente della bontà.
4 Se poi la virtù ammirarono, e gli effetti delle medesime cose, da queste debbon intendere, che colui, il qual le creò, in virtù le sorpassa:4 Se li ha colpiti la forza e l'energia, riconoscano quanto più potente di loro è colui che le ha formate.
5 Imperocché dalla grandezza, e bellezza della creatura potrà intelligibilmente vedersi il lor Creatore:5 Infatti dalla grandezza e bontà delle creature, ragionando, si può conoscere il loro autore.
6 Eppure meno è da dolersi di questi. Perocché errano forse in cercando Dio, e bramando di ritrovarlo.6 Tuttavia, per costoro minore è il biasimo, perché essi forse s'ingannano mentre cercano e vogliono trovare Dio.
7 Conciossiaché lui cercano, investigando le opere sue, e ne rimangono presi, perché buone sono le cose, che veggonsi.7 Vivendo in mezzo alle sue opere, ricercano e si lasciano persuadere dall'apparenza, perché buono è ciò che si vede.
8 Contuttociò neppur a questi si dee perdonare;8 Ma neppure costoro sono scusabili;
9 Imperocché se poteron saperne tanto da penetrare le cose del mondo, come mai il Signore di esso non iscopersero più agevolmente?9 perché se tanto furono capaci di conoscere, da poter scrutare il corso del mondo, come mai non hanno trovato più presto il loro Signore?
10 Ma sgraziatissimi sono, e la loro speranza hanno in cose morte coloro, che danno il nome di dei alle opere delle mani degli uomini, all'oro, all'argento lavorato con arte, e alle immagini di animali, o ad un vil sasso, opera di antica mano.10 Infelici invece coloro le cui speranze sono in cose morte, coloro che invocarono come dèi le opere di mani umane, oro e argento, lavorati con arte, immagini di animali o una pietra inutile, opera di mano antica.
11 Come quando un legnaiuolo perito tronca una diritta pianta dal bosco, e con buon modo tutta ne rade la corteccia, e dell'arte sua ne forma un mobile atto a servire per le bisogne della vita,11 Ecco che un falegname tagliò un albero facile a lavorarsi, ne staccò diligentemente tutta la corteccia, lo lavorò convenientemente e ne formò un oggetto utile ai bisogni della vita,
12 E degli avanzi di tal lavoro ne fa uso per farsi da mangiare;12 mentre bruciò gli avanzi del lavoro per prepararsi il cibo e saziarsi.
13 E un pezzo di questi non buono a farne nulla, bischenco, e pieno di nodi, a tempo avanzato lo lavora diligente mente collo scalpello, e secondo le regole dell'arte sua gli da figura, e lo fa simile all'immagine di un uomo,13 L'avanzo di quanto non era buono a nulla, un pezzo di legno tortuoso e pieno di nodi, egli lo prese e lo incise con cura nei momenti di tempo libero, e, meccanicamente, nel riposo gli diede una forma, lo raffigurò a un'immagine di uomo,
14 Ovver gli di somiglianzà ad alcuno animale; e lo liscia col minio, e gli da color rosso col belletto, e lo pulisce da tutte le sue macchie,14 o lo fece simile a qualche animale vile; lo spalmò di minio e tinse di belletto rosso la sua superficie, fece scomparire ogni macchia,
15 E degna stanza a lui prepara, e lo colloca alla muraglia, dove lo assicura col ferro,15 gli fece un'abitazione degna di lui e lo pose nella parete, assicurandolo con ferro.
16 Affinchè non vada per terra, usando per esso tal diligenza, perché sa, ch'ei non può da se aitarsi, perché è un simolacro, ed ha bisogno di aiuto:16 Perché non avesse a cadere, si prese cura di lui, sapendo che non può aiutarsi da sé: infatti è un'immagine e ha bisogno di aiuto.
17 E a lui porge voti, e lo consulta intorno alle sue facoltà, e intorno a' figliuoli, e intorno ad un matrimonio; e non si vergogna di parlare con uno, che è senz'anima:17 Pregando per i beni, per le nozze e per i figli, non si vergogna di rivolgere la parola a una cosa inanimata; per la salute invoca ciò che è debole,
18 E da un invalido chiede con suppliche la sanità, e da un morto la vita, e in suo aiuto invoca un impotente:18 per la vita prega ciò che è morto, per un aiuto supplica il più inesperto, per un viaggio chi non può servirsi dei piedi,
19 E per fare un viaggio si raccomanda a chi nop può muoversi, e per far degli acquisti, o qualche lavoro, e pel felice evento di qualsisia cosa, fa preghiere a chi non è buono a nulla.19 per un guadagno, un'impresa e il successo negli affari chiede energia a chi non ha vigore nelle mani.