Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Genesi 39


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BIBBIA MARTINIBIBBIA VOLGARE
1 Giuseppe adunque fu condotto in Egitto, e lo comperò Putiphar Egiziano eunuco di Faraone, capitano dell'esercito degl'Ismaeliti, che ve l'aveano condotto.1 Adunque è Iosef menato in Egitto; e comperoe lui Putifar, eunuco di Faraone, principe dello esercito, uomo d'Egitto, delle mani di quelli Ismaeliti, da' quali egli era produtto.
2 E il Signore era con lui, e gli riusciva bene tutto quel che faceva: e abitava nella casa del suo padrone,2 E fue lo Signore con lui; ed era uomo facente prode in ogni cosa (del signore suo); il quale abitava (ottimamente) nella casa del signore.
3 Il quale benissimo conoscea, che era con lui il Signore, e conduceva a buon fine tutto quello che intraprendeva.3 E veramente conoscea ch' era lo Signore con lui, ed ogni cosa, ch' egli facea, da lui essere dirittamente nella mano sua.
4 E Giuseppe trovò grazia dinanzi al suo padrone, e lo serviva, ed essendogli stata data da lui la soprintendenza di tutte le cose, governava la casa a sé affidata, e tutti i beni rimessi nelle sue mani.4 E trovò Iosef grazia innanzi al signore suo, e serviva a lui; dal quale fatto proposto, governava la credita casa, e ogni cosa che gli era data.
5 E il Signore benedisse la casa dell'Egiziano per amor di Giuseppe, e moltiplicò tutte le facoltà di lui tanto in casa, come alla campagna,5 E benedisse lo Signore Iddio la casa di colui d'Egitto per Iosef; e moltiplicoe, così ne'capretti come ne'campi, tutta la sua sustanzia.
6 Ed egli non avea altro pensiero, che di mettersi a tavola a mangiare. Or Giuseppe era di volto avvenente, e di graziosa presenza.6 Nè altra cosa conoscea, se non lo pane che mangiava; ed era Iosef di bella faccia e di bello aspetto.
7 Passato adunque assai tempo, la padrona fissò i suoi occhi sopra Giuseppe, e disse: Dormi meco.7 E dopo molti dì gittò la donna di Putifar gli occhii sopra Iosef, e disse: dormi meco.
8 Il quale non acconsentendo all'opera indegna, le disse: Tu vedi come il mio padrone avendo rimessa ogni cosa nelle mie mani, non sa quel che si abbia in sua casa:8 Il quale non acconsentendo all'opera fellonosa, disse a lei: ecco, lo signore mio ogni cosa m'hae dato; non sa quello ch' egli ha nella casa sua.
9 E veruna cosa non è, ch'ei non abbia a me affidata, e di cui non m'abbia fatto padrone, fuori di te, che sei sua moglie: come adunque poss'io fare questo male, e peccare contro il mio Dio?9 Niuna cosa è che non sia nella mia podestà, ovvero che non abbia data a me, se non tu, la quale se sua moglie. Adunque, come posso fare io questo male, e peccare nello Signore mio?
10 Cogli stessi discorsi ogni dì e la donna inquietava il giovinetto, ed egli ricusava di peccare.10 Di queste medesime parole per tutti i di la femina molestava lo garzone; ed egli recusava la fellonia.
11 Ma avvenne, che un dì Giuseppe entrò in casa, e si pose a far qualche cosa non avendo alcun con sé:11 Ma intervenne che alcuno die entrò loset nella casa, ed alcuna cosa di lavorio senza albitri facesse:
12 E quella, preso l'orlo del suo mantello, gli disse: Vieni con me. Ma egli lasciato in man di lei il mantello, si fuggì fuori di casa.12 e quella, preso lo garzone per lo ghirone del vestimento suo, dicesse: dormi meco. Il quale, lasciato il vestimento nelle sue mani, si fugge e viene fuori.
13 E la donna veggendo in sue mani il mantello, e sé disprezzata:13 E conciosia cosa che vedesse la femina la vesta nelle mani sue, ed essere disprezzata,
14 Chiamò a sé la gente di casa, e disse loro: Ecco che egli ha condotto qua quest'uomo Ebreo, perché ci facesse vergogna. Egli è venuto a trovarmi per peccare con me: e avendo io alzato le grida,14 chiamò gli uomini della casa sua, e disse loro: in verità egli mandò a me l'uomo ebreo, acciò che facesse beffe di noi; e venne a me per volere usare meco; e conciosia cosa ch' io gridassi,
15 Egli all'udir la mia voce ha lasciato il mantello, per cui io lo teneva, e si è fuggito.15 ed egli udisse la voce mia, lasciommi lo vestire che tenea, e fuggie fuori.
16 In prova adunque della serbata fede fece veder al marito tornato a casa il mantello ritenuto,16 Adunque in argomento di fede, ritenuto lo panno, mostroe al marito ritornando a casa,
17 E disse: È venuto a trovarmi quel servo Ebreo, che tu hai condotto a svergognarmi:17 e disse: venne a me lo servo tuo ebreo, il quale tu menasti, acciò facesse beffe a me.
18 Il quale, sentito come io alzava le grida, ha lasciato il mantello, che io teneva, ed è scappato.18 Quando egli mi vide chiamare, lasciò lo panno, e fuggì fuori.
19 Tali cose avendo udite il padrone troppo facile a credere alle parole della moglie, ne concepì grande sdegno:19 Queste cose udite lo signore, molto credette alle parole della moglie, e adirato s' è molto.
20 E fece metter Giuseppe nella prigione, in cui erano tenuti i rei di delitto commesso contro del re, ed egli fu quivi rinchiuso.20 E mise Iosef in prigione, dove gli prigioni dello re erano guardati; ed era quivi chiuso.
21 Ma il Signore fu con Giuseppe, e avendo compassione di lui fece sì, ch'ei trovò grazia dinanzi al provveditore della prigione.21 E fue in verità lo Signore Iddio con Josef, ed ebbe misericordia di lui, e diede a lui grazia nel cospetto del principe della carcere.
22 Il quale diede a lui potestà sopra tutti i prigionieri, che erano in quella carcere: e tutto quello che si facea, era fatto per suo ordine.22 Il quale mise nelle mani sue tutti li prigioni che nella guardia erano tenuti; e ciò che si facea, sotto lui era.
23 E quegli non pensava a nulla, avendo dato di ogni cosa l'arbitrio a Giuseppe: perocché il Signore era con lui, e conduceva a buon fine tutto quel ch'ei faceva.23 Vè non sapea alcuna cosa di tutte le sue cose a lui date: in verità lo Signore Iddio era con lui, e tutte le opere sue dirizzava.