Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 15


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DIODATIBIBBIA VOLGARE
1 Sapendo Nicanore essere Giuda nè luoghi di Samaria, imaginossi di moverli guerra con grande impeto nel dì del sabbato.
2 Oude dicendoli li Giudei, li quali come sforzati il seguitavano, ch' egli non dovesse fare così feroce e barbaramente, ma dovesse dare l'onore al dì della santificazione, e onorare quello che risguarda tutte cose;
3 (ma) egli infelice addimandè, s' egli è in cielo alcuno potente, che comandi esser osservato il dì del sabbato.
4 Ma quelli rispondendo, ch' egli è il Signore vivente, egli è potente in cielo ha comandato solennizzare il dì del sabbato.
5 Alli quali quello disse: e io sono potente sopra la terra, il quale comando sia tolte l'arme, e adempiuto le faccende del re. Niente di meno non conseguitò ad (adempiere e) perficere il consiglio.
6 Onde Nicanore, elevato di somma superbia, avea imaginato di ordinare uno comune spettacolo di Giuda.
7 Ma confidavasi Maccabeo con ogni speranza, sempre esserli presente l'aiuto di Dio.
8 E confortava li suoi, che non si spaventasseno per il venire delle nazioni, ma che loro avessero nella mente li aiuti fatti a loro dal cielo, e al presente sperassero conseguire la vittoria dall' Onnipotente.
9 E parloli della legge e de' profeti; movendo etiam li esèrciti, li quali prima avea fatti, feceli più pronti.
10 Di che raddrizzati i loro animi, mostravali insieme le fallacie delle genti, e la prevaricazione de' giuramenti.
11 Ed egli armò ciascuno di quelli, non con forza di scuto e di lancia, ma con ottimi parlari e conforti, esponendoli il sogno degno di fede, per la cui narrazione rallegrò tutti.
12 Ora il sogno era a tal modo: parevali vedere (per insogno, uno chiamato) Onia, il quale era stato sommo sacerdote, uomo buono e benigno, nel viso verecondo, modesto ne' costumi, ne' parlari ordinato, il quale esercitato da puerizia nelle virtù, raddrizzante le mani al cielo, e che egli orava per tutto il popolo de' Giudei.
13 Dopo questo appargli vedere un altro uomo, di età e gloria mirabile, adornato di magno ornamento;
14 che rispondea a Onia, dicendo: questo è amatore delli fratelli e del popolo d' Israel; questo è quello che molto prega per il popolo e per tutta la città santa; egli è Ieremia profeta.
15 Parevali etiam vedere Ieremia estendere la mano destra, e dare a Giuda uno coltello d'oro, dicendo:
16 Togli il coltello santo, dono da Dio, nel quale scaccerai li inimici del popolo mio d' Israel.
17 Di che loro, molto confortati per li buoni parlari di Giuda, per li quali potesse commovere l'impeto, ed essere confortati li animi de' giovani, deliberorono di combattere e fortemente confligere, per giudicare la virtù delli officii; conciosia che ruinavansi la città santa e il tempio.
18 Certo eravi minore sollicitudine per le mogliere e figliuoli, ed etiam per li fratelli e parenti; ma massimo e il primo (pensiero) era il timore per la santità del tempio.
19 Ed etiam non era piccola sollicitudine per coloro ch' erano per assaltare [a] quelli ch' erano nella città.
20 E già sperando tutti il giudicio che dovea essere, ed essendovi oste presente, era ordinato lo esercito; etiam composti e ordinati al luogo opportuno le bestie e li cavalieri.
21 La quale cosa considerando Maccabeo, e vedendo il venire della moita gente con apparato di varie arme, ed etiam la ferocità delle bestie, alzando le mani al cielo, invocò il Signore facente le maraviglie, il quale dona la vittoria alli meriti, non secondo la potenza delle arme, [ma] come gli piace.
22 Onde egli, invocando, disse a tal modo: tu Signore, il quale mandasti l'angelo tuo sotto Ezechia, re di Giuda, e uccidesti cento e ottantacinque milia dell' esercito di Sennacherib;
23 e ora, dominatore de' cieli, manda l'angiolo tuo buono, nel timore e tremore della magnitudine del tuo braccio,
24 acciò che temano quelli che vengono con la blasfemia contra il tuo santo popolo. Onde egli a questo modo (frequentemente) orò.
25 Ma Nicanore, e quelli ch' erano con lui, moveano (l'esercito) con le tube e canti.
26 Ed etiam Giuda, e quelli ch' erano con lui, invocato Iddio, per le orazioni si accostorno con la parte avversa.
27 Pugnando certo (e combattendo) con la mano, ma etiam con cuore orando al Signore, gittorono a terra non meno di trentacinque milia, rallegrati magnificamente per la presenza di Dio.
28 Onde cessando, e ritornando adrieto con sommo gaudio, intesero essere perito Nicanore con l'arme sue.
29 Di che, fatto il clamore e suscitata la turbazione, benedicevano con patria voce l'onnipotente Dio.
30 Poscia Giuda, il quale per ogni parte e con l' animo era apparecchiato di morire per li cittadini, comandò che fusse portato il capo, e la mano tagliata colla spalla di Nicanore, in Ierosolima.
31 [Al]la quale cosa poscia che furono pervenuti, convocati li suoi della tribù e li sacerdoti all' altare, chiamò etiam quelli ch' erano nella ròcca.
32 E dimostrato il capo di Nicanore, e la scelerata mano la quale avea istesa contra la casa santa dell' onnipotente Dio, rallegrossi magnificamente.
33 Comandò egli etiam, essere tagliata la lingua dell' empio Nicanore, e a parte essere data alli uccelli; e la mano dell' impazzito essere appiccata dincontra al tempio.
34 Tutti adunque benedicettero il Signore del cielo, dicendo: sia egli benedetto, il quale ha servato il luogo suo incontaminato.
35 Onde egli etiam appiccò il capo di Nicanore nell' alta parte della ròcca, acciò che fosse eminente e manifesto segno dell' aiuto di Dio.
36 Di che tutti di comune consiglio deliberorono, che questo giorno per nullo modo passasse senza celebrazione;
37 e che si facesse la solennità nel terzo decimo dì del mese Adar, che dicesi in lingua Siriaca, l'altro die di Mardocheo.
38 Adunque fatte queste cose dicontra Nicanore, e (fu) da quelli tempi posseduta la città [dagli Ebrei], etiam io ponerò fine in questi parlari.
39 E se certo egli è stato detto bene, e come conviensi all' istoria, questo etiam io vorrei; ma se egli è stato men degno, egli è da imputare a me.
40 Come a bevere sempre vino, ovvero acqua, egli è contrario, ma a usar l'uno e l'altro egli è delettabile; così non sarà grato il parlare alli lettori, se il sarà ingiustamente domandato. Quivi adunque sarà egli consumato.