Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Luca 20


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA VOLGARE
1 Un giorno, mentre istruiva il popolo nel tempio e annunciava il Vangelo, sopraggiunsero i capi dei sacerdoti e gli scribi con gli anziani1 Ed essendo egli uno giorno nel tempio ammaestrando e predicando, raunaronsi (tutti) gli prìncipi de' sacerdoti e gli Scribi con gli antiqui.
2 e si rivolsero a lui dicendo: «Spiegaci con quale autorità fai queste cose o chi è che ti ha dato questa autorità».2 E dicono a lui: dinne: in quale potestà fai queste cose? ovvero: chi è quello che a te ha dato questa potestà?
3 E Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una domanda. Ditemi:3 E respondendogli Iesù, dissegli: addimanderovvi io etiam una cosa; rispondetemi.
4 il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini?».4 (Ditemi): il battesimo di Ioanne era egli venuto dal cielo, ovvero dalli uomini?
5 Allora essi ragionavano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché non gli avete creduto?”.5 E quelli pensavano, tra sè dicendo: che se noi diremo ch' egli è venuto dal cielo, egli dirà: il perchè adunque non gli avete creduto?
6 Se invece diciamo: “Dagli uomini”, tutto il popolo ci lapiderà, perché è convinto che Giovanni sia un profeta».6 Ma se noi diremo ch' egli è dalli uomini, l'universo popolo ne lapidarà; imperò che sono certi, che Ioanne è profeta.
7 Risposero quindi di non saperlo.7 E loro risposero che non sapevano donde egli fusse venuto.
8 E Gesù disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
8 Ai quali disse Iesù: nè etiam io vi dirò in quale potestà faccio queste cose.
9 Poi prese a dire al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una vigna, la diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano per molto tempo.9 E incominciò a dicere al popolo questa parabola: fu uno uomo che piantò la vigna, e allocolla alli lavoratori; ed egli per molti giorni andò in peregrinaggio.
10 Al momento opportuno, mandò un servo dai contadini perché gli dessero la sua parte del raccolto della vigna. Ma i contadini lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote.10 E venuto il tempo, mandò dalli suoi lavoratori il servo, acciò li dessero del frutto della vigna. Li quali, poscia che l' ebbero battuto, remandorlo vôto.
11 Mandò un altro servo, ma essi bastonarono anche questo, lo insultarono e lo mandarono via a mani vuote.11 Di che aggiunse di mandarli uno altro servo. E loro, etiam battendolo, e affiiggendolo con parole ingiuriose, mandorolo vôto.
12 Ne mandò ancora un terzo, ma anche questo lo ferirono e lo cacciarono via.12 Onde etiam mandò il terzo; li quali, etiam feriendo quello, scaccioronlo.
13 Disse allora il padrone della vigna: “Che cosa devo fare? Manderò mio figlio, l’amato, forse avranno rispetto per lui!”.13 Di che (vedendo questo) il signore della vigna disse: che farò io? mandarogli il mio diletto figliuolo; forse, quando il vederanno, temeranlo con reverenza.
14 Ma i contadini, appena lo videro, fecero tra loro questo ragionamento: “Costui è l’erede. Uccidiamolo e così l’eredità sarà nostra!”.14 Il quale mandato, vedendolo gli lavoratori, fra sè pensavano, dicendo: questo è l'erede; uccidiamolo, acciò che la eredità sia fatta nostra.
15 Lo cacciarono fuori della vigna e lo uccisero. Che cosa farà dunque a costoro il padrone della vigna?15 E gittato quello fuori della vigna, uccisonlo. Che cosa dunque farà a quelli il signore della vigna?
16 Verrà, farà morire quei contadini e darà la vigna ad altri».
Udito questo, dissero: «Non sia mai!».
16 Egli verrà, e disperderà quelli lavoratori, e ad altri darà la vigna (sua). E loro udendo, dissero: così [non] sarà.
17 Allora egli fissò lo sguardo su di loro e disse: «Che cosa significa dunque questa parola della Scrittura:
La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo?
17 Ma egli risguardando in loro, disse: che cosa è adunque quel ch' è scritto: la pietra che reprovorono gli edificanti, ella è fatta in capo del cantone?
18 Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e colui sul quale essa cadrà verrà stritolato».
18 Fracassarassi ogni uomo che cascarà sopra quella; ma ella spezzarà quello sopra il quale cascarà (la pietra).
19 In quel momento gli scribi e i capi dei sacerdoti cercarono di mettergli le mani addosso, ma ebbero paura del popolo. Avevano capito infatti che quella parabola l’aveva detta per loro.
19 Onde in quell' ora cercavano li principi dei sacerdoti, e gli Scribi, di ponergli le mani sopra (di lui); ma temevano il popolo; imperò che là conobbero ch' egli avea detto questa parabola contra di loro.
20 Si misero a spiarlo e mandarono informatori, che si fingessero persone giuste, per coglierlo in fallo nel parlare e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore.20 E ponendosi a mente di lui, mandorono gli insidiatori, li quali simulassero di essere giusti, acciò il pigliassero nel parlare, acciò il dessero al principe, e in la potestà del rettore.
21 Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni qual è la via di Dio secondo verità.21 Li quali addimandoronlo, dicendo: maestro, sappiamo che tu dici e insegni le cose (giuste e) dritte, e non sei accettatore di alcuna persona, anzi insegni in verità la via di Dio.
22 È lecito, o no, che noi paghiamo la tassa a Cesare?».22 A noi è lecito dare il censo a Cesare, o no?
23 Rendendosi conto della loro malizia, disse:23 Ma egli, considerando il suo (fraudolento) inganno, dissegli; il perchè mi tentate?
24 «Mostratemi un denaro: di chi porta l’immagine e l’iscrizione?». Risposero: «Di Cesare».24 Monstratemi il denaro. Questo denaro di cui ha la imagine e soprascrizione? E loro risposero: di Cesare.
25 Ed egli disse: «Rendete dunque quello che è di Cesare a Cesare e quello che è di Dio a Dio».25 Alli quali disse: rendete adunque quelle cose che sono di Cesare, a Cesare; e quelle che sono di Dio, a Dio.
26 Così non riuscirono a coglierlo in fallo nelle sue parole di fronte al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero.
26 Il che loro udendo, non potero riprendere la sua parola in presenza del popolo; e maravigliati nella sua risposta, tacettero.
27 Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda:27 Poscia andorono alcuni de' Sadducei, li quali negano essere la resurrezione, e addimandoronlo,
28 «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello.28 dicendo: maestro, a noi scrisse Moisè: se il fratello di alcuno morirà, avendo moglie, e lasciaralla senza figliuolo, che il fratello suo toglia quella, e susciti il seme del suo fratello.
29 C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli.29 Erano adunque sette fratelli; e il primo tolse la moglie, ed egli morì senza figliuoli.
30 Allora la prese il secondo30 E il seguente tolse quella; ed etiam egli è morto senza lassare figliuolo.
31 e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli.31 E il terzo tolse quella; e similmente tutti sette, e non lasciorono seme, e sono morti.
32 Da ultimo morì anche la donna.32 Ultima di tutti moritte la femina.
33 La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».33 Nella resurrezione adunque, di cui di questi sarà quella moglie? Imperò che sette l' hanno avuta per moglie.
34 Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito;34 Onde dissegli Iesù: li figliuoli di questo mondo si maritano, e sono dati alle nozze.
35 ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito:35 Ma quelli che saranno degni dell' altro mondo, e della resurrezione de' morti, non si maritaranno, nè menaranno moglie.
36 infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio.36 E più non potranno morire; imperò che loro sono eguali alli angioli, e sono figliuoli di Dio, conciosia che sono figliuoli di resurrezione.
37 Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe.37 Ma che (etiam) resuscitano li morti, etiam Moisè, essendo appresso la rovere, il dimostra, come egli dice il Siguore, il Dio di Abraam, il Dio d' Isaac e il Dio di Iacob.
38 Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
38 Di che Iddio, egli non è Iddio de' morti, ma de' vivi; imperò che tutti vivono a lui.
39 Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene».39 Onde alcuni delli Scribi risposero: maestro, oh come hai detto bene!
40 E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
40 E più non presumevano di addimandarlo.
41 Allora egli disse loro: «Come mai si dice che il Cristo è figlio di Davide,41 Ed egli sì gli disse: come dicono, Cristo essere figliuolo di David?
42 se Davide stesso nel libro dei Salmi dice:
Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra
42 Ed esso David dice nel libro de' salmi: disse il Signore al Signore mio: siedi alla mano dritta mia,
43 finché io ponga i tuoi nemici
come sgabello dei tuoi piedi?
43 insino ch' io ponga li tuoi inimici, scabello de' tuoi piedi.
44 Davide dunque lo chiama Signore; perciò, come può essere suo figlio?».
44 David adunque chiamollo Signore; ed egli come è suo figliuolo?
45 Mentre tutto il popolo ascoltava, disse ai suoi discepoli:45 E udendo tutto il popolo, disse alli suoi discepoli :
46 «Guardatevi dagli scribi, che vogliono passeggiare in lunghe vesti e si compiacciono di essere salutati nelle piazze, di avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti;46 Guardatevi dalli Scribi, li quali vogliono andare nelle stole, e amano le salutazioni nel mercato, e le prime cattedre nelle sinagoghe, e le prime sedie ne' conviti;
47 divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».47 li quali divorano le case delle vedove, simulanti la lunga orazione. Questi receveranno maggiore dannazione.