Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Sapienza 17


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA VOLGARE
1 I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare;
per questo le anime senza istruzione si sono ingannate.
1 Grandi sono li giudicii tuoi, Signore, e le parole the sono inenarrabili; per questo le anime non addottrinate errarono.
2 Infatti gli ingiusti, avendo preteso di dominare il popolo santo,
prigionieri delle tenebre e incatenati a una lunga notte,
chiusi sotto i loro tetti, giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
2 Quando egli è mostrato per falsi argomenti alli iniqui, che possono signoreggiare la gente santa, poi legati con legami di tenebre, e rinchiusi sotto i tetti, i fuggitivi delle perpetuali providenze giacerono.
3 Credendo di restare nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo oscuro dell’oblio,
furono dispersi, terribilmente spaventati
e sconvolti da visioni.
3 E mentre ch' elli si pensavano nascondere nelli oscuri peccati, sono dispersi per lo velamento della dimenticanza, spaventati orribilmente, e turbati con soperchia ammirazione.
4 Neppure il nascondiglio in cui si trovavano li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro
e apparivano lugubri spettri dai volti tristi.
4 Nè la spelonca, nella quale elli erano, li conservava sanza paura; però che il suono che discendeva turbava coloro, e persone tristi, che apparivano a coloro, facevano loro paura.
5 Nessun fuoco, per quanto intenso, riusciva a far luce,
neppure le luci più splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare dall’alto quella notte cupa.
5 Il fuoco per nessuna potenza sua dare potea loro lume; nè le fiamme delle stelle potevano alluminare quella spaventevole notte.
6 Appariva loro solo una massa di fuoco, improvvisa, tremenda;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose che vedevano.
6 Appariva loro uno subito fuoco, pieno di paura; e percossi per la paura, temeano più quelle cose che non vedeano, che quelle che vedevano.
7 Fallivano i ritrovati della magia,
e il vanto della loro saggezza era svergognato.
7 E li schernimenti dell' arte magica vi erano apposti; e lo castigamento della gloriosa sapienza era contumelia.
8 Infatti quelli che promettevano di cacciare
timori e inquietudini dall’anima malata,
languivano essi stessi in un ridicolo timore.
8 Però che coloro, li quali promettevano di scacciare le paure e le tribulazioni dell' anima languente, questi medesimi languivano con ischernimento, pieni di paura.
9 Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
messi in agitazione al passare delle bestie e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l’aria che in nessun modo si può evitare.
9 Però che eziandio se nulla delle cose, che mostravano contra natura, perturbavano loro, nientemeno per li trapassamenti delli animali, e per lo soffio delli serpenti commossi, tremanti morivano; e diceano ch' elli non vedeano l' aere, il quale niuno puote schifare per alcuno modo.
10 La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e, oppressa dalla coscienza, aumenta sempre le difficoltà.
10 (Frequentemente le cose pessime, che debbono venire, spaventano li malvagi uomini, riprendendoli la coscienza per le loro cose malfatte). Conciosia cosa che la malvagità sia piena di paura, dà testimonianza della condannagione (di ciascuno); la crudele coscienza, turbata, sempre presume.
11 La paura infatti altro non è che l’abbandono degli aiuti della ragione;
11 La paura non è altro, se none (uno adiutorio di) presunzione di pensiere d'aiutorii.
12 quanto meno ci si affida nell’intimo a tali aiuti,
tanto più grave è l’ignoranza della causa che provoca il tormento.
12 E infino che dentro è il minore aspettamento, si computa maggiore potenza di quella cagione, della quale presta tormento.
13 Ma essi, durante tale notte davvero impotente,
uscita dagli antri del regno dei morti anch’esso impotente,
mentre dormivano il medesimo sonno,
13 E coloro li quali vennero dalli profondi e infimi lochi (sopravegnente), e dormendo sopravenente la impotente notte,
14 ora erano tormentati da fantasmi mostruosi,
ora erano paralizzati, traditi dal coraggio,
perché una paura improvvisa e inaspettata si era riversata su di loro.
14 alcuna volta erano battuti dalla paura della visione spaventevole, alcuna volta l'anime loro venivano meno per ismarrimento; però che la improvisa e insperata paura era sopravenuta loro.
15 Così chiunque, come caduto là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza sbarre:
15 Appresso, se alcuno di quelli cadeva, era guardato in carcere, rinchiuso senza ferri.
16 agricoltore o pastore
o lavoratore che fatica nel deserto,
sorpreso, subiva l’ineluttabile destino,
perché tutti erano legati dalla stessa catena di tenebre.
16 E se alcuno di villa o pastore o lavoratore di terra fosse preso, si sosteneano nella necessitade di non potere fuggire.
17 Il vento che sibila
o canto melodioso di uccelli tra folti rami
o suono cadenzato dell’acqua che scorre con forza
o cupo fragore di rocce che precipitano
17 Tutti erano legati insieme d' una medesima catena di tenebre. O fosse spirito soffiante, o tra li spessi rami il suave suono delli uccelli, o vero di fiume molto corrente acqua,
18 o corsa invisibile di animali imbizzarriti
o urla di crudelissime belve ruggenti
o eco rimbalzante dalle cavità dei monti,
tutto li paralizzava riempiendoli di terrore.
18 o fortissimo suono di rovinanti pietre, o corrimento invisibile di animali scherzanti, o fortissima voce di mugghianti bestie, o fusse resonante suono delli altissimi monti, facevano tramortire per paura coloro.
19 Il mondo intero splendeva di luce smagliante
e attendeva alle sue opere senza impedimento.
19 Tutto il mondo era illuminato di chiarissimo lume, e da non impedite opere era contenuto.
20 Soltanto su di loro si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma essi erano a se stessi più gravosi delle tenebre.
20 A coloro soli era posta la grave notte, imagine di tenebra che dovea venire sopra coloro. Elli medesimi erano adunque a sè gravi tenebre..