Scrutatio

Giovedi, 30 maggio 2024 - Santa Giovanna d'Arco ( Letture di oggi)

Siracide 38


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BIBBIA CEI 1974BIBBIA VOLGARE
1 Onora il medico come si deve secondo il bisogno,
anch'egli è stato creato dal Signore.
1 Onora il medico per la necessitade; certo Iddio il creoe.
2 Dall'Altissimo viene la guarigione,
anche dal re egli riceve doni.
2 Ogni medicina è da Dio, e dal re riceverà dono.
3 La scienza del medico lo fa procedere a testa alta,
egli è ammirato anche tra i grandi.
3 La disciplina del medico, esaltoe il capo del medico, e nel cospetto de' grandi uomini fia laudato.
4 Il Signore ha creato medicamenti dalla terra,
l'uomo assennato non li disprezza.
4 L' Altissimo creoe le medicine di terra, e il savio uomo non averà quelle medicine in orrore.
5 L'acqua non fu forse resa dolce per mezzo di un legno,
per rendere evidente la potenza di lui?
5 Or non è l'acqua amara fatta dolce dal legno?
6 Dio ha dato agli uomini la scienza
perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie.
6 E fu data al conoscimento delli uomini la virtude delle medicine (di quelle cose s' appartiene); e l' Altissimo diede la scienza alli uomini, per essere onorato nelle sue maraviglie.
7 Con esse il medico cura ed elimina il dolore
e il farmacista prepara le miscele.
7 Con queste cose il medico mitiga la doglia, e l' unguentario farà (d' esse) unguenti di soavitade, e comporranne unzioni di sanitade; e non si finiranno l' opere sue.
8 Non verranno meno le sue opere!
Da lui proviene il benessere sulla terra.
8 La pace di Dio sopra la faccia della terra.
9 Figlio, non avvilirti nella malattia,
ma prega il Signore ed egli ti guarirà.
9 Figliuolo, nella tua infermitade non dispregiare te medesimo; ma adora Iddio, acciò ch' egli ti guarisca.
10 Purìficati, lavati le mani;
monda il cuore da ogni peccato.
10 Partiti dal peccato, e dirizza le tue mani, e monda il cuore tuo da ogni peccato.
11 Offri incenso e un memoriale di fior di farina
e sacrifici pingui secondo le tue possibilità.
11 Dà soavitade e memoria di oblazione, e ingrassa l'offerta, e dà luogo al medico;
12 Fa' poi passare il medico
- il Signore ha creato anche lui -
non stia lontano da te, poiché ne hai bisogno.
12 però che Iddio il creoe; e non si parta da te, però che le opere sue sono necessarie.
13 Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani.
13 Egli è tempo, che tu corri nelle mani loro.
14 Anch'essi pregano il Signore
perché li guidi felicemente ad alleviare la malattia
e a risanarla, perché il malato ritorni alla vita.
14 E loro pregheranno Iddio, che ti dirizzi il riposo loro, e la sanitade (tua) per la loro conversazione (teco).
15 Chi pecca contro il proprio creatore
cada nelle mani del medico.

15 Chi pecca nel cospetto di colui che il fece, caderae nelle mani del medico.
16 Figlio, versa lacrime sul morto,
e come uno che soffre crudelmente inizia il lamento;
poi seppelliscine il corpo secondo il suo rito
e non trascurare la sua tomba.
16 Figliuolo, produci lacrime verso il morto, e sì come tu avessi infermitade comincia a piangere; e secondo la condizione cuopri il corpo di colui, e non disprezzare la sua sepoltura.
17 Piangi amaramente e alza il tuo lamento,
il lutto sia proporzionato alla sua dignità,
un giorno o due, per prevenire le dicerie,
quindi consòlati del tuo dolore.
17 Per lo suo partimento amaramente porta il dolore di colui uno die, e consòlati per la tristizia.
18 Difatti il dolore precede la morte,
il dolore del cuore logora la forza.
18 E fa pianto, secondo il merito suo, uno die o due, per rimuover la mormorazione.
19 In una disgrazia resta a lungo il dolore,
una vita di miseria è dura al cuore.
19 Dalla tristizia viene tosto la morte, (e impedisce) e cuopre la virtù (vitale); e la tristizia del cuore ripiega la testa dell' uomo.
20 Non abbandonare il tuo cuore al dolore;
scaccialo pensando alla tua fine.
20 La tristizia dimora nel ricusamento della consolazione; e la sostanza del povero sì è secondo il cuore suo.
21 Non dimenticare: non ci sarà infatti ritorno;
al morto non gioverai e farai del male a te stesso.
21 Non darai in tristizia il cuore tuo; ma cacciala da te, e stiati a mente del fine.
22 Ricòrdati della mia sorte che sarà anche la tua:
"Ieri a me e oggi a te".
22 E non lo ti dimenticare; però che non deve ritornare chi muore; e a costui non gioveresti niente, e te medesimo peggioreresti.
23 Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo
ricordo;
consòlati di lui, ora che il suo spirito è partito.

23 Ricorditi della sentenza mia; però che così sarà di te; a me fu jeri, e a te fia oggi.
24 La sapienza dello scriba si deve alle sue ore di
quiete;
chi ha poca attività diventerà saggio.
24 (Al fine) fa riposare la memoria del morto nel riposo suo; e consola lui nello suscitamento della sua anima.
25 Come potrà divenir saggio chi maneggia l'aratro
e si vanta di brandire un pungolo?
Spinge innanzi i buoi e si occupa del loro lavoro
e parla solo di vitelli?
25 Nota la sapienza nel tempo che tu starai in ozio; e chi scema nell' operare apprenderae la sapienza: però ch' elli si riempierae di sapienza
26 Pone la sua mente a tracciare solchi,
non dorme per dare il foraggio alle giovenche.
26 chi tiene l'aratro, e chi si gloria nello lanciotto, col pungitoio tocca i buoi, e conversa nell'opera di quelli, e il suo parlare è ne' figliuoli de' buoi.
27 Così ogni artigiano e ogni artista
che passa la notte come il giorno:
quelli che incidono incisioni per sigilli
e con pazienza cercano di variare l'intaglio;
pongono mente a ritrarre bene il disegno
e stanno svegli per terminare il lavoro.
27 Il cuore suo darae a volgere gli solchi, il suo vegliare nello ingrassare delle vacche.
28 Così il fabbro siede davanti all'incudine
ed è intento ai lavori del ferro:
la vampa del fuoco gli strugge le carni,
e col calore del fornello deve lottare;
il rumore del martello gli assorda gli orecchi,
i suoi occhi sono fissi al modello dell'oggetto,
è tutto preoccupato per finire il suo lavoro,
sta sveglio per rifinirlo alla perfezione.
28 Così ogni maestro di legname e artefice, il quale lavora la notte come il die; colui che intaglia figure rilevate, e la sua sollecitudine è in variare dipinture; darae il cuore suo nella similitudine della pittura, e nella sua vigilia compie l'opera.
29 Così il vasaio seduto al suo lavoro
gira con i piedi la ruota,
è sempre in ansia per il suo lavoro;
tutti i suoi gesti sono calcolati.
29 Così è il fabbro, tenendosi presso all' incudine, e considerando il lavoro del ferro; il vapore del fuoco arderae le carni sue, e nel calore della fornace combatte.
30 Con il braccio imprime una forma all'argilla,
mentre con i piedi ne piega la resistenza;
è preoccupato per una verniciatura perfetta,
sta sveglio per pulire il fornello.
30 La voce del martello innuova li suoi orecchi, e l'occhio suo (intende e) cerca la somiglianza del vasello.
31 Tutti costoro hanno fiducia nelle proprie mani;
ognuno è esperto nel proprio mestiere.
31 Il cuore suo darae nel compimento dell' opera, e la vigilia sua adornerae il difetto.
32 Senza di loro sarebbe impossibile costruire una città;
gli uomini non potrebbero né abitarvi né circolare.
32 Così è il pentolaio, sedendo all' opera sua, volgendo co' piedi suoi la ruota; il quale sta sempre in luogo solitario per l'opera sua, e sanza numero è ogni sua operazione.
33 Ma essi non sono ricercati nel consiglio del popolo,
nell'assemblea non hanno un posto speciale,
non siedono sul seggio del giudice,
non conoscono le disposizioni del giudizio.
33 Col braccio suo formerae il luto, e dinanzi a' piedi suoi chinerae la forza sua.
34 Non fanno brillare né l'istruzione né il diritto,
non compaiono tra gli autori di proverbi;
ma sostengono le cose materiali,
e la loro preghiera riguarda i lavori del mestiere.
34 Il cuore suo darà per comperare le limature, e la sua vigilia monderae la fornace.
35 Tutti questi sperano nelle loro mani, e ciascuno è savio nell'arte sua.
36 Sanza tutti questi non si edificherae la cittade.
37 E non persevereranno, e non anderanno dentro, e non translateranno nella chiesa.
38 Non sederanno sopra la sedia del giudice, e non intenderanno il testamento del giudicio; manifestamente [non] faranno disciplina e giudicio, e non saranno trovati nelli proverbii.
39 Ma confermeranno la creatura del mondo; il priego di quelli si è nella operazione dell' arte, i quali prestano l'anima sua, agguadagnando nella legge dello Altissimo.