SCRUTATIO

Domenica, 22 giugno 2025 - San Luigi Gonzaga ( Letture di oggi)

Iob 14


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BIBBIA VOLGARENOVA VULGATA
1 L'uomo nato della femina, vivente breve tempo, è ripieno di molte miserie.1 Homo natus de muliere,
brevi vivens tempore, commotione satiatur.
2 Il quale come fiore viene, e conculcato è; fugge sì come ombra, e non rimane mai in uno medesimo stato.2 Qui quasi flos egreditur et arescit
et fugit velut umbra et non permanet.
3 E pensi esser cosa degna di aprire sopra cotal cosa gli occhii tuoi, e menarlo teco nel giudicio?3 Et dignum ducis super huiuscemodi aperire oculos tuos
et adducere eum tecum in iudicium?
4 Chi puote fare la cosa monda, concetta del non mondo seme? Or non sei tu quello solo?4 Quis potest facere mundum de immundo?
Ne unus quidem!
5 Brevi sono li di dell' uomo; lo numero delli mesi suoi è appresso te; e ordinasti li termini suoi, li quali non si poteranno trapassare.5 Si statuti dies hominis sunt,
et numerus mensium eius apud te est,
et constituti sunt termini eius, quos non praeteribit,
6 Pàrtiti uno poco da lui, acciò ch' elli istia in riposo, insino che venghi il dì desiderato, e sì come del mercenaio siano li dì suoi.6 averte oculos tuos ab eo, ut quiescat,
donec solvat, sicut mercennarius, dies suos.
7 Lo legno ha speranza; se tagliato e' sarà, da capo si fa verde, e li rami suoi mettono li rampolli.7 Nam lignum habet spem;
si praecisum fuerit, rursum virescet,
et rami eius non deficient.
8 Se invecchierà nella terra la sua radice, e nella polvere morto sarà lo suo broccone,8 Si senuerit in terra radix eius,
et in pulvere emortuus fuerit truncus illius,
9 all' odore dell' acque germinerae, e farae la moltitudine de' rami, quasi come di prima piantato era.9 ad odorem aquae germinabit
et faciet comam quasi novellae.
10 Ma l' uomo, quando è morto, e sarae spogliato e consumato, domandatene, vi priego: dove lui è?10 Homo vero cum mortuus fuerit et debilitatur,
exspirat homo et, ubi, quaeso, est?
11 E come se si partissono l'acque del mare, e lo fiume fatto vôto si secca,11 Recedent aquae de mari,
et fluvius vacuefactus arescet;
12 così l'uomo, quando morrà, non risusciterà; insino che il cielo sia attrito, non si sveglierae, nè non si leverae dal suo sonno.12 sic homo, cum dormierit, non resurget:
donec atteratur caelum, non evigilabit
nec consurget de somno suo.
13 Chi mi darà questo, che in inferno tu mi difendi e nascondimi, infino che trapassi lo tuo furore, e òrdinimi il tempo nel quale tu ti ricordi di me?13 Quis mihi hoc tribuat, ut in inferno seponas me
et abscondas me, donec pertranseat furor tuus,
et constituas mihi tempus, in quo recorderis mei?
14 E pensi tu, che morto l'uomo, un' altra volta viva? tutti i dì, ne' quali io ora cavalco, aspetto insino a tanto che venga la mia immutazione.14 Putasne mortuus homo rursum vivat?
Cunctis diebus, quibus nunc milito,
exspectarem, donec veniat immutatio mea.
15 Chiamerae me, e io risponderò a te; allo lavorio delle tue mani porgerai la tua mano diritta.15 Vocares me, et ego responderem tibi;
opus manuum tuarum requireres.
16 In veritade li andamenti miei annumerasti, ma perdona alli peccati miei.16 Tu quidem nunc gressus meos dinumerares,
sed parceres peccatis meis.
17 Segnasti quasi come nel sacculo li peccati miei, ma curasti la mia iniquitade.17 Signares quasi in sacculo delicta mea,
sed dealbares iniquitatem meam.
18 Lo monte cadente scorrerà, e lo sasso sarà trasportato del suo luogo.18 Mons cadens decidit,
et saxum transfertur de loco suo;
19 Le acque cavano le pietre, e per la innondanza dell' acque a poco a poco la terra è consumata; e adunque li uomini similmente perderai.19 lapides excavant aquae,
et alluvione terra inundatur:
et spem hominis perdes.
20 Fortificastilo uno poco, acciò che in perpetuo trapassasse; e immuterai la faccia sua, e manderai lui.20 Praevales adversus eum, et in perpetuum transiet;
immutas faciem eius et emittis eum.
21 Ovvero se saranno nobili i suoi figliuoli, ovvero non nobili, non intenderà.21 Sive nobiles fuerint filii eius, non novit;
sive ignobiles, non intellegit.
22 Ma pure la carne sua, insino che viverà, sì dorrà; e l'anima sua sopra sè medesimo piangerà (sempre).22 Attamen caro eius, dum vivet, dolet,
et anima illius super semetipso luget ”.