SCRUTATIO

Domenica, 22 giugno 2025 - San Tommaso Moro ( Letture di oggi)

Secondo libro de' Maccabei 7


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1 E avvenne che furono pigliati sette fratelli colla madre sua insieme, ed erano costretti dal re contro alla legge di toccar le carni del porco, con percosse e battiture di corregge (di pelle) di cuoio di bue.1 Ci fu anche il fatto di sette fratelli che, arrestati con la loro madre, furono costretti dal re a prendere carni proibite di porco, tormentati con flagelli e nerbi.
2 E uno di loro, il quale era il primo, disse così che cerchi tu, e che vuoi tu imparare da noi? Noi siamo apparecchiati più tosto di morire, che prevaricare le leggi paterne, e quelle di Dio.2 Uno di essi, facendosi portavoce di tutti, disse: "Cosa vorresti domandare e apprendere da noi? Noi, infatti, siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri".
3 E corrucciato il re, comandò che fusse accese le padelle e vasi di bronzo; le quali sùbito accese,3 Il re, adiratosi, ordinò di riscaldare padelle e caldaie.
4 comandò che a colui, che prima parlò, li fusse tratta la lingua; e anco, levata la coteca del capo, comandò li fusse tagliate (tutte) le mani e li piedi, tutti gli altri fratelli e la madre vedendolo.4 Poi, appena divennero bollenti, ordinò che a quello che si era fatto loro portavoce fosse tagliata la lingua e, dopo averlo scorticato, gli tagliassero le estremità, sotto gli sguardi degli altri fratelli e della madre.
5 Ed essendo così fatto inutile per tutto, comandò che fusse posto al fuoco, e anco così spirando ardesse nella padella; nella quale lungamente cruciandosi, li altri insieme con la madre si confortavano di morire fortemente,5 Quando fu reso completamente impotente, comandò di avvicinarlo al fuoco e di gettarlo sulla padella, mentre ancora respirava. Mentre il vapore si diffondeva abbondantemente dalla padella, gli altri si esortavano a vicenda con la madre a morire nobilmente dicendo:
6 dicendo: lo Signore Iddio vedrà la verità, e consolerassi in noi, sì come nella protestazione del cantico dichiarò Moise: E CONSOLERASSI NELLI SERVI SUOI.6 "Il Signore Dio ci osserva e sicuramente egli ha pietà di noi, come ha dichiarato Mosè nel suo cantico, che attesta apertamente: "Egli avrà pietà dei suoi servi".
7 E morto il primo a questo modo, menavano lo seguente a disprezzarlo; e levata che li fu la coteca del capo con li capelli, dimandoro s' egli mangerebbe inanzi che fusse punito per i membri di tutto il corpo.7 Passato il primo all'altra vita in tale maniera, condussero il secondo al ludibrio. Dopo avergli strappata la pelle della testa con i capelli, gli domandarono: "Vorresti mangiare, prima che ti sia torturato il corpo, membro per membro?".
8 E lui, rispondendo con la voce paterna, disse: non farò. E per questo nel luogo del primo fu tormentato.8 Rispose nella lingua dei padri e disse: "No". Perciò anch'egli subì il supplizio come il primo.
9 Ed essendo nell' ultimo del spirito, disse; tu certamente, scelestissimo, ne perdi in questa vita; ma il re del mondo, poi che noi saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà nella resurrezione della eterna vita.9 Giunto però all'ultimo respiro, disse: "Tu, scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re del mondo ci farà risorgere ad una risurrezione eterna di vita, noi che moriamo per le sue leggi".
10 Dopo questo il terzo è dileggiato, e dimandatoli la lingua, sùbito la mise fuori, e constantemente stese le mani.10 Dopo di lui fu torturato il terzo. Come ne fu richiesto, egli subito mise fuori la lingua e stese avanti le mani coraggiosamente,
11 E disse con fiducia: io possiedo queste cose dal cielo, ma per amor delle leggi di Dio disprezzo tutte queste cose, però ch' io spero di ricever tutte queste cose da lui.11 dicendo con fierezza: "Dal cielo ho queste membra, ma a causa delle sue leggi le trascuro, perché spero di esserne di nuovo da lui adornato".
12 Si che (dicendo a questo modo) si maravigliò il re, e quelli ch' erano con lui, (della costanza e) dell' animo del giovane, che come nulla esistima i cruciati.12 Lo stesso re, con quelli che erano con lui, restò ammirato per l'animo di questo giovane, che non si curava affatto delle sofferenze.
13 E morto che fu questo, similmente cruciavano il quarto.13 Passato anche lui all'altra vita, tormentarono il quarto allo stesso modo con supplizi.
14 Ed essendo già propinquo alla morte, disse così coloro i quali sono dati alla morte dagli uomini più tosto debbono aspettare con speranza da Dio, un' altra volta esser resuscitati da lui; ma a te non sarà resurrezione a vita.14 Giunto quasi a morire, disse: "E' meglio essere messi a morte dagli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui risuscitati. Per te, però, non ci sarà davvero risurrezione alla vita".
15 E avendo pigliato il quinto, lo cruciavano anco lui. E lui riguardando al re, disse:15 Subito dopo condussero il quinto e lo tormentarono.
16 Tu hai autorità fra gli uomini, avvenga che tu sii corruttibile; tu fai quello che vuoi; ma non voler pensare che la nostra gente sia abbandonata da Dio.16 Ma lui, fissando il re, disse: "Avendo autorità sugli uomini, tu, benché mortale, fai ciò che vuoi. Non credere però che la nostra gente sia stata abbandonata da Dio.
17 Ma tu abbi un poco pazienza, e vederai la grande sua podestà, a che modo te e la progenie tua sarà tormentata.17 Quanto a te, aspetta e vedrai la sua grande potenza, come tormenterà te e la tua razza".
18 Dopo questo menarono anco il sesto, e questo cominciando a morire disse così: non volere errare invano; però che noi sosteniamo queste cose per cagion di noi istessi, però che abbiamo peccato contro al Dio nostro; e per degna ammirazione sono fatte queste cose in noi.18 Dopo di lui condussero il sesto. Stando per morire, disse: "Non ti illudere stoltamente! Noi, infatti, soffriamo queste cose a causa nostra, avendo peccato contro il nostro Dio. E' per questo che ci accadono cose da destar meraviglia.
19 Ma tu non pensar di scampare sanza punizione, il qual hai tentato di combattere contro a Dio.19 Ma tu non credere di restare impunito, dopo aver intrapreso a combattere contro Dio".
20 E la madre loro, mirabile e degna di memoria delli buoni, con l'animo costante sostenea, vedendosi dinanzi agli occhi suoi esser uccisi sette figliuoli in uno dì, per la speranza la qual avea in Dio.20 Oltre ogni modo ammirevole e degna di una felice memoria fu poi la madre la quale, vedendosi uccisi i suoi sette figli nello spazio di un sol giorno, sopportò di buon animo, per la speranza che ella aveva nel Signore.
21 E confortava ciascuno di loro, ripiena di sapienza, fortemente colla paterna voce; e avendo inserto l'animo virile nelli pensieri feminili,21 Esortava ciascuno di essi nella lingua dei padri e piena di nobili sentimenti animava il suo parlare femminile con animo virile, dicendo loro:
22 disse a loro: io non so a che modo voi appariste nel mio ventre, e anco io non diedi a voi lo spirito e l'anima e la vita, e non formai li membri di ciascuno di voi.22 "Non so come voi compariste nel mio seno; non sono stata io a donarvi lo spirito e la vita, né io a disporre organicamente gli elementi di ciascuno di voi.
23 Ma egli è il Creatore del mondo, il quale formò la natività dell' uomo; colui che trovò la origine delli uomini vi renderà un' altra fiata la vita con misericordia, così come voi disprezzate voi stessi per amore delle sue leggi.23 Perciò il Creatore del mondo, che formò il genere umano e dispose l'origine di tutte le cose, nella sua misericordia vi darà di nuovo lo spirito e la vita, poiché ora trascurate voi stessi per le sue leggi".
24 E Antioco, vedendosi disprezzato, e insieme disprezzata la voce di chi lo vituperava, essendo anco rimasto il più giovane, non solamente lo confortava con parole, ma anco con giuramento affermava che lo farebbe ricco e beato; e se lui si rimovesse delle leggi paterne, sarebbe sempre suo amico, e arebbe tutto quello li fosse bisogno.24 Antioco, credendosi vilipeso perché pensava che quel linguaggio fosse offensivo, mentre il più giovane era ancora vivo, prese non solo ad esortarlo con parole ma anche ad assicurarlo con giuramento che lo avrebbe fatto ricco e felice, e che se si fosse staccato dalle tradizioni dei padri, l'avrebbe ritenuto come amico e gli avrebbe affidato alti incarichi.
25 E conciosia cosa che il giovane per alcuno modo non si potesse inclinare, chiamò la madre, e sì la persuadeva ch' ella volesse confortar il figliuolo alla salute sua.25 Poiché il giovane non gli prestava attenzione, il re, chiamata la madre, l'invitava a farsi consigliera di salvezza del ragazzo.
26 E avendola confortata con molte parole, promiseli di persuadere al suo figliuolo.26 Dopo averla tanto invitata, ella accettò di persuadere il figliolo.
27 Inclinata dunque al suo figliuolo, facendosi beffe del crudele tiranno, disse colla voce paternale: figliuolo mio, abbi misericordia di me, la quale ti portai nove mesi nel ventre, e per tre anni diediti lo latte, e sì ti nutricai, e a questa età io ti condussi.27 Curvatasi su di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua dei padri: "Figlio, abbi pietà di me che per nove mesi ti ho portato in seno e per tre anni ti ho allattato, ti ho nutrito, allevato e portato a questa età.
28 Dimandoti, figliuolo mio, che tu guardi in cielo, e alla terra e a tutte quelle cose che sono in loro; e intendi che tutte queste cose fece Iddio di niente, e anco la generazione degli uomini;28 Ti prego, figliolo, guarda il cielo e la terra e osserva tutte le cose che sono in essi. Sappi che non da cose esistenti Dio le ha fatte e che anche il genere umano è stato fatto allo stesso modo.
29 e così nell' animo tuo sì fermi, che tu non temi questo omicidiale; ma essendo fatto degno delli tuoi fratelli, ricevi la morte, acciò che in quella miserazione ti riceva con li tuoi fratelli.29 Non temere questo carnefice, ma, resoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, affinché io ti riacquisti con i tuoi fratelli nel tempo della misericordia".
30 E parlando la madre anco queste cose, disse il giovane: che aspettate voi? non voglio ubedire al comandamento del re, ma al comandamento della legge la qual fu data a noi per Moisè.30 Mentre ella ancora parlava, il giovane disse: "Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma al comando di quella legge, io obbedisco, che fu data ai nostri padri per mezzo di Mosè.
31 Ma tu il qual sei fatto inventor di ogni malizia contro agli ebrei, non fuggirai le mani di Dio.31 Tu, però, che ti sei fatto inventore di ogni male contro gli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio.
32 Però che noi patimo per i peccati nostri.32 Noi, infatti, soffriamo per i nostri stessi peccati.
33 E se il Signore nostro è un poco irato con noi per riprension e correzion nostra, (ma voglio tu sappi che) lui si riconcilierà con i servi suoi.33 E se ora, a scopo di castigo e di correzione, il vivente Signore nostro per breve tempo si è irritato con noi, di nuovo egli si riconcilierà con i suoi servi.
34 Ma tu, o scelestissimo e viziosissimo di tutti gli uomini, non ti voler (gloriare ed) esaltare con vane speranze infiammato contro alli suoi servi.34 Ma tu, o empio, e più scellerato di tutti gli uomini, non ti esaltare stoltamente, agitandoti in vane speranze, mentre alzi la mano contro i figli del cielo,
35 Però che tu non sei anco fuggito lo giudicio dello onnipotente Dio, il qual conosce ogni cosa.35 poiché non sei ancora sfuggito al giudizio dell'Onnipotente che tutto vede.
36 Li miei fratelli, ben che abbino sostenuto un poco di dolore, sono fatti partecipi della eterna vita; ma tu collo giudicio di Dio satisfarai con li tormenti giusti la tua ambizione.36 Già ora, infatti, i nostri fratelli, dopo aver sopportato un breve tormento, sono pervenuti all'eterna vita nell'alleanza di Dio; tu invece nel giudizio di Dio riporterai i giusti castighi della tua superbia.
37 Io veramente, sì come hanno fatto li miei fratelli, do l'anima e il corpo mio per le (nostre) leggi paterne, invocando Iddio, più maturamente si facci propizio alla gente nostra, e facciti confessare con tormenti e percosse, ch' esso è solo Iddio.37 Io, come i miei fratelli, dono il corpo e la vita per le leggi dei padri, invocando Dio che si faccia presto misericordioso con la mia gente e che, mediante prove e flagelli, costringa te a confessare che egli solo è Dio.
38 E in me e in li miei fratelli termini l'ira dello onnipetente Iddio, la qual è sopravenuta giustamente sopra tutta la nostra gente.38 Possa, infine, arrestarsi in me e nei miei fratelli l'ira dell'Onnipotente, che giustamente si è abbattuta su tutta la nostra stirpe!".
39 Allora il re, acceso d' ira contro a questo giovane, sopra tutti gli altri più crudelmente lo tormentò, sostenendo con indignazione di esser dileggiato.39 Adirato, il re infierì su di lui più crudelmente che sugli altri, mal sopportando lo scherno.
40 E costui anco mondo (e puro) se ne morì, confidandosi in Dio per tutte queste cose.40 Così anch'egli, puro, passò di vita confidando totalmente nel Signore.
41 Ultimamente dopo i (suoi) figliuoli anco la madre fu consumata (e morta).41 Ultima, dopo i figli, morì la madre.
42 Delli sacrificii adunque e delle grandi crudelità assai è detto.42 Ma intorno ai banchetti sacrificali e a queste terribili persecuzioni sia sufficiente quanto esposto.