Corvi, beccate, balsamo
San Giovanni Bosco

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La notte precedente la domenica in Albis, 3 aprile 1864, a Don Bosco
parve di trovarsi sul balcone prospiciente la sua cameretta, nell’atto
di osservare i giovani a divertirsi, quando vide comparire un grande
lenzuolo bianco, che coprì tutto il cortile con i giovani che si
ricreavano. Mentre stava osservando, vide una grande quantità di corvi
venire a svolazzare sopra il lenzuolo, girare qua e là e finalmente
trovare le estremità, passare sotto e gettarsi sopra i giovani per
beccarli.
Apparve allora uno spettacolo compassionevole: a uno cavavano gli occhi,
a un altro beccavano la lingua facendola a pezzi; a questo davano
beccate in fronte, a quell’altro straziavano il cuore. Ma ciò che
stupiva Don Bosco era che nessuno si lamentava o gridava, ma tutti
restavano freddi e insensibili, senza curarsi di difendersi.
«— Sogno o son desto? — pensavo —. Quei corvi che siano demòni che danno
l’assalto ai miei giovani?
Mentre pensavo così, sentii un rumore e mi svegliai. Qualcuno aveva
bussato alla mia porta.
Ma quale non fu la mia sorpresa quando il lunedì vidi diminuire le
Comunioni, al martedì più ancora, al mercoledì poi in modo
notevolissimo, sicché alla metà della Messa avevo terminato di
confessare! Non volli però dir nulla, perché essendo prossimi gli
Esercizi Spirituali, speravo che si sarebbe rimediato a tutto.
Ieri, 13 aprile, ebbi un altro sogno. Lungo il giorno avevo sempre
confessato, quindi la mia mente era tutta occupata dell’anima dei miei
giovani, come lo è quasi di continuo. Nella notte mi parve di nuovo di
trovarmi sul balcone a osservare i giovani in ricrea zione. Scorgevo
tutti quelli che erano stati feriti dai corvi e li osservavo, quando
comparve un personaggio con un vasetto in mano, entro cui c’era del
balsamo. Era accompagnato da un altro che recava un pannolino. Tutti e
due si diedero attorno a medicare le ferite dei giovani che, appena
toccati dal balsamo, restavano guariti. Ve ne furono però parecchi che
non vollero essere guariti.
E ciò che più mi spiacque è che questi erano in numero notevole. Mi
affrettai a prenderne i nomi su di un pezzo di carta, ma mentre
scrivevo, mi svegliai e mi trovai a mani vuote. Tuttavia li ricordo
quasi tutti e andrò via via parlando con loro, come già parlai con
alcuni per indurli a sanare le loro ferite».
Questi due sogni spiegano quanto si legge nelle Memorie Biografiche: «
Finiti gli Esercizi, Don Bosco si lamentò che alcuni degli alunni non ne
avessero approfittato per il bene della loro anima. “Io, in questi
giorni passati — disse —, vedevo così chiaramente i peccati di ciascuno
di voi, come se li avessi tutti scritti davanti agli occhi. E una grazia
singolare che il Signore mi ha fatto in questi giorni per il vostro
bene “» .