“Invoca l’anima più abbandonata del purgatorio” – Suor Erminia Brunetti
Purgatorio

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Suor Erminia Brunetti aveva una particolare devozione per le anime
purganti. Un fatto straordinario le capitò mentre si trovava a Teramo
per svolgervi la sua missione insieme con una consorella. Dovevano
incontrare il vescovo, il quale avrebbe indicato loro il posto dove
alloggiare; ma il vescovo era assente, perché ricoverato in ospedale.
Mentre si aggiravano per la città non sapendo a chi rivolgersi , suor
Erminia udì una voce che le diceva : “Vai in chiesa. Invoca l’anima più
abbandonata del purgatorio, prega per lei ed essa ti dirà che cosa devi
fare”.
Si diressero in duomo per fare la loro quotidiana ora di adorazione.
Quando uscirono, una donna si avvicinò e domando loro: “Cercate
alloggio?”. Suor Erminia pensò che si trattasse di una persona curiosa, e
suggerì alla consorella di lasciar perdere e proseguire la strada. Ma
quella donna la seguì dicendo: “Prima cercate l’aiuto di Dio e poi,
quando ve lo manda, non ci credete!”. L’ascoltarono: “Andate dalla
moglie di Peppino, quello che è stato per ventiquattro anni in America”,
disse “durante la comunione, questa mattina, ha pregato il Padre
celeste di mandarle qualcuno a casa, perché vuole fare delle opere
buone. Il Signore ha stabilito che vi andiate voi”. Suor Erminia,
intanto, cercava di toccarla, ma era come toccare l’aria. Poi quella
donna disparve. Le due suore rimasero strabiliate, anche perché la donna
non aveva indicato loro dove potevano incontrare la signora di Peppino.
Suor Erminia disse alla consorella, che era rimasta silenziosa per
tutto il tempo: “Domandiamo alla prima donna che incontriamo, se lei è
la signora di Peppino. Al più penserà che siamo matte!”. Così fecero.
Poco dopo videro una donna nel portone di un palazzo che parlava con
un’altra affacciata alla finestra di fronte. Suor Erminia le domandò:
Scusi, è lei la signora di Peppino?” . Quella si girò di scatto verso di
loro: “si”, rispose, “chi vi manda?”. Suor Erminia soggiunse: “Ci manda
una donna che noi non conosciamo. Siamo nuove di qui. Ci ha detto che
questa mattina, nella comunione, ha chiesto al Signore di mandarle
qualcuno a casa perché vuole fare delle opere buone. E il Signore ha
stabilito che venissimo noi”. E lei: “Oh, Dio mio, è vero questa mattina
ho proprio detto questo! Suore venite”. Le suore entrarono in casa ed
ella offrì loro il caffè. Voleva sapere chi fosse quella donna che le
aveva indirizzate, ma loro non sapevo dirlo. Mentre sorbivano il caffè,
il loro sguardo cadde su una fotografia lì esposta: “E’ quella signora
lì”, dissero, “che ci ha mandato!”. Si trattava della governante della
signora, che era morta un anno prima, nel sanatorio di Teramo. la
signora capì che davvero quelle suore erano mandate da Dio.
Sembrava proprio che il Signore esaudisse Suor Erminia sempre, specialmente quando pregava per le anime purganti.
Un altro fatto lo conferma.
Volendo pregare per un cognato che non riusciva a trovare
lavoro, cominciò a fare una novena per l’anima del purgatorio più
abbandonata. Nel frattempo, si trovava con una consorella in un paese
per la missione alle famiglie e abitavano in una casa isolata, che era
stata messa a loro disposizione per il periodo della loro permanenza
apostolica. Una mattina, svegliandosi, le venne il dubbio circa i giorni
della novena per quell’anima, e con la mente, le chiese di farle capire
quanti ne mancavano ancora. Appena formulata la domanda, sentì quattro
colpi decisi alla porta. Anche la consorella li sentì, ma non sapeva
della richiesta di suor Erminia. Questa, allora, sempre con il pensiero,
domandò se quei colpi fossero la risposta alla sua domanda. Sentirono
un catenaccio cigolare e una vecchia porta aprirsi, poi videro avanzare
una giovane donna dall’aspetto molto sofferente. Aveva un colore cereo, i
capelli sciolti sulle spalle e il volto rivolto in alto. Le due suore
furono prese da grande spavento. Suor Erminia provò a interrogarla con
il pensiero ed essa rispose. Era morta dopo una festa da ballo: sudata,
aveva preso freddo e una polmonite l’aveva portata alla tomba. La madre,
non essendo credente, non aveva fatto celebrare per lei nemmeno una
Messa. Nessuno mai aveva pregato per lei: Suor Erminia era stata la
prima a farlo. Intanto la consorella, spaventata, cercava di fuggire
dalla finestra, perché quella ragazza si era messo proprio davanti alla
porta dove dovevano passare. Suor Erminia le disse: “ Se non ci lasci
passare, non possiamo andare a messa a pregare per te”. Quella scomparve
ed esse poterono scendere. Ma la ritrovarono in fondo alla scala e di
nuovo furono prese da spavento. Non le voleva lasciare, perché temeva
che la dimenticassero. Finalmente, tremanti come foglie, poterono
uscire. Non raccontarono la cosa ad alcuno, ma la compagna di suor
Erminia si era talmente spaventata che non volle più uscire con lei.
Suor Erminia interpretò questo fatto come una conferma da parte di Dio:
la preghiera e i sacrifici offerti per le anime purganti hanno grande
valore.