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Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

12 - Cristo nostro Signore perseverava nella preghiera e nelle suppliche a favore degli uomini.

Suor Maria d'Agreda

12 - Cristo nostro Signore perseverava nella preghiera e nelle suppliche a favore degli uomini.
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Cristo nostro Signore perseverava nella preghiera e nelle suppliche a favore degli uomini, accompagnato dalla sua santissima Madre, che riceveva nuove rivelazioni.

846. Per quanto le nostre parole si sforzino di proclamare e glorificare le opere di Cristo, nostro redentore, e della sua santissima Madre, resteranno sempre di gran lunga superate dalla sublimità di questi misteri, perché essi, come dice il Siracide, sono più grandi di ogni nostra lode. Mai li vedremo e mai li comprenderemo: sempre resterà nel segreto più di quanto si sarà detto, perché sono molto poche le cose che giungiamo a conoscere, e queste stesse noi non meritiamo né di intendere né di spiegare. Anche il più eccelso serafino sarebbe incapace di pesare e scandagliare a fondo gli arcani segreti che intercorsero tra Gesù e Maria santissima negli anni che vissero insieme, e specialmente in quelli di cui sto parlando. In questo tempo il Maestro della luce istruì sua Madre su tutto ciò che egli avrebbe dovuto operare nella legge di grazia e su quanto avrebbe dovuto comprendere la stessa legge in questa sesta età del mondo fino al suo termine; cioè su tutto quello che in milleseicentocinquantasette e più anni è accaduto, e su ciò che deve ancora succedere sino al giorno, da noi ignorato, del giudizio finale. Tutto questo conobbe la nostra divina Signora alla scuola del suo santissimo Figlio, perché sua Maestà le manifestò ogni cosa, dichiarandole ciò che sarebbe dovuto avvenire nel corso della storia della Chiesa, a seconda dei tempi, dei luoghi, dei regni e delle province. Alla divina Signora ciò fu svelato con tale chiarezza che se fosse sempre vissuta in carne mortale avrebbe conosciuto tutti i figli della Chiesa, nella persona e nel nome, ancor prima di vederli, come accadde con quelli che incontrò e con i quali trattò in vita. Questi infatti quando si presentavano dinanzi a lei per la prima volta apparivano come oggetti nuovi solo ai sensi esterni, la cui segnalazione corrispondeva alla cognizione interiore che già aveva avuto di loro.

847. Alla beatissima Madre della sapienza venivano manifestati i misteri concernenti le virtù interiori e le facoltà esteriori del suo santissimo Figlio, ma ella non arrivava a penetrarli alla sua stessa maniera. Cristo era unito ipostaticamente e beatificamente alla Divinità, mentre la gran Signora era una semplice creatura, e quindi non poteva fruire della continua visione beatifica. Maria non sempre vedeva le specie e la luce beatifica di Cristo, se non quando godeva della visione chiara della Divinità. Nelle altre rivelazioni dei misteri della Chiesa militante, conosceva però le specie immaginarie delle facoltà di Cristo nostro Signore, il modo in cui dipendevano dalla sua santissima volontà e come questa decretava ed ordinava tutto ciò che avrebbe operato, a seconda dei tempi, dei luoghi e delle situazioni. Ebbe anche cognizione di come la volontà umana del Salvatore si conformasse con quella divina e fosse da questa governata in tutto ciò che stabiliva e disponeva. Tale armonia divina muoveva anche la volontà e le facoltà della stessa Signora, affinché operasse e cooperasse con la volontà del suo santissimo Figlio e mediante questa con quella divina. In questo modo si realizzava una conformità ineffabile tra Cristo e Maria santissima, che concorreva come coadiutrice nella costituzione della legge evangelica e della santa Chiesa.

848. Tutti questi insondabili segreti, ordinariamente, venivano svelati nell'umile dimora della Regina, dove si celebrò il più grande dei misteri: l'incarnazione del Verbo divino nel suo grembo verginale. E sebbene questo luogo fosse tanto angusto e povero, e avesse mura nude e strette, fu capace di accogliere la grandezza infinita di colui che è immenso. Da qui uscì colui che ha dato agli innumerevoli santuari ed ai templi più ricchi del mondo la maestà e la divinità che oggi racchiudono in sé. In questo Santo dei santi era solito pregare il sommo sacerdote della nuova legge, Cristo nostro Signore. La sua continua orazione si concludeva col rivolgere fervorose implorazioni al Padre a favore degli uomini, e col rendere partecipe la sua vergine Madre di tutte le opere della redenzione e dei ricchi doni e tesori di grazia che preparava, per lasciarli nella nuova alleanza ai figli della luce vincolati nella santa Chiesa. Chiedeva molte volte all'eterno Padre che i peccati e l'ostinata ingratitudine degli uomini non fossero di impedimento alla loro redenzione. Cristo nella sua onniscienza ebbe sempre presenti le colpe del genere umano e la dannazione di tante anime indegne del riscatto divino, e il sapere che doveva morire per loro lo pose sempre in uno stato di grande agonia e lo costrinse molte volte a sudare sangue. E benché gli evangelisti facciano menzione di questo una sola volta, prima della passione - non avendo descritto tutti gli eventi della sua vita -, è fuor di dubbio che la sua santissima Madre lo vide molte volte in questo stato, come ho compreso da alcune rivelazioni.

849. Il nostro Maestro pregava alcune volte in ginocchio, altre volte prostrato a terra o sospeso in aria, con le braccia distese a forma di croce: posizione che egli amava molto. Raccolto in preghiera alla presenza di sua Madre, soleva dire: «O fortunatissima croce, quando mi vedrò fra le tue braccia? Quando riceverai tu le mie, perché inchiodate su di te rimangano aperte per accogliere tutti i peccatori? In verità, se sono disceso dal cielo per chiamarli alla mia sequela e imitazione, esse stanno sempre aperte per abbracciarli ed arricchirli tutti. Tutti voi che siete ciechi, venite dunque alla luce. Venite, o poveri, ai tesori della mia grazia. Venite, o piccoli, alle carezze e ai doni del vostro vero Padre. Venite, afflitti e affaticati, perché io vi solleverò e ristorerò. Venite, o giusti, voi che siete mio possesso e mia eredità. Venite, o figli di Adamo, perché tutti io chiamo. Io sono la via, la verità, e la vita che non ricuserò a chiunque la voglia ricevere. Eterno Padre mio, essi sono opera delle vostre mani, non li disprezzate, perché io mi offro per loro alla morte di croce per consegnarveli giustificati e liberi - se essi accetteranno questo beneficio - e per restituirli alla schiera dei vostri eletti, ed al regno celeste perché il vostro nome sia glorificato».

850. La pietosa Madre assisteva a tutto questo, e nella sua purissima anima, come in un cristallo senza macchia, riverberava la luce del suo Unigenito. Ella come un'eco ripeteva tutte le voci interiori ed esteriori del divin Maestro, accompagnandolo nelle orazioni e nelle suppliche, e imitandolo nella posizione che egli assumeva. Quando la gran Signora lo vide per la prima volta sudare sangue restò, come amorosa madre, col cuore trafitto dal dolore, meravigliata dell'effetto che suscitavano in Cristo nostro Signore i peccati e l'ingratitudine degli uomini che egli aveva previsto. E così, con profonda angustia, rivolgendosi ai mortali diceva: «O figli degli uomini, quanto conoscete poco la stima che il Creatore ha di voi nel rendervi a sua immagine e somiglianza! Egli vi considera tanto preziosi da spargere il suo stesso sangue come prezzo del vostro riscatto. Oh, potessi infondervi la mia volontà, per ricondurvi al suo amore e alla sua obbedienza! Benedetti siano dalla sua destra gli uomini giusti e degni che diventeranno figli fedeli del loro Padre. Siano colmi della sua luce e dei tesori della sua grazia quelli che corrisponderanno al desiderio ardente del mio Signore di concedere loro la salvezza eterna. Oh, fossi umile schiava dei figli di Adamo per obbligarli, servendoli, a mettere fine alle loro colpe ed al proprio danno! Signore mio, vita e luce dell'anima mia, quale uomo sarà così nemico di se stesso ed avrà il cuore tanto duro da non riconoscersi obbligato e conquistato dai vostri benefici? Chi sarà così ingrato e irriconoscente da ignorare il vostro ardentissimo amore? Come non dovrà soffrire il cuore mio nel riconoscere che gli uomini beneficati dalle vostre mani sono così villani e ribelli? O figli di Adamo, rivolgete la vostra empietà disumana contro di me! Affliggete e disprezzate me, purché rendiate al mio diletto Signore l'amore e la riverenza che dovete alle sue delicatezze. Voi, figlio e Signore mio, siete luce della luce, figlio dell'eterno Padre, impronta della sua sostanza, eterno ed infinito come lui, uguale nell'essenza e negli attributi perché siete con lui una cosa sola ed una sola Maestà. Come uomo siete riconoscibile tra migliaia, il più bello tra i figli degli uomini, santo, innocente e senza alcun difetto. O bene eterno, come mai i mortali ignorano l'oggetto nobilissimo del loro amore? Come mai non riconoscono il principio che diede loro l'esistenza, ed il fine nel quale consiste la loro vera felicità? Oh, potessi dare io la mia vita affinché uscissero tutti dal loro inganno!».

851. Di fronte a queste parole e a molte altre che la divina Signora proferiva mi si scioglieva il cuore e trovavo difficoltà a spiegare gli ardentissimi affetti che nutriva quella candidissima colomba. Con questo amore e con questa profondissima riverenza, ella asciugava il sangue che il suo dolcissimo Figlio trasudava. Accadeva anche che Maria santissima ritrovasse Cristo nostro bene pieno di gloria e di splendore, trasfigurato, alla maniera in cui si sarebbe manifestato sul Tabor, ed accompagnato da una grande moltitudine di angeli, con sembianze umane. Questi lo adoravano e con sonore e dolci voci elevavano inni e nuovi cantici di lode all'Unigenito dell'eterno Padre, fattosi uomo. La nostra Signora udiva queste musiche celesti ed interveniva nel canto anche quando Cristo nostro Signore non appariva circonfuso di gloria. Infatti, la volontà divina disponeva in alcune occasioni che la parte sensitiva dell'umanità del Verbo ricevesse quel sollievo che egli aveva ricevuto altre volte trasfigurato con la ridondanza della gloria dell'anima nel corpo; questo però avvenne raramente. Tutte le volte che la divina Madre ritrovava e vedeva il proprio Figlio in quell'aspetto glorioso, o le volte in cui sentiva le musiche degli angeli, partecipava a quel giubilo e a quell'armonia celeste con tanto ardore che, se il suo spirito non fosse stato così forte e se il suo stesso figlio e Signore non l'avesse sostenuta, sarebbero venute meno tutte le sue forze naturali. E quando nelle estasi del corpo era particolarmente provata veniva confortata anche dai santi angeli.

852. Cristo nostro Signore in questi stati di angoscia o di gaudio pregava l'eterno Padre e gli presentava i misteri altissimi della redenzione. Rispondeva allora il Padre stesso approvando e concedendo ciò che il Figlio chiedeva per la salvezza degli uomini, o raffigurando alla sua santissima umanità gli arcani decreti della predestinazione o della riprovazione e dannazione di alcuni. La nostra gran Regina e signora ascoltava e comprendeva tutto questo, umiliandosi fino a terra. Con incomparabile timore riverenziale adorava l'Onnipotente, accompagnava il suo Unigenito nelle orazioni, nelle suppliche e insieme a lui rendeva grazie al Padre per le sue mirabili opere e per la sua benignità verso gli uomini; infine lodava i suoi imperscrutabili giudizi. La prudentissima Vergine rimuginava tutti questi misteri dentro il suo petto e li serbava nell'archivio del suo magnanimo cuore. Di tutto ciò si serviva per attizzare ed infervorare il fuoco del santuario che ardeva nel suo intimo, affinché nessuno dei benefici che riceveva rimanesse in lei inoperoso e senza frutto. A tutti questi favori ella corrispondeva con la pienezza possibile ad una semplice creatura, affinché si adempissero i fini dell'Altissimo e tutte le opere divine fossero conosciute e gradite.

 

Insegnamento della Regina del cielo

853. Figlia mia, una delle cause per cui gli uomini devono chiamarmi Madre di misericordia è l'amore pietoso col quale desidero intimamente che tutti siano inondati dal torrente della grazia, e che gustino la bontà del Signore, che io stessa provai. Invito, allora, e chiamo tutti, affinché sitibondi si avvicinino con me alle acque della Divinità. Si accostino i più poveri ed afflitti, poiché, se risponderanno alla mia chiamata e mi seguiranno, offrirò loro potente protezione e difesa, intercederò per loro presso mio Figlio, ed impetrerò la manna nascosta, che dà alimento e vita. Vieni tu, amica mia! Vieni e avvicinati, o carissima, per seguirmi e ricevere il nome nuovo, conosciuto solo da chi lo consegue. Alzati dalla polvere, scuoti e scaccia tutto ciò che è terreno ed effimero, ed innalzati verso le cose celesti. Rinnega te stessa ed ogni umana fragilità, contempla la vera luce che viene dalle opere del mio santissimo Figlio e da quelle che io realizzai a sua imitazione; rimirati in essa come in uno specchio, perché tu possa raggiungere la bellezza che vuole e desidera in te il sommo Re.

854. Questo mezzo è il più efficace per dare pienezza alle tue azioni e per conseguire la perfezione che desideri. Per orientare la tua vita voglio che tu imprima nel tuo cuore questo consiglio: prima di eseguire qualche opera interiore o esteriore, considera nel tuo intimo se il mio santissimo Figlio ed io avremmo fatto ciò che tu stai per dire o fare e con quanta retta intenzione lo avremmo compiuto per la gloria dell'Altissimo e per il bene del nostro prossimo. Se riconoscerai che noi lo abbiamo o lo avremmo fatto con questo fine, eseguilo per imitarci. Se, però, comprendi il contrario, sospendilo e non farlo. Anch'io ebbi questa accortezza, sebbene non fossi dibattuta come lo sei tu per operare il bene, e desiderassi imitare il mio Signore e maestro in modo perfetto. Nella sequela il Signore ci rende partecipi della sua santità, poiché questa ci insegna e ci induce a fare ciò che è più perfetto e gradito a lui. Da oggi in poi ti prego di non parlare e di non esprimere alcun pensiero senza chiedermi prima il permesso. Su ogni cosa consultati con me che sono la tua Madre e maestra. Se ti risponderò, ne renderai grazie al Signore; ma se non ti darò risposta, e tu persevererai nell'osservanza fedele di questa regola, ti assicuro e prometto da parte del Signore che riceverai la luce necessaria a compiere più perfettamente la sua volontà. Eseguirai però tutto con l'ubbidienza del tuo padre spirituale. Non dimenticare mai questo esercizio.