Scrutatio

Lunedi, 19 maggio 2025 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

6-58 Agosto 6, 1904 La privazione è pena di fuoco che accende, consuma, annienta, e il suo scopo è distruggere la vita umana.

La Divina Volontà - Libro 6°

6-58 Agosto 6, 1904 La privazione è pena di fuoco che accende, consuma, annienta, e il suo scopo è distruggere la vita umana.
font righe continue visite 189

(1) Questa mattina me la sono passata amarissima per la privazione del mio sommo ed unico bene, era tanto il dolore della privazione, che trovandomi fuori di me stessa, l’anima era tanta la pena, che la stessa pena le somministrava tale fortezza, che ciò che trovava voleva distruggere, come intoppo per trovare il suo tutto, Iddio, e non trovandolo gridava, piangeva, correva più che vento, voleva tutto scompigliare, mettere tutto sossopra per trovare la vita che le mancava. Oh! privazione, quanto intensa è la tua amarezza, il tuo dolore è sempre nuovo, e perché nuovo l’anima sente sempre nuova l’acerbità della pena; l’anima mia sente come se una sola carne si separasse in tanti brandelli, e tutti quei brandelli chiedono con giustizia la propria vita, e solo la troveranno se trovano Iddio più che vita propria. Ma chi può dire lo stato in cui mi trovavo? In questo mentre vi sono accorsi santi, angeli, anime purganti facendomi corona intorno ed impedendomi il correre, compatendomi ed assistendomi, ma per me era tutto inutile, perché in loro non trovavo Colui che solo poteva lenire il mio dolore e restituirmi la vita, e più gridavo piangendo: “Ditemi, dove, dove lo posso trovare? Se volete aver di me pietà, non indugiate ad indicarmelo, che più non posso!” Onde, dopo ciò è uscito da dentro il fondo dell’anima mia, che pareva che fingeva di dormire senza prendersi pena della durezza del mio povero stato, e ad onta che Lui non si dava pena e dormiva, solo vederlo ho respirato la propria vita come si respira l’aria, dicendo: “Ah! sta qui con me?” Ma però non esenta da pena nel vederlo che neppure mi dava retta. Quindi, dopo molto penare, come se si avesse svegliato mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutte le altre tribolazioni possono essere penitenze, espiazioni, soddisfazioni, ma la sola privazione è pena di fuoco che accende, consuma, annienta, e non si arrende se non vede distrutta la vita umana, ma mentre consuma, vivifica e vi costituisce la vita divina”.