Scrutatio

Lunedi, 19 maggio 2025 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

4-182 Marzo 9, 1903 Gesù parla de l’umiltà e della corrispondenza.

La Divina Volontà - Libro 4°

4-182 Marzo 9, 1903 Gesù parla de l’umiltà e della corrispondenza.
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(1) Continuando il mio solito stato, sentivo che nel mio interno il benedetto Gesù pregava dicendo:

(2) “Padre Santo, glorifica il nome tuo, confondi e nasconditi ai superbi e manifestati agli umili, perché il solo umile ti riconosce per suo Creatore, e si riconosce per tua creatura”.

(3) Detto ciò non si ha fatto più sentire, sebbene io comprendevo la forza dell’umiltà innanzi a Dio, mi pareva che non ha nessun ritegno ad affidargli i più preziosi tesori, anzi tutto è aperto per gli umili, nessuna cosa è sotto chiave; tutto all’opposto per i superbi, anzi pare che gli mette un laccio ai loro piedi per confonderli ad ogni passo. Onde dopo poco si ha fatto vedere un’altra volta, e mi ha detto:

(4) “Figlia mia, se un corpo è vivo, si conosce dal calore interno continuo, ché si può dare che mediante qualche calore esterno può riscaldarlo, ma non venendo dalla vera vita, ritorna subito a raffreddarsi. Così l’anima si può conoscere se è viva alla grazia, se la sua vita interna è viva nell’operare, all’amarmi, se sente la forza della mia stessa vita nella sua; se poi, è per qualche causa estrinseca che se accalora, fa qualche bene e poi si raffredda, ritorna ai vizi, commette le solite debolezze, c’è gran certezza ch’è morta alla grazia, oppure sta negli ultimi estremi di vita. Così si può conoscere se veramente sono Io che vado all’anima, se sente la mia grazia nel suo interno e tutto il suo bene si fonda nel suo interno; se poi è tutto esterno e niente avverte nel suo interno di bene, ci può essere l’opera del demonio”.

(5) Mentre ciò diceva è scomparso, ma poco dopo è ritornato ed ha soggiunto:

(6) “Figlia mia, quanto può essere terribile per quelle anime che sono state molto fecondate dalla mia grazia, e non hanno corrisposto. La nazione Ebrea, la più prediletta, la più fecondata, eppure la più sterile, e tutta la mia persona non fece quel frutto che fece Paulo nelle altri nazioni, meno fecondate ma più corrispondente, perché l’incorrispondenza alla grazia accieca l’anima e la fa travedere e la dispone all’ostinazione, anche di fronte di qualunque miracolo”.