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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

34-29 Marzo 26, 1937 La Creazione, l’Umanità di Nostro Signore, sono i campi in cui svolge i suoi atti chi vive nella Divina Volontà. Come Essa forma l’Umanità di Nostro Signore ed il Paradiso a Gesù sulla terra.

La Divina Volontà - Libro 34°

34-29 Marzo 26, 1937 La Creazione, l’Umanità di Nostro Signore, sono i campi in cui svolge i suoi atti chi vive nella Divina Volontà. Come Essa forma l’Umanità di Nostro Signore ed il Paradiso a Gesù sulla terra.
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(1) Il mio volo nel Fiat Divino continua, ed in Esso mi sento che tutto è mio e sento il bisogno di conoscere, di amare ciò che mi appartiene, e che con tanto amore mi ha dato, e mentre giravo nelle opere del Voler Divino, il caro Gesù, la dolce mia vita, ripetendomi la sua breve visitina tutto bontà mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia del mio Volere, com’è vero che per sorgere l’amore si deve possedere ciò che si ama, se non si possiede l’amore non sorge, non amare le cose proprie è quasi impossibile, è un’amore connaturale e di giustizia amare ciò ch’è suo. Ecco perciò Io amo tanto le creature, le conservo, le do la vita, perché sono opere mie, le ho create, le ho uscite alla luce, sono mie, sono il palpito del loro palpito, il loro respiro, la vita della loro vita, non posso farne a meno d’amarle, se Io non l’amassi, il mio Amore mi darebbe continui rimproveri, mi direbbe: “Perché le hai create quando non dovevi amarle? ” E’ un diritto dell’amore, amare ciò ch’è suo, la mia Giustizia mi condannerebbe, tutti i miei attributi mi farebbero guerra. Ecco perciò che per essere amato dalle creature dico: “Sono il Dio vostro, il vostro Creatore, il vostro Padre Celeste, sono tutto vostro”. Come difatti lo sono. Ecco pure la causa che dico a chi vuol vivere nel mio Volere: “Tutto è tuo, il cielo, il sole, tutta la Creazione è tua, la mia Vita è tua, le mie pene, anche il mio respiro è tuo”. Ecco perciò tu senti il bisogno d’amare, come lo sento Io, d’amare ciò ch’è tuo, ciò che il tuo Gesù ti ha dato in possesso.

(3) Ora tu devi sapere che la Creazione, la mia Umanità, sono i campi in cui svolge i suoi atti l’anima che fa e vive nella mia Volontà Divina, avendone dato il possesso, sente il bisogno di circolare come sangue nelle vene nelle opere del suo Creatore, vuol conoscerne il valore, il bene che fanno, l’ufficio che occupano, anche per amarle di più, per apprezzarle e anche per sentirsi più felice, più ricca dei tanti beni che possiede. Ecco perciò ora si avvicina al sole per conoscere i segreti della sua luce, l’iride dei suoi colori, la virtù del suo calore, il suo miracolo continuato che svolge sulla faccia della terra, che solo col toccarla con la sua luce vivifica, colorisce, raddolcisce, trasforma, ed oh! come ama il sole perché è suo, e ama di più Colui che l’ha creato, così fa di tutte le altre cose create, vuol conoscere la virtù segreta che contengono per amarle di più, e per essere riconoscente e amare di più Colui che le ha dato il possesso. Quindi non è maraviglia che chi vive nel mio Fiat Divino viene chiamata l’ereditiera di tutta la Creazione.

(4) Ora, dal campo della Creazione passa al campo della mia Umanità, ma che dirti poi figlia mia delle maraviglie che succedono in questo campo vivo, non di opere sole come nella Creazione, ma di vita umana e Divina, esse si mettono al mio posto, né Io posso rifiutarmi, perché sono di loro, hanno diritto su di Me, ed Io sono felice che mi posseggano, perché mi ameranno di più. Ora, queste creature in questo mio campo, ripetono la mia Vita, amano col mio stesso Amore, i loro atti fusi coi miei formano tanti soli, cieli e stelle, oh! quanto più belli di quelli della Creazione che riempiono il campo della mia Umanità. Oh! come mi sento amato e glorificato, perché questi soli, cieli e stelle, non sono muti come quelli della Creazione, ma sono soli parlanti, con la pienezza della ragione, e come parlano bene del mio Amore, parlano e mi amano, parlano e mi dicono la storia delle anime e quella del mio Amore, e quindi s’impongono su di Me che devo metterle in salvo, parlano e si coprono delle mie pene per ripetere la mia Vita, ed Io me le sento scorrere quest’anime nelle mie lacrime, nelle mie parole, nelle mie opere e passi, e trovo in loro il refrigerio delle mie pene, il mio appoggio, la mia difesa, il mio rifugio, ed è tanto il mio amore per loro che giungo a chiamarle Vita mia. Oh! come le amo, Io posseggo loro e loro posseggono Me, possedere e amare fino alla follia è tutto lo stesso.

(5) Ora, queste anime che vivono nella mia Volontà sono disposte a ricevere tutte le pene della mia Umanità, perché essendo la mia impossibilitata di soffrire, perché gloriosa in Cielo, la mia Volontà col suo soffio onnipotente crea le pene, i dolori, e vi forma la mia Umanità vivente che mi suppliscono in tutto, e sono loro le nuove salvatrici che mettono la vita per salvare il mondo intero. Sicché Io dal Cielo guardo la terra e trovo altrettanti Gesù, che presi dalla stessa follia del mio Amore, che mettono la vita a costo di pene e di morte per dirmi: “Sono la tua copia fedele, le pene mi fanno sorridere perché racchiudo le anime”. Ed Io, oh! come le amo, non mi sento più solo, mi sento felice, vittorioso, perché avere compagnia nello svolgere la stessa vita, nel soffrire le stesse pene, nel volere ciò che Io voglio, è la mia più grande felicità e il mio paradiso in terra. Vedi dunque quante cose grandi, portentose sa fare la mia Divina Volontà purché vivano in Essa, mi forma la mia stessa Umanità vivente e mi procura le stesse gioie della mia patria celeste, perciò ti stia a cuore di vivere sempre nella mia Volontà, non ti dar pensiero di altro, perché se ciò fai, sento in te spezzato il mio Amore, e se sapessi quanto mi costa il non essere amato anche per un momento, perché in quel momento Io resto solo, mi spezzi la felicità, e nel mio delirio d’amore vo’ ripetendo: “Come, Io l’amo sempre ed essa no”. Quindi sii attenta, che non voglio restare mai solo”.