Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

30-34 Giugno 17 1932 Come chi vive nella Divina Volontà, chiude, opera ed intreccia i suoi atti con quelli della Vergine e quelli di Nostro Signore, e come forma un connubio tra tutte le cose che alla Divina Volontà appartengono.

La Divina Volontà - Libro 30°

30-34 Giugno 17 1932 Come chi vive nella Divina Volontà, chiude, opera ed intreccia i suoi atti con quelli della Vergine e quelli di Nostro Signore, e come forma un connubio tra tutte le cose che alla Divina Volontà appartengono.
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(1) Il mio abbandono nel Voler Divino continua, sento la sua forza onnipotente che tutta mi investe, e la mia piccola anima come disfatta, in modo che non voglio, non sento, non tocco, che sola la Divina Volontà, e se qualche piccola nube investe la mia mente, la sua luce divina subito, quasi senza darmi tempo, m’inonda e me la mette in fuga, ed io, o mi getto nelle braccia della mia Mamma Celeste come a mio rifugio, oppure nelle braccia del mio dolcissimo Gesù, per ritrovare la mia cara Vita e prego, or l’uno, or l’altro che mi chiudano in mezzo agli atti loro, per poter stare sicura e difesa da tutto e da tutti. Ma mentre ciò ed altro pensavo, il mio sommo Bene Gesù, stringendomi fra le sue braccia mi ha detto:

(2) “Figlia benedetta, i miei atti e quelli della mia Regina Mamma, il nostro amore, la nostra santità, stanno in atto di aspettativa continua, di chiudere gli atti tuoi in mezzo ai nostri, per darli la forma degli atti nostri, e mettervi il suggello dei nostri sopra degli atti tuoi, perché tu devi sapere che gli atti della Sovrana del Cielo sono intrecciati coi atti miei, perciò sono inseparabile, e chi vive nel nostro Volere Divino viene ad operare in mezzo al nostro intreccio, e vi restano chiusi in mezzo agli atti nostri, i quali li tengono in custodia come trionfo ed opere del Fiat Santo, nulla entra nei atti nostri, se non sono parto di Esso. Vedi dunque dove viene formata la santità di chi vive nella nostra Volontà, in mezzo alla nostra santità, ama nel mezzo del nostro amore, ed opera in mezzo alle nostre opere. Sicché, chi opera nel nostro Volere sentirà come in natura l’inseparabilità, essa dai nostri atti, e Noi dai suoi, com’è inseparabile la luce dal calore, il calore dalla luce, e perciò sono il nostro trionfo continuo, la nostra gloria, la nostra vittoria sull’umana volontà, sono le nostre proprietà divine, che Noi formiamo in essa, e lei forma in Noi. Il voler umano ed il Voler Divino si baciano continuamente, si fondono insieme, e Dio svolge la sua vita nella creatura, ed essa svolge la sua vita in Dio. Oltre di ciò, chi vive nella mia Volontà non vi è cosa che appartiene al mio Fiat, che la creatura non acquisti i suoi diritti. Diritto sul nostro Essere Divino, diritto sulla sua Mamma Celeste, sopra degli angeli, dei santi, diritto sopra del cielo, del sole, della Creazione tutta. E Dio, la Vergine, e tutti, acquistano il diritto sopra di lei. Succede come quando due giovani sposi si uniscono insieme con vincolo indissolubile, che d’ambi le parte acquistano il diritto sulle stesse loro persone, e su tutto ciò che ad ambedue appartiene, e diritto che nessuno le può togliere. Così per chi vive nel nostro Volere, forma il nuovo, vero, reale sposalizio coll’Ente Supremo, e con questo viene formato un connubio con tutto ciò che a Lui appartiene. Oh! come è bello vedere questa creatura sposata con tutti, la cara, la beniamina, l’amata da tutti, e con diritto tutti la vogliono, la sospirano di goderla, e di tenerla insieme con loro, ed essa ama tutti, dà il diritto a tutti sopra di lei, e si dà a tutti; è la nuova e lunga parentela che ha acquistato del suo Creatore. Oh! se si potesse vedere dalla terra, vedrebbero che Dio la porta fra le sue braccia, la Sovrana Regina l’alimenta col cibo prelibato del Voler Divino, angeli e santi la corteggiano, il cielo si stende sopra per coprirla e proteggerla, e guai a chi la tocca; il sole la fissa con la sua luce e la bacia col suo calore, il vento la carezza, non vi è cosa da Noi creata che non si presti a fare il suo ufficio intorno ad essa. La mia Volontà muove tutto intorno a lei, affinché tutti e tutto la servissero e l’amassero. Perciò chi vive in Essa dà da fare a tutti, e tutti sentono la felicità di poter stendere il loro campo d’azione dentro e fuori della fortunata creatura. Oh! se tutte le creature comprendessero che significa vivere nella mia Divina Volontà, oh! come tutti ambirebbero e farebbero a gare di fare in Essa il loro Celeste soggiorno”.

(3) Onde mi sentivo più che mai tutta abbandonata nell’immensità della luce del Voler Divino, e vedevo e sentivo dentro il mio dolce Gesù, tutto attenzione sulla piccolezza della povera anima mia, si prendeva cura di tutto, mi voleva dare tutto, far tutto, in modo che si vedeva che col tocco delle sue dita mi formava il palpito, animava il respiro, il moto, teneva in ordine i pensieri, le parole e tutto, ma con tanto amore e tenerezza che rapiva, e Gesù benedetto nel vedermi meravigliata mi ha detto:

(4) “Mia piccola figlia, non ti meravigliare delle tante mie attenzioni e tenerezze amorose che faccio dentro e fuori di te. Tu devi sapere che nell’anima dove regna la mia Divina Volontà, Io servo Me stesso, quindi per decoro della mia Divinità e santità presto gli atti miei, come se fossero alla mia stessa vita, perciò vi metto l’intensità del mio amore, l’ordine dei miei pensieri, la santità delle mie opere, e nel vedere la docilità della creatura che si presta come figlia a ricevere gli uffici del padre suo, le sue tenerezze amorose, la vita del padre nella figlia sua, oh! come mi sento felice ed onorato di servirla, molto più che servo Me stesso nella figlia mia, e chi serve sé stesso non è servitù, ma è onore, gloria, è sapersi custodire nella dignità, nella santità, nell’ordine del suo stato, senza scendere nel basso. La servitù incomincia quando si servono altre persone, ma servire sé stesso è mantenere l’altezza del suo stato. D’altronde dove regna la mia Divina Volontà è mio interesse che tutto ciò che fa la creatura siano atti degni di Essa, e che siano parto degli atti miei, sarebbe disdicevole la Volontà Divina e gli atti umani, perciò Io mi esibisco a far tutto per servire la mia stessa Volontà”.

(5) Oltre di ciò, mentre seguivo il mio abbandono nelle braccia di Gesù, Egli ha soggiunto:

(6) “Figlia benedetta, la mia Umanità amò tanto l’umana famiglia, che la portai e la porta tuttora nel mio Cuore e stretta fra le mie braccia, ed ogni pena, opera, preghiera che facevo erano nuovi vincoli d’unione tra Me e loro. Sicché tutto l’Essere mio e tutto ciò che Io facevo, correva, correva come torrente impetuoso verso di ciascuna creatura, che sciogliendosi in amore si costituivano vincolo d’unione, d’amore, di santità, di difesa, che formando voci arcane d’amore insinuante, spasimante, delirante, diceva a ciascuno di essi: “Vi amo figli miei, vi amo assai, e voglio essere amato”. La mia Umanità riordinava e stabiliva la vera unione tra Creatore e creatura, e vincolava tutte tra loro come membra uniti col capo, ed era proprio Io che mi facevo capo di tutta l’umana famiglia. Quindi la virtù tiene per sé stessa la forza vincolatrice di vincolarsi con Dio, non solo, ma di vincolarsi con le creature in modo che una esercita la pazienza, ebbene la sua pazienza si vincola con tutti quelli che hanno pazienza e dispone gli altri ad aver pazienza; così chi è ubbidiente, umile, caritatevole, formano le diverse categorie nella mia Chiesa. Che dirti poi dei vincoli estesissimi che forma chi fa e vive nella mia Divina Volontà, siccome questa si trova in Cielo ed in terra, dovunque mette i suoi vincoli; coi suoi atti vincola Cielo e terra, e chiama tutti a vivere di Volontà Divina”.