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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

30-32 Maggio 30, 1932 Come la Divina Volontà cerca l’atto della creatura per formare la sua vita in essa. Differenza tra i Sacramenti e la Divina Volontà. Come Essa è vita e quelli sono gli effetti di Essa.

La Divina Volontà - Libro 30°

30-32 Maggio 30, 1932 Come la Divina Volontà cerca l’atto della creatura per formare la sua vita in essa. Differenza tra i Sacramenti e la Divina Volontà. Come Essa è vita e quelli sono gli effetti di Essa.
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(1) La mia piccola mente continua a valicare il mare immenso del Fiat Divino, mi sembra che in tutte le cose, ed anche sull’Ente Supremo tiene il primo posto di dominio e di comando, e dice: “Invano mi sfuggi, ed in tutte le cose posso dire sono qui, Io sono, sono qui per te, per darti vita, sono l’insuperabile, nessuno mi può superare né nell’amore, né nella luce, né nella mia immensità, nella quale formo tante vita di Me stesso per quante vite voglio dare alle creature”. Oh! potenza del Voler Divino, che nella tua immensità cerchi l’atto della creatura per formare tante vite di te in ciascun atto di esse, e quanti questi atti non ti ricevono e ti respingono, e la tua vita resta soffocata in te, nella tua immensità. Ah! tu senza mai stancarti, con amore che tutto vince, continua le tue ricerche degli atti umani, per dare la tua vita, e bilocarla in ogni istante. Ma mentre la mia mente si sperdeva nel mare del Fiat, il mio celeste maestro Gesù, visitando la piccola sua figlia, mi ha detto:

(2) “Figlia benedetta del mio Volere, ogni atto della creatura fatto nella mia Volontà, è un passo che fa per avvicinarsi a Dio, e Dio a sua volta fa un passo per avvicinarsi ad essa, si può dire che il Creatore e la creatura stanno sempre in cammino, non si fermano mai l’uno verso dell’altro, e la mia Volontà scende nell’atto della creatura per formare il suo passo di vita divina ed essa sale nel Fiat, nelle regione divine per farsene conquistatrice di luce, d’amore, di santità, e cognizioni celesti. Sicché ogni atto, parola, respiro, palpito nella mia Volontà sono tanti passi di vita divina che fa la creatura, ed Essa la sospiratici di questi atti per avere il suo campo d’azione, per poter formare tante vite divine nella creatura. Fu questo lo scopo della Creazione, formare la nostra vita nella creatura, avere il nostro campo d’azione divino in essa, e perciò amiamo tanto che faccia la nostra Divina Volontà, per mettere in salvo la nostra vita, non in Noi, non abbiamo bisogno di nessuno, siamo più che sufficienti a Noi stessi, ma nella creatura. Questo era il gran portento che volevamo a vogliamo fare in virtù della nostra Volontà, formare la nostra vita nella vita della creatura, perciò se ciò non facciamo, la Creazione rimarrebbe senza il nostro scopo primiero, un’inceppo al nostro amore, un’amarezza continua guardarla e vedere un’opera così grande e di tanta magnificenza e non realizzata, e fallito il nostro scopo. E se non c’era in Noi la certezza che la nostra Volontà dovesse regnare nella creatura, per formare la nostra vita in essa, il nostro amore brucerebbe la Creazione tutta, e la ridurrebbe nel nulla, e se tanto si sopporta e si tollera, è perché vediamo al di là dei tempi, il nostro scopo realizzato.

(3) Ora, come la creatura fa la sua volontà così indietreggia e fa un passo indietro dal suo Creatore, e Dio indietreggia e si forma una distanza infinita tra l’uno e l’altro. Vedi dunque la necessità di perseverare in modo continuo d’operare nella mia Divina Volontà, per diminuire la grande distanza fra Dio e la creatura prodotta dall’umana volontà, e non ti credere che sia distanza personale, Io sono da per tutto, in tutti, in Cielo ed in terra, la distanza che forma l’umano volere senza del mio è distanza di santità, di bellezza, di bontà, di potenza, d’amore, sono distanze infinite che solo il mio Volere operante nella creatura può riunire e congiungere insieme e rendere inseparabile l’uno dall’altro. Ciò successe nella Redenzione, ogni manifestazione che si faceva da Noi sulla discesa del Verbo sulla terra, era un passo che facevamo verso l’uman genero, e come lo sospiravano e pregavano e manifestavano al popolo le nostre manifestazioni, profezie e rivelazioni, così facevano tanti passi verso l’Ente Supremo, sicché loro stavano in cammino verso di Noi, e Noi verso di essi, e come si avvicinava il tempo di dover scendere dal Cielo in terra, così aumentavamo i profeti per potere fare più rivelazioni, per potere affrettare il cammino d’ambi le parti, tanto vero, che nei primi tempi del mondo non ci fu nessun profeta e le nostre manifestazioni così scarse, che si può dire che si faceva un passo ogni secolo. Questa tardanza di cammino gettava freddezza da parte delle creature, e si teneva quasi da tutti un modo di dire, una cosa assurda la mia discesa sulla terra, non una realtà. Come si pensa oggi sul regno della mia Volontà, un modo di dire, e quasi una cosa che non può essere. Quindi i Profeti vennero dopo Mosè, quasi negli ultimi tempi, vicino alla mia discesa sulla terra, i quali dietro le nostre manifestazioni, si affrettò il cammino d’ambi le parti, e poi venne la Sovrana del Cielo, la quale non solo camminò, ma corse per affrettare l’incontro col suo Creatore, per farlo discendere e fargli compire la Redenzione. Vedi dunque come le mie manifestazioni sulla mia Divina Volontà sono prove certe che Essa cammina per venire a regnare sulla terra, e che la creatura a cui sono state fatte, con una costanza ferrea cammina e corre per ricevere il primo incontro per darle l’anima sua per farlo regnare, e così darle il passo per farlo regnare in mezzo alle creature. Perciò i tuoi atti siano continui, perché i soli atti continui sono quelli che affrettano il cammino, superano ogni intoppo, e sono le sole vincitrice che vincano Dio e la creatura”.

(4) Dopo ciò continuava la folla dei miei pensieri sulla Divina Volontà, ed avendo fatto la santa comunione pensavo tra me: “Qual differenza ci sta, tra i Sacramenti e la Divina Volontà? Ed il mio Sovrano Gesù, rompendo i suoi veli eucaristici si ha fatto vedere e dando un sospiro doloroso mi ha detto:

(5) “Figlia mia benedetta, la differenza è grande tra l’uno e l’altra. I sacramenti sono gli effetti della mia Volontà; invece Essa è vita, e come vita, con la sua potenza creatrice forma e dà vita ai sacramenti. I sacramenti non tengono virtù di dar vita alla mia Volontà, perché Essa è eterna, né ha, né principio né fine. Invece la mia Volontà adorabile occupa sempre il primo posto in tutte le cose, e possedendo la virtù creatrice in natura sua, crea le cose e la sua stessa vita dove vuole, quando e come vuole. Si può dire la differenza, cioè una immagine tra il sole e gli effetti che produce il sole, questi non danno vita al sole, ma ricevono la vita del sole e devono stare a sua disposizione, perché la vita degli effetti viene prodotta dal sole. E poi, i sacramenti si ricevono a tempo, a luoghi ed a circostanze: Il battesimo si dà una sol volta e non più, il sacramento della penitenza si dà quando si cade nel peccato, la mia stessa vita sacramentale si dà una sol volta al giorno e la povera creatura, in questa distanza di tempo, non sente sopra di sé la forza, l’aiuto delle acque battesimale che la rigenerano continuamente, né le parole sacramentali del sacerdote che la fortificano in modo continuo, col dirle: “Io ti assolvo dai tuoi peccati”, né trova nelle sue debolezze e cimenti della vita, neppure il suo Gesù Sacramentato che può prendere in tutte le ore del giorno. Invece la mia Divina Volontà possedendo l’atto primario di vita e di poter dar vita, col suo impero tiene l’atto continuo sopra della creatura, in ogni istante si dà come vita, vita di luce, di santità, d’amore, vita di fortezza, insomma Essa come vita non esistono tempi, circostanze, luoghi, ore, non ci sono restrizioni, né legge, specie che deve dar vita e la vita si forma con atti continui, non ad intervalli. E perciò nella foga del suo amore, col suo impero continuo, si può dire che è battesimo continuato, assoluzione non mai interrotta, e comunione d’ogni istante. Molto più che questa nostra Volontà, fu data all’uomo nel principio della sua creazione come vita perenne abitante in lui. Questa era la sostanza, il frutto della Creazione, la nostra Volontà che doveva formare la nostra vita nella creatura. Con questa vita Noi davamo tutto, non vi era cosa che lui potesse aver bisogno, che non potesse trovare in questa nostra Volontà, si può dire che avrebbe tenuto a sua disposizione tutto ciò che volessi, aiuto, fortezza, santità, luce, tutto veniva messo in suo potere, e la mia Volontà prendeva l’impegno di dargli tutto ciò che voleva, purché le desse il dominio e la facesse abitare nell’anima sua; perciò i sacramenti non erano necessari di istituirli quando fu creato l’uomo, perché nella mia Volontà possedeva il principio e la vita di tutti i beni; i sacramenti come mezzi di aiuti, di medicine, di perdono, non avevano nessuna ragione d’esistere; ma quando l’uomo respinse questa nostra Volontà, la quale ritirandosi, restò senza vita divina, quindi senza la virtù alimentatrice, senza l’atto continuo di ricevere nuova e crescente vita, e se non moriva del tutto, erano gli effetti che a secondo le sue disposizioni, circostanze e tempi gli dava la mia Divina Volontà. Ora vedendo la nostra paterna bontà che l’uomo andava sempre più precipitandosi, per darle un sostegno, un aiuto, gli diede la legge come norma della sua vita, perché nella Creazione non gli diede né legge, né altro, se non che la mia Volontà Divina, la quale col darle vita continua gli dava in natura la nostra legge divina, in modo che doveva sentirla in sé stesso, come vita propria, senza aver bisogno che Noi gli dicessimo e comandassimo. Molto più che dove regna la mia Volontà non ci sono leggi, né comandi, le leggi sono per i servi, per i ribelli, non per i figli; tra Noi e quelli che vivono nel nostro Volere si risolve tutto in amore. Ma con tutta la legge, l’uomo non si rifece, e siccome il nostro ideale della Creazione era stato l’uomo, e solo per lui tutto fu fatto, perciò volli venire sulla terra in mezzo a loro, e per dargli appoggi più validi, medicine più salutari, mezzi più sicuri, aiuti più potenti, istituì i santi sacramenti, e questi agiscono a tempi ed a circostanze, a secondo le disposizioni delle creature, come effetti ed opere della mia Divina Volontà. Ma se con tutto questo gran bene, l’anima non fa entrare la Divina Volontà in essa come vita, avrà sempre le sue miserie, una vita di mezzo, sentirà al vivo le sue passione, la santità, la stessa salvezza sarà sempre pericolante, perché solo la mia Volontà che si dà come vita continua forma il dolce incanto alle passioni, alle miserie, e vi forma gli atti opposti di santità, di fortezza, di luce, d’amore, nei mali delle creature, in modo che il volere umano, sentendo il dolce incanto, sente scorrere nei suoi mali il bello, il buono, il santo dell’atto continuo di vita, che sotto il suo soave e dolce impero le dà la mia Volontà e si lascia fare ciò che Essa vuole, perché un atto continuo che dà vita perenne non può mai essere raggiunto per altri atti, aiuti e mezzi, per quanto forti e santi, a fare il bene che può fare un atto continuo. Perciò non c’è male maggiore che la creatura può farsi, né torto più grande che può fare alla nostra paterna bontà, che il non fare regnare la nostra Volontà in essa. Se stesse in suo potere c’indurrebbe a distruggere tutta la Creazione, perché la creatura fu fatta ché doveva essere nostra abitazione, e non solo essa, ma tutte le cose create: Cieli, sole, terra, tutto, essendo opere uscite dalla nostra Altezza Suprema, teniamo il diritto di abitarle, e coll’abitarle le conserviamo con decoro, belle e sempre nuove, come nell’atto che le uscimmo alla luce. Ora la creatura col non fare la nostra Volontà, si mette fuori dalla nostra abitazione e succede a Noi come succederebbe ad un ricco signore, che volendosi fabbricare un grande e bello palazzo, quando l’ha finito va per abitarlo, e si chiudano le porte in faccia, si lanciano le pietre addosso, in modo che è costretto a non mettervi piede dentro, ed a non potere abitare la stessa abitazione da lui formata, non meriterebbe che fosse distrutta da colui che l’ha formato? Ma non lo fa, perché ama l’opera sua, ma aspetta e riaspetta, chi sa la può vincere in amore, e da se stessa le apra le porte per farlo entrare, col darle la libertà di farlo abitare. In tale condizioni ci mette la creatura col non fare regnare la nostra Volontà nell’anima sua, ci chiude le porte in faccia e ci lancia le pietre delle sue colpe contro di Noi, e Noi con pazienza invitta e divina aspettiamo, e non volendo in sé la nostra Volontà come vita, con paterna bontà gli diamo gli effetti di Essa, quale sono le leggi, i sacramenti, il vangelo, gli aiuti dei miei esempi e preghiere, ma tutto questo gran bene, nessuno può eguagliare al gran bene che può fare la mia Volontà come vita perenne della creatura, perché Essa è tutta insieme: Legge, sacramenti, vangelo, vita. . . , significa tutto, poter dar tutto, possedere tutto, e ciò basta per poter comprendere la gran differenza che c’è tra la mia Volontà come vita continua nella creatura, e tra gli effetti suoi che può produrre non in modo perenne, ma a circostanze, a tempo nei stessi sacramenti, e sebbene gli effetti possono fare gran bene, ma mai possono giungere a produrre tutti i beni che può produrre la vita della mia Divina Volontà regnante e dominante nella creatura, perciò sii attenta figlia mia, e dalle la santa libertà di fare ciò che vuole nell’anima tua”.