Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

30-13 Gennaio 12, 1932 Modi dominanti, parlanti e felicitanti della Divina Volontà. Come il cielo resta dietro. Vittoria di Dio e vincita della creatura. La Divina Volontà raccoglitrice delle opere sue. Esempio d’una madre che rimpiange il suo figlio storpio.

La Divina Volontà - Libro 30°

30-13 Gennaio 12, 1932 Modi dominanti, parlanti e felicitanti della Divina Volontà. Come il cielo resta dietro. Vittoria di Dio e vincita della creatura. La Divina Volontà raccoglitrice delle opere sue. Esempio d’una madre che rimpiange il suo figlio storpio.
font righe continue visite 125

(1) La mia piccola anima continua a valicare il mare interminabile del Fiat Divino, ed oh! come resto sorpresa ché mentre mi sembra che ho fatto una lunga via, faccio per guardare, non trovo altro che pochi passi a confronto di quelli che mi resta da fare. L’interminabilità è tanta, che ancorché dovessi camminare secoli mi troverei sempre al principio, e c’è tanto da conoscere del Voler Divino che trovandomi nel suo mare mi sento sempre la piccola ignorantella, che appena ho imparato le vocali della Divina Volontà, e forse le consonante le andrò ad imparare nella patria celeste, che spero di raggiungere subito. Oh! come vorrei modi di muovere a pietà tutto il Cielo perché finisse il mio lungo esilio; ma del resto Fiat! Fiat! Fiat! Ed il mio sempre amabile Gesù, avendo di me compassione, mi ha stretto fra le sue braccia dicendomi:

(2) “Figlia benedetta, coraggio, non ti affliggere troppo, per ora voglio che il tuo Cielo sia la mia Divina Volontà. Essa ti sarà patria celeste in terra, e non mancherà di felicitarti e di darti le pure gioie di lassù, perciò dove Essa regna tiene tanti molteplici modi per dare nuove sorprese di gioie, di contenti per fare che l’anima che la possiede possa godere il suo paradiso in terra, e perciò, ora prende modi dominante ed il suo dominio si stende nella mente, nella parola, nel cuore, in tutto l’essere della creatura, fin nel più piccolo moto, ed oh! com’è dolce il suo dominio, è dominio e vita, è dominio e forza, è dominio e luce che si fa via, e la sua luce fuga le tenebre, toglie le sbarre che possono impedire il bene, ed il suo dominio mette in fuga i nemici, insomma, la creatura si sente portata dal dominio della Divina Volontà, e mentre è dominata resta dominatrice di sé stessa, dei suoi atti, e della stessa Divina Volontà, che mentre domina ed impera, è tanta la sua soavità, fortezza e dolcezza, che s’immedesima con la creatura e vuole che domini insieme, perché il suo dominio è pacifico, e a tutti gli atti che fa la creatura dà il suo bacio di pace dominante. Questo bacio, soavità e dolcezza rapisce la volontà umana nella Divina, e stendono il dominio insieme per formare il regno divino nel fondo dell’anima. Non vi è cosa più bella, più cara, più grande, più santa, che sentirsi scorrere il dominio della mia Volontà in tutti gli atti, ed in tutto l’assieme della creatura, potrei dire che il Cielo resta dietro innanzi al dominio della mia Volontà nel cuore della creatura viatrice, perché nei santi non ha che aggiungere, non rest’altro che felicitarli continuamente; invece nell’anima viatrice ci sono opere che può fare, nuova vita che può infondere, nuove conquiste che può acquistare per allargare e stendere maggiormente il suo dominio. Il dominio totale della mia Volontà Divina nella creatura è la nostra vittoria continuata, ogni suo atto che fa in essa col suo dominio, tante vittorie facciamo, e la creatura resta vincitrice della mia Divina Volontà negli atti suoi; invece in Cielo non abbiamo che vincere, perché tutto è nostro, e ciascun beato compisce il suo lavoro nell’atto di spirare, perciò la nostra opera conquistatrice è sulla terra nelle anime viatrice, non nel Cielo; in Cielo non abbiamo né che perdere né che acquistare.

(3) Ora, quando la mia Divina Volontà si ha assicurato il suo totale dominio nella creatura, prende il suo modo parlante, tu devi sapere che ogni sua parola è una creazione, dove Essa regna non sa stare oziosa, e siccome possiede la virtù creatrice non sa parlare se non crea, ma che cosa crea? Vuol creare Sé stessa nella creatura, vuol far sfoggio delle sue qualità divine, e lo fa parola per parola, quasi come fece nella creazione dell’universo, che non disse una sola parola, ma tante parole per quante cose distinti volle creare. L’anima ci costa più di tutto l’universo, e quando è sicura del suo dominio non risparmia le sue parole, anzi, come essa riceve l’atto della sua parola creatrice, così allarga la sua capacità e ne prepara un’altra. Sicché parla e crea la luce, parla e crea la dolcezza, parla e crea la fortezza divina, parla e vi crea il suo giorno di pace, parla e crea le sue conoscenze, ogni sua parola è portatrice di creazione del bene che Essa possiede e rivela; la sua parola si fa annunciatrice del bene che vuole creare nell’anima. Chi può dirti il valore che possiede una sola parola della mia Divina Volontà? E quanti cieli, mari di ricchezze, varietà di bellezza vi mette nella fortunata creatura che possiede il suo dolce e felice dominio?

(4) Ora, dopo il lavoro sorge la gioia, la felicità. La mia Volontà per sua natura è pregna di gioie innumerevole, Essa guarda la creatura che si ha prestato a ricevere la creazione delle sue parole, ed oh! come si sente felice, perché vede che ogni creazione ricevuta partorisce una gioia e felicità senza fine, ed Essa passa dal modo parlante al modo felicitante, e per fare che la creatura goda di più, non si mette da parte, no, ma si felicita insieme, e per farle più gioire, le va spiegando la natura e diversità delle gioie che ha creato nell’anima sua solo perché l’ama e vuol vederla felice, e siccome le gioie, la felicità da sola non è piena, pare che muoia, perciò mi lascia insieme con te, per poterti felicitarti sempre e preparare le nuove gioie col lavoro della mia parola creatrice. Perciò l’unica nostra festa e felicità che teniamo sulla terra, è l’anima che si fa possedere dal dominio della mia Suprema Volontà, in essa trova posto la nostra parola, la nostra Vita, le nostre gioie, si può dire che l’opera delle nostre mani creatrice sta nell’ordine dove fu stabilito dalla nostra sapienza infinita, cioè nella nostra Divina Volontà, sta al suo posto d’onore. Invece chi si fa dominare dalla volontà umana, sta nel disordine ed è il nostro continuo smarco della nostra opera creatrice. Quindi sii attenta figlia mia, e rendi felice chi vuol renderti felice nel tempo e nell’eternità”.

(5) Dopo di ciò continuavo a nuotare nel mare di luce del Fiat Divino, mi sentivo affogare di luce, ed erano tante le sue conoscenze, che io non sapevo a quali di esse appigliarmi, data la mia piccolezza non sapevo dove metterle, quindi si sperdevano nella sua stessa luce ed io restavo sorpresa senza saper dir nulla, ed il mio dolce maestro Gesù ha soggiunto:

(6) “Figlia mia, la mia Volontà è la raccoglitrice di tutte le opere sue, nella sua luce tutto nasconde, con la sua luce le difende e mette in salvo tutte le opere sue, questa luce, quanto non fa per mettere in salvo la creatura? L’opera più bella delle nostre mani creatrice, e per farla ritornare bella, speciosa come la uscimmo? La raccoglie nel suo grembo di luce, e vi getta tanta luce sopra, per farle scomparire tutti i mali: Se è cieca, a via di luce le dà la vista; se è muta, a via di luce le vuol dare la parola; la luce la prende da tutti i lati, e le dà l’udito se è sorda; se zoppa, la raddrizza; se è brutta, a via di luce la renda bella. Una madre non fa quanto fa la mia Divina Volontà per rendere bella e ripristinata la sua creatura; le sue armi sono di luce, perché non vi è potenza che la luce non nasconda e bene che non possieda. Che non farebbe una madre che avendo dato alla luce un bel bambino, che la rapiva con la sua bellezza, e la madre si sentiva felice nella beltà del figlio, ma una sventura lo colpisce e diventa cieco, muto, sordo, zoppo; povera madre, guarda suo figlio e non lo riconosce più, l’occhio spento che non più la guarda, la sua voce argentina che la faceva trasalire di gioia nel sentirsi chiamare mamma, non più l’ascolta; i suoi piedini che scorrevano per mettersi nel suo grembo, a stento si trascinano. Questo figlio è l dolore più trafiggente per un povera madre, e che non farebbe se sapesse che suo figlio potesse ritornare di nuovo alle sue fattezze primiere? Girerebbe tutto il mondo se potesse ciò ottenere, e le sarebbe dolce mettere la propria vita, purché potesse veder suo figlio bello come lo diede alla luce; ma povera madre, non sta in suo potere restituire la bellezza primiera al suo caro figlio, e sarà sempre il suo dolore e la spina più trafiggente del suo cuore materno. Tale si è resa la creatura col fare la sua volontà: Cieca, muta, zoppa, la nostra Volontà la rimpiange con lacrime di luce ardente del nostro amore, ma ciò che non può fare la madre per il suo figlio storpio, la mia Volontà Divina non le manca il potere, Essa più che madre, metterà a disposizione i suoi capitali di luce, che possegono virtù di restituire tutti i beni e bellezza della creatura. Essa, Madre tenera, amante e vigilante dell’opera delle sue mani, che più che figlio carissimo lo uscì alla luce, girerà non tutto il mondo, ma tutti i secoli, per preparare e dare i rimedi potenti di luce, che vivifica, trasforma, raddrizza ed abbellisce, ed allora si fermerà quando si vedrà nel suo grembo materno, bella come la uscì, l’opera delle sue mani creatrice, per rifarsi dai tanti dolori e godersela per sempre. Non sono forse rimedi le tante conoscenze sulla mia Volontà? Ogni manifestazione e parola che dico, è una fortezza che metto intorno alla debolezza della volontà umana, è un alimento che preparo, è un’esca, un gusto, una luce, per farle riacquistare la vista perduta. Perciò sii attenta e non perdere nulla di ciò che la mia Volontà ti manifesta, perché a suo tempo tutto servirà, nulla andrà perduto. Credi tu che Essa non tiene conto anche d’una sola parola di quello che dice? Tutto numera e nulla perde, e se nell’anima tua ha formato la sua cattedra per deporre le sue verità, però la cattedra primaria la tiene riservata in Sé stessa, come il più grande tesoro che l’appartiene, in modo che se tu sperdi qualche parola o manifestazione che l’appartiene, già conserva in Sé l’originale, perché ciò che riguarda la mia Divina Volontà è di valore infinito, e l’infinito non può, né è soggetto a sperdersi; anzi, gelosa conserva negli archivi divini le sue verità. Perciò impara anche tu, ad essere gelosa e vigilante, ed ad apprezzare le sue sante lezioni”.