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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

30-8 Dicembre 21, 1931 Come un atto continuato è come giudice, ordine e sentinella della creatura. Chi sono le depositarie di Gesù. Campi e mari divini.

La Divina Volontà - Libro 30°

30-8 Dicembre 21, 1931 Come un atto continuato è come giudice, ordine e sentinella della creatura. Chi sono le depositarie di Gesù. Campi e mari divini.
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(1) Il mio abbandono nel Fiat Divino continua, la sua potenza s’impone su di me, e vuole che io lo riconosca in ogni mio atto, come vita dell’atto mio, per poter stendere con la sua potenza i nuovi cieli di bellezza, d’amore, per poter riconoscere nell’atto mio l’atto suo, che non sa fare cose piccole ma grandi, che devono destare meraviglia a tutto il cielo e poter far gara con tutte le opere sue. Invece se io non lo riconosco, il mio atto non si presta a ricevere la potenza dell’atto della Divina Volontà, ed il mio atto resta atto di creatura e la sua potenza resta da parte. Oh! Volontà Divina, fa che io ti riconosco sempre, per potere chiudere nell’atto mio la tua potenzialità operante e glorificante di opere della tua Volontà adorabile. Onde, mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù ha fatto la sua breve visitina alla povera anima mia, e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il riconoscere ciò che può fare la mia Volontà nell’atto della creatura, forma l’atto divino in essa, ed in quest’atto, come fondo vi mette il principio divino, e come si va formando, così l’investe della sua immutabilità, in modo che la creatura sentirà nel suo atto un principio divino che non accenna mai a finire, ed una immutabilità che mai si cambia, sentirà in sé il suono del campanello del suo atto continuato che fa il suo corso continuo. Questo è il segno se l’anima ha ricevuto negli atti suoi il principio divino: La continuazione, un atto prolisso dice Dio abitante in essa e negli atti suoi, dice confermazione del bene, perché è tanto il valore, la grazia, la potenza d’un atto continuato, che riempie i piccoli vuoti d’intensità d’amore, le piccole debolezze che la natura umana è soggetta. Si può dire che un atto, una virtù continuata è come il giudice, l’ordine, la sentinella della creatura. Perciò ci tengo tanto che i tuoi atti siano continui, perché c’è del mio dentro, ed Io mi sentirei disonorato l’atto mio nel tuo. Vedi figlia mia, è tanta la mia foga d’amore, che voglio essere riconosciuto tutto ciò che ho fatto per amore delle creature, ma questo non per altro, che per dare, sento una smania di dare, voglio formare le depositarie della mia vita, delle mie opere, delle mie pene, delle mie lacrime, di tutto, ma queste non partono da Me se non sono riconosciute, col non riconoscerle m’impediscono il passo di avvicinarmi per deporre in loro ciò che con tanto amore voglio dare, e poi resterebbero senza effetti, sarebbero come tanti ciechi che non vedono ciò che le sta d’intorno. Invece, il conoscere è vista all’anima che fa sorgere il desiderio e l’amore, e quindi la gratitudine verso di Me che tanto voglio dare e con gelosia custodiscono il mio tesoro depositato in loro, e nelle circostanze se ne servono della mia Vita per guida, delle mie opere per confermare le opere loro, delle mie pene per sostegno delle pene di esse e delle mie lacrime per lavarsi se sono macchiate, ed oh! come ne sono contento che se ne servono di Me e delle opere mie per aiutarsi. Fu questo il mio scopo di venire sulla terra, per restare come fratellino in mezzo a loro, e dentro di loro per aiuto nei loro bisogni. Come mi riconoscono, Io non faccio altro che riflettere in loro per suggellare il bene che hanno conosciuto, quasi come sole, che col riflettere, con la sua luce sulle piante e sui fiori comunica la sostanza della dolcezza e dei colori, non apparente, ma in realtà. Onde, se vuoi molto ricevere, cerchi di conoscere ciò che fece e fa la mia Volontà nella Creazione, e ciò che fece nella Redenzione, ed Io ti sarò largo e nulla ti negherò di ciò che ti faccio conoscere. Anzi sappi, se non mi arresto ancora a farti da maestro, per farti conoscere tant’altre cose che mi appartengono, è perché voglio darti ancora ciò che ti faccio conoscere. Non resterei contento se non avessi che dare, e sempre cose nuove da dare alla figlia mia, perciò aspetto con ansia che metti a posto nell’anima tua ciò che hai conosciuto, affinché la ritenesse come cosa tua, e mentre la metti a posto, per darti aiuto a metterla ti vado carezzando, plasmando, fortificandoti, allargo la tua capacità, insomma rinnovo ciò che feci nella creazione della prima creatura. Molto più che essendo cose mie che tu hai conosciuto e che voglio deporle in te, non voglio fidarmi di nessuno, neppure di te, voglio Io proprio, con le mie stesse mani creatrice preparare il posto e deporle in te, e per tenerle sicure le circondo col mio amore, con la mia fortezza e per guardia la mia luce. Quindi sii attenta, non ti far sfuggire nulla, e così mi darai il campo di poterti fare le più belle sorprese”.

(3) Dopo di ciò, la mia piccola intelligenza continuava a valicare il mare interminabile della Divina Volontà, ed il mio sommo Bene Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, Noi abbiamo campi e mari divini interminabile, questi sono pieni di gioie, di beatitudine, di bellezze incantevole di ogni specie, e posseggono la virtù di far sorgere gioie sempre nuove e bellezze che una non somiglia all’altra, ma però in questi nostri mari e campi divini, per quante ci sono cose e beatitudine innumerevoli, non abbiamo vite che palpitano, mentre siamo Noi vita e palpito di tutto, anche delle nostre gioie; ci manca il palpito della creatura che palpiti nel nostro e come vita riempiono questi nostri campi e mari interminabile. Ora, vuoi tu sapere chi ci porta la sua vita? Non una cosa nuova, c’è ne abbiamo tanto! Chi viene a vivere nella nostra Volontà, perché Essa, straripando da Noi ci forma i nostri campi e mari divini, pieni di tutte le felicità possibile ed immaginabile. E la creatura viene in essi come vita, ed abbiamo il gran contento e la grande gloria che ci può dare una vita, e sebbene questa vita è uscita da Noi, ma è libera di stare, e non stare nei nostri campi divini, ed essa perde, sacrifica la sua libertà umana, e nella nostra Volontà prende la libertà divina, e come vita vive nei nostri campi e mari senza confini. Ed oh! com’è bello vedere questa vita che si fa il largo in mezzo alle strette folle delle nostre felicità e gioie, e vi getta il suo seme, il suo chicco di grano, immagine della sua volontà che vi forma la sua spiga, tant’alta, ma come realtà e non apparente, della vita palpitante ed operante nel nostro campo celeste, oppure come pesciolino, simbolo pure della sua volontà, che come vita palpita, nuota nel nostro mare, vive e si nutrisce, si trastulla, vi fa mille scherzi e ricrea, non come gioia ma come vita, il suo Creatore, c’è gran differenza tra quelle che ci possono dare le nostre gioie, e quelle che ci può dare una vita. Ecco perciò possiamo dire: “I nostri campi sono deserti, i nostri mari sono senza pesci,” perché manca la vita delle creature per riempirli, per poter dare e ricevere vita per vita, ma verrà il tempo che saranno pieni, ed avremo il pieno contento e la grande gloria che in mezzo alle nostre folte gioie, moltitudine di vite, che vivranno dentro di questi campi e ci daranno vita per vita.

(5) Ora, tu devi sapere che questi nostri campi e mari sono a disposizione di quelli che vivono in terra e che vogliono far vita nella nostra Divina Volontà, non per quelli che vivono in Cielo, perché quelli non possono aggiungere neppure una virgola di più di quello che hanno fatto, questi sono le vite gaudente nei nostri campi divini, non le vite operanti, si può dire di loro: “quello ch’è fatto è fatto”. Invece, sono le vite operanti e conquistatrici della terra che sospiriamo, e che mentre stanno in terra, entrino in questi nostri campi ed operino e facciano da conquistatrici in modo divino, molto più, che da che l’uomo peccò, uscì da dentro la nostra Volontà, e gli furono, con giustizia, chiuse le porte di questi nostri campi. Ora, vogliamo aprire queste nostre porte dopo tanti secoli, a chi voglia entrare, non forzarle, ma liberamente, per farci popolari questi nostri campi divini, per dare una nuova forma, un modo di vita tutto nuovo alla creatura, e poter ricevere, non opere da essa, ma in ogni suo atto, vita formata nella stessa vita nostra. Ecco perciò la causa del tanto mio dire sulla mia Volontà, la forza della mia parola creatrice le disporrà, le darà il desiderio, muterà la volontà umana, e conoscendo che voglio aprire le porte, busseranno, ed Io subito gli aprirò, affinché resti Io stesso appagato, ed abbia il mio popolo fortunato, che mi darà al cambio della mia vita che ho dato per essi, la loro vita in cambio della mia. Mai ho parlato senza aver nulla, o invano, parlai nella Creazione, e la mia parola servì per formare le cose mirabile di tutto l’universo, parlai nella Redenzione, e la mia parola, il mio Vangelo, serve di guida alla mia Chiesa, di luce, di sostegno, si può dire che la mia parola è la sostanza e la mia vita palpitante nel grembo della Chiesa. Ora, se ho parlato e parlo ancora sulla mia Divina Volontà, non sarà invano, no, ma avrò i mirabili effetti, e la vita della mia Volontà conosciuta, operante e palpitante in mezzo alle creature. Quindi lasciami fare, ed Io disporrò in modo le cose che la mia parola non sarà parola morta, ma viva, che darà vita con tutti i suoi mirabili effetti. Molto più, che questi nostri campi e mari celesti le faranno da madre alle anime fortunate che vogliano vivere in essi, le educheranno in modo divino, le nutriranno con cibi prelibati presi dalla mensa celeste e le cresceranno in modo nobile e santi che in tutti i loro atti, passi e parole si vedrà a chiare note scritto: Sono simili al loro Creatore. Dio sentirà la melodia della sua voce nella parola di esse, la potenza sua nelle loro opere, il suo dolce moto dei passi che corre presso di tutti ché li vuole a sé, nei passi di loro, e come rapito dirà: “Chi è chi mi somiglia? Chi sa imitare la mia voce dolce, armoniosa e forte da poter scuotere Cielo e terra? Chi tiene tanta forza da rapirmi nelle sue opere per farmi operare insieme con lei? Chi è? Chi è? ” Ah! è chi vive nei nostri campi divini, è giusto che ci somiglia in tutto, per quanto a creatura è possibile, è la figlia nostra, e basta, lasciamola che ci imiti, che ci somigli, sarà la gloria nostra della nostra opera creatrice, la sospirata del suo Padre Celeste, queste anime formeranno la nuova gerarchia nella patria celeste, dove c’è un posto riservato per loro, che a nessun’altro è dato di occupare”.