Scrutatio

Lunedi, 27 maggio 2024 - Sant´Agostino di Canterbury ( Letture di oggi)

3-87 Giugno 27, 1900 L’anima deve riconoscersi in Gesù, non in sé stessa

La Divina Volontà - Libro 3°

3-87 Giugno 27, 1900 L’anima deve riconoscersi in Gesù, non in sé stessa
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(1) Continuo a starmi assonnata. Questa mattina per pochi minuti mi sono trovata desta e comprendevo il mio stato miserabile, sentivo l’amarezza della privazione del mio sommo ed unico Bene; appena ho potuto versare due lacrime, dicendogli: “Mio sempre e buon Gesù, come non vieni? Queste non sono cose da farsi, ferire un’anima di te, e poi lasciarla! E per soprappiù, per non farle conoscere quello che fate, la lasciate in preda del sonno. Deh! vieni, non farmi tanto aspettare!” Mentre ciò dicevo ed altri spropositi ancora, in un istante è venuto e mi ha trasportato fuori di me stessa; e siccome volevo dirgli il mio povero stato, Gesù, imponendomi silenzio mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quello che voglio da te, è di non più riconoscerti in te stessa, ma di riconoscerti solamente in Me; sicché di te non più ti ricorderai, né avrai più di te riconoscenza, ma ti ricorderai di Me, e disconoscendo te stessa acquisterai la mia sola riconoscenza, ed a misura che oblierai e distruggerai te stessa, così avanzerai nella mia conoscenza e ti riconoscerai solamente in Me, e quando avrai tu ciò fatto, non più penserai più con la tua mente, ma con la mia; non guarderai coi tuoi occhi, non più parlerai con la tua bocca, né palpiterai col tuo cuore, né opererai con le tue mani, né camminerai coi tuoi piedi, ma tutto coi miei, perché per riconoscersi solamente in Dio, l’anima ha bisogno che vada alla sua origine e che ritorni al suo principio, Iddio, cioè, da donde uscì, e che uniformi tutta sé stessa al suo Creatore; e tutto ciò che ritiene di sé stessa e che non è conforme al suo principio, lo deve disfare e ridursi al nulla. In questo sol modo, nuda, disfatta, può ritornare alla sua origine e riconoscersi solo in Dio, ed operare secondo il fine per cui è stata creata. Ecco perciò, che per uniformarsi tutta in Me, l’anima deve rendersi indivisibile con Me”.

(3) Mentre ciò diceva, io vedevo il castigo terribile delle piante disseccate e come più si deve inoltrare. Appena ho potuto dire: “Neh! Signore, come faranno le povere gente?” E Lui, per non darmi retta, come un lampo mi è sfuggito e scomparso. Chi può dire l’amarezza dell’anima mia nel ritrovarmi in me stessa, per non avergli potuto dire neppure una parola per me e per il mio prossimo, e per la tendenza al sonno, ché di nuovo sono rimasta?