Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

3-17 Dicembre 2, 1899 Eloquente elogio della croce.

La Divina Volontà - Libro 3°

3-17 Dicembre 2, 1899 Eloquente elogio della croce.
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(1) Trovandomi molto afflitta per certe cose che non è qui licito il dirle, l’amabile Gesù, volendomi sollevare nella mia afflizione è venuto in un aspetto tutto nuovo, mi pareva vestito di colore celeste, tutto ornato di campanellini piccoli, di oro, che toccandosi fra loro risuonavano di un suono non mai udito. All’aspetto di Gesù ed al grazioso suono, mi sono sentita incantare e sollevare nella mia afflizione, che come fumo si dipartiva da me. Io sarei rimasta lì in silenzio, tanto mi sentivo incantare stupite le potenze dell’anima mia, se il benedetto Gesù non avesse rotto il mio silenzio col dirmi:

(2)Figlia a Me diletta, tutti questi campanellini sono tante voce che ti parlano del mio amore, e che chiamano te ad amarmi. Ora, lasciami vedere quanti campanelli tieni tu, che mi parlano del tuo amore e che chiamano Me ad amarti”.

(3) Ed io, tutta piena di rossore gli ho detto: “Neh! Signore, che dite? Io non ho niente, non ho altro che i soli difetti”.

(4) Allora Gesù, compatendo la mia miseria, a ripreso a dirmi:

(5)Tu non hai niente, è vero, ebbene, voglio ornarti Io coi miei stessi campanelli, acciò possa aver tante voci come chiamarmi e come mostrarmi il tuo amore”.

(6) Così pareva che come una fascia ornata di questi campanellini, mi cingesse la vita. Dopo ciò, io sono lasciata in silenzio e Lui ha soggiunto:

(7)Oggi ho piacere di trattenermi con te, dimmi qualche cosa”.

(8) Ed io: “Voi sapete che tutto il mio contento è di stare insieme con Voi, ed avendo Voi, ho tutto, onde possedendo Voi, mi pare che non ho che altro desiderare, né che dire”.

(9) E Gesù: “Fammi sentire la tua voce che ricrea il mio udito, conversiamo un poco insieme, Io ti ho parlato tante volte della croce, oggi fammi sentire parlare te della croce”.

(10) Io mi sentivo tutta confusa, non sapevo che dire, ma Lui, mandandomi un raggio di luce intellettuale, per contentarlo ho incominciato a dire: “Diletto mio, chi vi può dire che cosa è la croce, solo la vostra bocca può degnamente parlare della sublimità della croce, ma giacché lo volete, che parli io, pure, lo faccio: “La croce sofferta da Voi mi liberò dalla schiavitù del demonio, e mi sposò alla Divinità con nodo indissolubile; la croce è feconda, e mi partorisce la grazia; la croce è luce e mi disinganna dello temporale, e mi svela l’eterno; la croce è fuoco, e tutto ciò che non è di Dio mette in cenere, fino a svuotarmi il cuore d’un minimo filo d’erba che possa starci; la croce è moneta d’inestimabile prezzo, e se io avrò, Sposo Santo, la fortuna di possederla mi arricchivo di monete eterne, fino a rendermi la più ricca del paradiso, perché la moneta che corre in cielo è la croce sofferta in terra; la croce più fa conoscere me stessa, non solo, ma mi dà la conoscenza di Dio; la croce m’innesta tutte le virtù; la croce è la nobile cattedra dell’increata sapienza, che m’insegna le dottrine più alte, sottile e sublime; sicché, la sola croce mi svelerà i misteri più nascosti, le cose più recondite, la perfezione più perfetta nascosta ai più dotti e sapienti del mondo. La croce è qual acqua benefica che mi purifica, non solo, ma mi somministra il nutrimento alle virtù, me le fa crescere ed allora mi lascia quando mi ricondusse alla eterna vita. La croce è qual rugiada celeste che mi conserva e mi abbellisce il bel giglio della purità; la croce è l’alimento della speranza; la croce è fiaccola della fede operante; la croce è quel legno solido che conserva e fa mantenere sempre acceso il fuoco della carità; la croce è quel legno asciutto che fa svanire e mettere in fuga tutti i fumi di superbia e di vana gloria, e produce nell’anima l’umile viola dell’umiltà; la croce è l’arma più potente che offende i demoni e mi difende da tutte i loro artigli. Sicché, l’anima che possiede la croce, è d’invidia e d’ammirazione agli stessi angioli e santi; di rabbia e di sdegno ai demoni. La croce è il mio paradiso in terra, dimodochè se il paradiso di là, dei beati, sono i godimenti; il paradiso di qua sono i patimenti. La croce è la catena d’oro purissimo che mi congiunge con Voi, mio sommo Bene, e forma l’unione più intima che dar si possa, fino a far scomparire l’essere mio e mi tramuta in Voi, mio oggetto amato, tanto da sentirmi perduta in Voi e vivo dalla vostra stessa vita”.

(11) Dopo che ebbi detto questo (non so se sono spropositi) l’amabile mio Gesù nel sentirmi, tutto si compiaceva e preso da entusiasmo d’amore, tutta mi baciava e mi ha detto:

(12)Bravo, bravo alla mia diletta, hai detto bene. L’amor mio è fuoco, ma non come il fuoco terreno che dovunque penetra rende sterile e mette tutto in cenere. Il mio fuoco è fecondo e solo sterilisce tutto ciò che non è virtù, ma il resto, dà vita a tutto e vi fa germogliare i bei fiori, fa produrre i più squisiti frutti e lo rende il più delizioso giardino celeste.

(13) La croce è tanto potente e l’ho comunicato tanta grazia, da renderla più efficace dagli stessi sacramenti, e questo perché nel ricevere il sacramento del mio corpo, ci vogliono le disposizioni ed il libero concorso dell’anima per ricevere le mie grazie, che molte volte possono mancare, ma la croce ha virtù di disporre l’anima alla grazia”.