Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

28-6 Marzo 24, 1930 La creatura non è altro che effetto dei riflessi di Dio. Amore di Dio nel crearla. La fermezza nel ripetere gli stessi atti, forma nell’anima la vita del bene che si vuole.

La Divina Volontà - Libro 28°

28-6 Marzo 24, 1930 La creatura non è altro che effetto dei riflessi di Dio. Amore di Dio nel crearla. La fermezza nel ripetere gli stessi atti, forma nell’anima la vita del bene che si vuole.
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(1) Stavo facendo il giro nel Fiat Divino per seguire tutti gli atti suoi, e giunta nell’eden comprendevo e ammiravo l’atto magnanimo di Dio, ed il suo Amore esuberante e rigurgitante della creazione dell’uomo, ed il mio sempre amabile Gesù, non potendo contenere le sue fiamme mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il nostro Amore s’invaghì tanto nell’atto che creammo l’uomo, che non fecimo altro che riflettere sopra di lui, affinché fosse opera degna delle nostre mani creatrici, e come i nostri riflessi piovevano sopra di lui, così nell’uomo gli veniva infusa l’intelligenza, la vista, l’udito, la parola, il palpito nel cuore, il moto alle mani, il passo ai piedi. Il nostro Essere Divino è purissimo spirito, e perciò non abbiamo sensi, nell’assieme di tutto il nostro Essere Divino siamo luce purissima ed inaccessibile, questa luce è occhio, è udito, è parola, è opera, è passo. Questa luce fa tutto, guarda tutto, sente tutto, si trova dappertutto, nessuno può sfuggire da sotto l’impero della nostra luce. Quindi, mentre creammo l’uomo fu tanto il nostro Amore, che la nostra luce portando i nostri riflessi sopra di lui lo plasmava, e plasmandolo gli portava gli effetti dei riflessi di Dio. Vedi dunque figlia mia con quanto amore fu creato l’uomo, fino a sciogliersi il nostro Essere Divino in riflessi sopra di lui, per comunicargli la nostra immagine e somiglianza; si poteva dare amore più grande? Eppure se ne serve dei nostri riflessi per offenderci, mentre se ne doveva servire per mezzo dei nostri riflessi per venire a Noi, e coi riflessi dati da Noi dirci: “Quanto bello mi creò il tuo Amore, ed io per contraccambio ti amo, t’amerò sempre, e voglio vivere nella luce della tua Divina Volontà”.

(3) Onde continuavo a seguire gli atti nel Fiat Divino e pensavo tra me: “Sono sempre da capo, ripetere, ripetere sempre la lunga storia dei miei atti nel Voler Divino, la lunga cantilena del mio ti amo; ma quali ne sono gli effetti? Oh! se potessi ottenere che la Divina Volontà fosse conosciuta e regnasse sulla terra, almeno mi sarebbe tanto guadagnata”. Ma mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù mi ha stretto al suo cuore divino e mi ha detto:

(4) “Figlia mia, la fermezza nel chiedere forma la vita del bene che si chiede, dispone l’anima a ricevere il bene che vuole, e muove Iddio a dare il dono che si chiede. Molto più che coi tanti ripetuti atti e preghiere che ha fatto, ha formato in sé la vita, l’esercizio, l’abitudine del bene che chiede. Iddio, vinto dalla fermezza del chiedere le farà il dono, e trovando nella creatura, in virtù dei suoi atti ripetuti, come una vita del dono che le fa, convertirà in natura il bene chiesto, in modo che la creatura si sentirà posseditrice e vittoriosa di sentirsi trasformata nel dono che ha ricevuto. Perciò il tuo chiedere incessantemente il regno della mia Divina Volontà forma in te la sua Vita, ed il tuo continuo ti amo forma in te la Vita del mio Amore; e avendoti Io fatto il dono dell’uno e dell’altro, senti in te come se la tua stessa natura non sentisse altro che la virtù vivificatrice del mio Volere e del mio Amore. La fermezza nel chiedere è assicurazione che il dono è suo. E col chiedere per tutti il Regno della mia Divina Volontà, è preludio che gli altri possono ricevere il gran dono del mio Fiat Supremo. Quindi continua a ripetere e non ti stancare”.