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Lunedi, 27 maggio 2024 - Sant´Agostino di Canterbury ( Letture di oggi)

27-33 Febbraio 6, 1930 Effetti di vivere nel Volere Divino e nel volere umano. Come il modo d’operare nell’anima simboleggia la Creazione. Come prima fa le cose piccole e poi le grandi.

La Divina Volontà - Libro 27°

27-33 Febbraio 6, 1930 Effetti di vivere nel Volere Divino e nel volere umano. Come il modo d’operare nell’anima simboleggia la Creazione. Come prima fa le cose piccole e poi le grandi.
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(1) Continuo il mio abbandono nel Volere Divino, la mia povera mente è sempre come affollata di ciò che riguarda un Volere sì Santo, anzi mi sembra che i miei pensieri si tuffano nel suo mare di luce, e poi escono come tanti messaggeri, che portano tante belle notizie da dentro quel mare dove sono stati, e chi vuol dire una cosa e chi un’altra di quel Fiat, di cui si gloriano di conoscerlo e di riceverne la vita. Ed io mi diletto ad ascoltarli, e molte volte non so dire in parole le tante belle notizie che i miei pensieri mi portano del mare di luce del Volere Divino, e sento il bisogno di Gesù che mi guidi, che mi imbocchi le parole, altrimenti non saprei dir nulla. Onde mentre mi trovavo nel mare del Fiat Divino, il mio dolce Gesù, facendosi vedere in atto di aiutarmi a cambiare in parole ciò che la mia mente pensava, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, gli effetti del vivere nel mio Volere Divino sono mirabili. Il mio Fiat tiene la creatura sempre rivolta al Cielo e la fa crescere non di terra, ma di Cielo, e siccome la Volontà mia è una con la mia stessa Volontà che opera nella creatura, questa mia stessa Volontà mette l’anima in ordine al suo Creatore e le va manifestando chi è Colui che l’ha creata, quanto l’ama, e come vuol essere amato, e mettendola di fronte ai riflessi divini, fa dilettare al suo Creatore a via di riflessi, a far crescere e dipingere la sua immagine in colei che possiede e fa una la sua volontà con Colui che l’ha creata. E siccome il mio Fiat la tiene sempre rivolta al Cielo, né tiene il tempo di guardare la terra, perché è assorbita dall’Ente Supremo, ed ancorché la guardasse, tutte le cose si convertono in Cielo, perché dov’Essa regna tiene virtù di cambiare natura alle cose. E perciò la creatura che vive nel mio Volere Divino, tutto è Cielo per lei, cresce per il Cielo, perché il Cielo della mia Divina Volontà regna nell’anima sua. Invece chi vive di volontà umana è rivolta sempre in sé stessa, e col guardare sé stessa, l’umano volere le va scoprendo ciò ch’è umano, e la mette ai riflessi di ciò che esiste nel basso mondo, in modo che si può dire che vive di terra e cresce senza la somiglianza di Colui che l’ha creata. C’è tal differenza tra l’una e l’altra, che se le creature la potessero vedere, tutti amerebbero e sospirerebbero di vivere nel mio Fiat, ed aborrirebbero di vivere di volontà umana e terrebbero come la più grande sventura, che le fa perdere lo scopo e l’origine per cui furono create. Succederebbe come ad un re che depone la sua corona, le sue vesti regali, scende dalla sua reggia e veste di stracci sporchi, si ciba di cibi immondi, e vive in una stalla insieme con le bestie delle sue passioni; non sarebbe da piangere la sorte di costui? Tale è chi si fa dominare dalla sua volontà umana”.

(3) Dopo di ciò, seguivo a pensare alle tante cose che il mio amato Gesù ha operato nella povera e piccola anima mia, ai tanti suoi modi amorosi, che volerli dire tutti mi sarebbe impossibile. Ma chi può dire ciò che pensavo, e la causa perché la mia piccola intelligenza era come affollata di ciò che mi era successo nella mia esistenza? Ma mentre mi trovavo in preda di tanti pensieri, il mio sommo ed unico bene Gesù, stringendomi tutta a Sé, con tenerezza indicibile mi ha detto:

(4) “Figlia mia, il mio modo d’operare nell’anima tua simboleggia tutta la Creazione. Opera grande fu la Creazione, ma siccome le opere nostre sono ordinate, ci contentammo prima di creare le cose piccole, il cielo, le stelle, il sole, il mare, le piante e tutto il resto, cioè piccole al confronto della creazione dell’uomo, che tutto doveva superare e tenere la supremazia su tutto; e quando le cose devono servire a colui che le deve padroneggiare ed esserne il re, per quanto fossero o paressero grandi, sono sempre piccole a confronto di colui che devono servire. Onde dopo che l’universo fu creato e tutte le cose stavano al loro posto d’ordine, aspettando colui, che come un esercito ordinato, dovevano schierarsi in torno a lui, per servirlo ed ubbidire ai suoi cenni, creammo l’uomo. Tutte le cose create ed il suo stesso Creatore si riversarono su di lui per cantargli i nostri eterni amori e dirgli: “Tutti abbiamo l’impronta del nostro Creatore e la riversiamo su di te, che ne sei la sua immagine”. Cieli e terra fecero festa completa e la stessa nostra Divinità festeggiò con tanto amore la creazione dell’uomo, che il solo ricordarlo rigurgita tanto forte il nostro amore, che straripando forma mari immensi intorno a Noi.

(5) Ora, il regno della mia Divina Volontà è più grande dell’opera della Creazione, e perciò, si può dire, è il richiamo al nostro Essere Divino d’operare più della stessa Creazione. Onde tutto ciò che feci a principio nell’anima tua, simboleggia la Creazione, ti volli tutta a Me e tutta mia per essere libero di fare ciò che Io volessi; volli il vuoto nell’anima tua di tutto, per poter distendere il mio cielo, ed i tanti detti sulle virtù che ti dicevo erano stelle, che praticate da te, nel modo voluto da Me, me ne servivo per ornare il cielo che avevo esteso in te. Quindi volevo rifare in te, e rifarmi di tutto ciò che di male ed indegno aveva fatto l’umana famiglia; per richiamare il sole del mio Fiat Divino era necessario preparare con decoro colei che doveva ricevere, per la prima, la Vita della mia Divina Volontà. Ecco perciò facevo scorrere i mari di grazie, le più belle fioriture, quasi come nella creazione dell’uomo, in cui doveva regnare il mio Fiat Divino; così in te, tutto ciò che Io facevo si metteva in aspettativa per corteggiare come un esercito divino il sole del mio Eterno Volere. E come nella Creazione abbondammo tanto nel creare tante cose che dovevano servire l’uomo, ma perché quest’uomo doveva far regnare in lui la mia Divina Volontà, così in te, tutto è stato fatto perché Essa trovasse il suo posto d’onore e di gloria. Ecco perciò era necessario che prima dovevo prepararti con tante grazie ed insegnamenti, come cose piccole al confronto del gran sole del mio Volere Divino, che con tante sue manifestazioni mentre si faceva conoscere, formava la sua Vita per regnare e formare il suo primo regno nella creatura. Quindi non ti meravigliare, è l’ordine della nostra sapienza e provvidenza, che prima fa le cose piccole e poi le grandi, per corteggio e per decoro delle cose grandi. Che cosa non merita il mio Fiat Divino? Che non gli si deve? E che cosa non è stata fatta da Esso? Perciò quando si tratta di Essa o di farla conoscere, Cieli e terra si prostrano riverenti e tutti adorano in muto silenzio un’atto solo della mia Divina Volontà”.