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Lunedi, 27 maggio 2024 - Sant´Agostino di Canterbury ( Letture di oggi)

27-21 Dicembre 18, 1929 Foga d’amore. Specialità delle tre fogge d’amore di Nostro Signore. L’amore divorante e come divorava tutte le anime. Lacrime di Gesù bambino.

La Divina Volontà - Libro 27°

27-21 Dicembre 18, 1929 Foga d’amore. Specialità delle tre fogge d’amore di Nostro Signore. L’amore divorante e come divorava tutte le anime. Lacrime di Gesù bambino.
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(1) Stavo pensando all’Incarnazione del mio dolce Gesù nel seno materno della Sovrana Celeste, ed il mio dolce Gesù, uscendo dal mio interno mi ha stretto fra le sue braccia con una tenerezza indicibile e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, foga d’amore fu la Creazione, e fu tanto intensa, grande, che straripando dal nostro Essere Divino investì tutto l’universo e si diffuse ovunque, ed il nostro Fiat pronunziandosi e operando in questa nostra corsa d’amore, che correva, correva senza potersi fermare se non quando si sparse ovunque e diede il suo bacio d’amore a tutte le creature che ancora non esistevano; il suo bacio d’amore fu bacio di gioia, di felicità, che imprimeva su tutte le generazioni. E il nostro Fiat Divino che correva insieme non si contentò di soli baci, ma pronunziandosi formò soli, cieli, stelle, mari e terra, e tutto ciò che si vede nel gran vuoto dell’universo. Sicché la foga del nostro Amore nella Creazione fu foga d’amore festante, di felicità, di gioia, con cui dovevamo vezzeggiare e felicitare tutte le creature. Invece nell’incarnarmi nel seno materno, la nostra foga d’amore, che non potendo contenerla, straripò da Noi e fece la stessa corsa della Creazione, fu foga d’amore di tenerezza, di compassione, di misericordia, e metteva a repentaglio la Vita d’un Dio per ritrovare l’uomo e dargli i suoi baci d’amore, teneri, compassionevoli, i suoi baci di perdono, e racchiudendo la vita delle creature tutte nel suo mare d’amore, dava loro il bacio di vita, mettendo la sua Vita d’Amore per dar vita all’uomo. Il nostro Amore giunse all’eccesso nell’incarnazione perché non fu come nella Creazione Amor che festeggia, che gioisce, ma Amore dolente, Amore penante, Amore sacrificato, che darà la vita per far preda della vita dell’uomo. Ma il nostro Amore non è contento ancora; metti la mano sul mio cuore e senti come mi batte forte, fino a sentirmelo scoppiare, tendi le tue orecchie e senti come rigurgita, quasi come mare in tempesta, che formando le sue onde altissime, vuole straripare fuori per invadere tutto e tutti; vuol fare la sua terza corsa di foga d’amore, ed in questa foga d’amore vuol formare il regno della mia Divina Volontà. Questa nostra foga d’amore unirà insieme quella della Creazione e quella della mia Incarnazione e ne formerà una sola e sarà foga d’amore trionfante, e darà il suo bacio d’amore trionfatore, d’amore conquistatore, d’amore che vince tutto per dare il suo bacio di pace perenne, il suo bacio di luce che metterà in fuga la notte dell’umano volere e farà sorgere il pieno giorno del mio Voler Divino, che sarà portatore di tutti i beni. Come lo sospiro, mi rigurgita tanto il mio Amore che sento la necessità di strariparlo fuori. E se tu sapessi che sollievo sento quando sfogando con te ti parlo del mio Voler Divino, la foga del mio Amore che mi dà la febbre delirante si calma, e sentendo refrigerio mi metto all’opera per fare che tutto fosse Volontà mia nell’anima tua. Perciò sii attenta e lasciami fare”.

(3) Dopo di ciò, la mia povera mente si perdeva nell’amore del mio dolce Gesù e vedevo innanzi a me una gran ruota di luce che scottava più del fuoco, la quale conteneva tanti raggi quante creature avevano uscite ed usciranno alla luce del giorno, e questi raggi investivano ciascuna creatura, e con dolce forza rapitrice le rapivano nel centro della gran ruota di luce, dove era Gesù che le aspettava dal grembo del suo Amore per divorarle, ma non per farle morire, ma per rinchiuderle nella sua piccola Umanità, per farle rinascere, crescere e alimentarle con le sue fiamme divoratrici per darle vita novella, la vita tutta d’amore; il mio piccolo Gesù, appena concepito racchiuse in sé il gran parto di tutte le generazioni, più che una tenera madre che racchiude il suo parto per uscirlo alla luce formato dal suo amore, ma con pene inaudite, e anche con la sua morte. Onde il mio tenero Gesù, in mezzo a quella voragine di fiamme, piccino piccino, mi ha detto:

(4) “Guardami e ascoltami. Figlia mia, in mezzo a questa voragine di fiamme, Io non respiro altro che fiamme, e nel mio respiro sento che le fiamme del mio Amore divorante mi portano il respiro di tutte le creature, il mio piccolo cuoricino palpita fiamme, le quali, allungandosi rapiscono i palpiti di tutte le creature, e me le depone nel cuore, e sento tutti i palpiti palpitando nel mio piccolo cuore. Tutto è fiamme: Fiamme gettano le mie piccole manine, i miei immobili piedini. Ahi! il mio Amore com’è esigente! Per chiudermi tutto e per farmi dar vita a tutti mi ha messo in mezzo ad un fuoco divoratore, ed oh! come sento al vivo le colpe, le miserie, le pene di tutti. Sono piccino ancora, eppure nulla mi si risparmia! Posso dire: Tutti i mali sono caduti dentro e fuori di Me. Ed in mezzo a queste fiamme divoratrici, carico di tante pene, guardo tutti ed esclamo piangendo: “Il mio Amore tutti mi ha ridonato, me le ridonò nella Creazione e mi sfuggirono; me le ridona nel concepirmi nel seno della mia Mamma, ma sono sicuro che non mi sfuggiranno? Saranno mie per sempre? Oh! come sarei felice se tutti non mi sfuggissero; le loro pene mi sarebbero refrigerio, se tutti i miei cari figli, il mio caro parto concepito nella mia piccina Umanità fosse al sicuro; e piangendo e singhiozzando guardavo in faccia a ciascuna per intenerirle con le mie lacrime, e ripetevo: “Cari figli miei, non mi lasciate, non andate più lunge da Me, sono Padre vostro, non mi abbandonate; deh! riconoscetemi, abbiate almeno compassione del fuoco che mi divora, delle mie lacrime ardenti, e tutto per causa vostra, perché vi amo troppo, vi amo da Dio, vi amo da Padre svisceratissimo, vi amo come Vita mia”. Ma sai tu figlia piccola del mio Volere Divino, qual fu l’interesse più grande del mio Amore? Di divorare nelle creature la loro volontà umana, perch’è origine di tutti i mali, e che con tutte le sue fiamme divoratrici, formava nubi per non farsi bruciare, oh! ciò che più mi torturava era la volontà umana che non solo formava nubi, ma formava le scene più dolorose nella mia stessa Umanità. Perciò prega che la mia Divina Volontà sia conosciuta e vi regni, e allora mi potrai chiamare il Gesù felice. Altrimenti le mie lacrime non cesseranno, terrò sempre da piangere la sorte della povera umanità, perché giace sotto l’incubo della sua misera volontà”.