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Lunedi, 27 maggio 2024 - Sant´Agostino di Canterbury ( Letture di oggi)

27-10 Ottobre 27, 1929 Perché non poteva venire il Regno della Divina Volontà prima della venuta di Nostro Signore sulla terra. Innesto di Gesù Cristo ed innesto d’Adamo.

La Divina Volontà - Libro 27°

27-10 Ottobre 27, 1929 Perché non poteva venire il Regno della Divina Volontà prima della venuta di Nostro Signore sulla terra. Innesto di Gesù Cristo ed innesto d’Adamo.
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(1) Stavo facendo il mio giro nella Creazione, e andavo seguendo tutti gli atti fatti dal Fiat Divino dall’eden, fino alla discesa del Verbo Divino sulla terra; ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “E perché non venne il regno della Divina Volontà sulla terra prima che scendesse il Figlio di Dio dal Cielo in terra? ” Ed il mio dolce Gesù, prendendo occasione da ciò che io pensavo, anzi mi sembra che quando tiene voglia di parlarmi, mi dà le riflessioni, mi fa venire i dubbi, le difficoltà, il desiderio di saper tante cose sul suo regno; invece, quando non vuol parlarmi, la mia mente tace, non so riflettere a nulla e percorro nella sua luce gli atti della Divina Volontà. Onde il mio amabile Gesù uscendo da dentro il mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il regno della mia Divina Volontà non poteva venire sulla terra prima della mia venuta in essa, perché non c’era nessuna umanità che possedeva, per quanto a creatura è possibile, la pienezza del mio Fiat Divino, e non possedendola non c’era nessun diritto, né secondo l’ordine divino, né secondo l’ordine umano. Il Cielo era chiuso, le due volontà, umana e Divina, stavano come in cagnesco; l’uomo si sentiva impossibilitato a chiedere un tanto bene, tanto che neppure ci pensava; Dio per diritto di giustizia impossibilitato a darlo. Dio e la creatura si trovavano prima della mia venuta sulla terra, come la terra ed il sole: La terra che non possiede il seme, che spolverizzandolo forma il germoglio per poter formare la pianta di quel seme; il sole non trovando il germoglio non può comunicare gli effetti che possiede per poter formare con la sua virtù vivificatrice lo sviluppo e la formazione di quella pianta. Sicché terra e sole stanno come estranei tra loro, si può dire, se avessero ragione, si guarderebbero come in cagnesco, ché la terra non può produrre e ricevere quel bene, il sole non lo può dare. Tale si trovava l’umanità senza il germe del mio Fiat, e se non c’è il seme è inutile sperare la pianta. Ora la mia venuta sulla terra, il Verbo Divino si vestì d’umana carne, con questo formò l’innesto all’albero dell’umanità. La mia Umanità si prestò come seme al Verbo Eterno, e la mia Volontà Divina formò l’innesto nuovo con la mia volontà umana, da questo incomincio, essendo Io il capo di tutte le umane generazioni, il diritto d’ambi le parti, umana e divina, loro di poter ricevere il regno della mia Divina Volontà, Dio di poterlo dare. Ora, siccome quando si fa un innesto, non subito assimila la forza dei nuovi umori, ma va a poco a poco assimilando i nuovi umori di quell’innesto; quindi fin da principio dà pochi frutti, ma come si va formando così i frutti crescono, sono più pingui e gustosi, fino a tanto che si forma l’albero intero carico di rami e di frutti. Tale è l’innesto fatto da Me all’albero dell’umanità, sono circa duemil’anni e l’umanità non ha ricevuto tutti gli umori del mio innesto; ma c’è da sperare, perché c’è il seme, l’innesto, onde la creatura lo può chiedere; Dio si trova nella possibilità di darlo, perché c’è la mia Umanità, che possedendo in virtù del Verbo fatto carne la mia Divina Volontà per natura, ha restituito i diritti all’uomo e a Dio. Perciò tutto ciò che Io feci nella Redenzione, non è altro che preparativo, innaffiamento, coltivazione, per dare sviluppo a questo innesto celeste fatto da Me, tra le due volontà, umana e Divina. Dunque come poteva venire il regno della mia Divina Volontà prima della mia venuta sulla terra, se mancava l’innesto, il principio della sua Vita, e l’operato in atto nell’anima, ed il primo suo atto nell’atto della opera umana per stendere il suo regno in ciascun’atto di esse? E’ vero che il mio Fiat Divino con la sua potenza ed immensità stendeva il suo impero ovunque, ma nella volontà umana non si trovava come principio di vita, ma solo per potenza ed immensità, si trovava nelle condizioni che si trovano sole e terra: Il sole investe la terra con la sua luce, dà anche i suoi effetti, ma la terra non diventa sole, ed il sole non diventa terra, perché sole e terra non si fondono insieme, in modo da formare la vita l’uno nell’altra, e perciò sono sempre corpi estranei che non si rassomigliano, e per quanto il sole la illumina, la riscalda, comunica i suoi mirabili effetti, non comunicando la sua vita, né la terra cede i suoi diritti di vita nel sole, la terra sarà sempre terra ed il sole sarà sempre sole. Così si trova e si trovava la mia Divina Volontà, fino a tanto che l’uomo non ceda la sua nella mia, la mia non può gettare il suo principio di vita nella volontà umana, la fusione dell’Una e dell’altra non può avvenire, la creatura sarà sempre creatura senza la somiglianza e la Vita del suo Creatore nel fondo dell’anima sua, che può solo formarla il mio Fiat Divino. Quindi ci sarà sempre dissomiglianza, distanza, ad onta che il mio Voler Divino la illumina e gli comunica i suoi mirabili effetti per sua bontà e liberalità, e per effetto di potenza e d’immensità che per sua natura possiede.

(3) Molto più che Adamo col peccare, col fare la sua umana volontà, non solo formò il tarlo alla radice dell’albero dell’umanità, ma vi aggiunse l’innesto, il quale innesto comunicò tutti gli umori cattivi che nel corso dei secoli doveva produrre nell’albero dell’umanità l’innesto d’Adamo; a principio un’innesto non può produrre né grandi bene né grandi mali, ma solo il principio o del male o del bene, difatti Adamo non fece i tanti mali delle umane generazioni, ma appena l’innesto egli fece, e fu causa di torrenti di mali, molto più che non ebbe subito l’innesto in contrario della mia venuta sulla terra, ma dovettero passare secoli e secoli, quindi gli umori cattivi crescevano ed i mali si moltiplicavano, perciò al regno della mia Volontà non c’era da pensarci. Ma quando Io venni sulla terra, col mio concepimento formai l’innesto contrario all’albero della umanità, ed i mali incominciarono ad arrestarsi, gli umori cattivi a distruggersi, onde c’è tutta la speranza che il regno della mia Divina Volontà può formarsi in mezzo alle umane generazioni. Le tante verità che ti ho manifestato sul mio Fiat Divino sono sorsi di vita, i quali, chi innaffia, chi coltiva, chi aumenta gli umori all’albero dell’umanità da Me innestato. Quindi, se nell’albero della mia Umanità è entrata la Vita del mio Fiat Divino e ha formato l’innesto, c’è tutto da sperare che il mio regno abbia il suo scettro, il suo giusto dominio ed il suo comando in mezzo alle creature. Perciò prega e non dubitarne”.