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Lunedi, 27 maggio 2024 - Sant´Agostino di Canterbury ( Letture di oggi)

26-5 Aprile 28, 1929 Come il Fiat Divino rende inseparabile la creatura da Dio. Straripamento Divino per la creatura. Tutto è al sicuro in chi vive nel Fiat, e come tutto è pericolante in chi fa l’umana volontà.

La Divina Volontà - Libro 26°

26-5 Aprile 28, 1929 Come il Fiat Divino rende inseparabile la creatura da Dio. Straripamento Divino per la creatura. Tutto è al sicuro in chi vive nel Fiat, e come tutto è pericolante in chi fa l’umana volontà.
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(1) Stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino per seguire i suoi atti nella Creazione, e giunta nell’eden, la mia povera mente si è fermata nell’atto quando creava l’uomo, e alitandolo gli infondeva la vita, e pregavo Gesù che alitasse la povera anima mia per infondermi il primo alito divino della Creazione, affinché col loro alito rigeneratore potessi ricominciare la mia vita tutta nel Fiat, a secondo lo scopo ché mi avevano creata. Ma mentre ciò facevo, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno, come in atto di volermi alitare e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, è nostra Volontà che la creatura risalga nel nostro seno, tra le nostre braccia creatrici per ridarle il nostro alito continuato, ed in questo alito darle la corrente che genera tutti i beni, gioie e felicità, ma per poter dare questo alito, l’uomo deve vivere nel nostro Volere, perché solo in Esso lo può ricevere, e Noi darlo. Il nostro Fiat tiene tale virtù, da rendere inseparabile la creatura da Noi, e ciò che Noi siamo e facciamo per natura, lei lo può fare per grazia. Noi col creare l’uomo non lo mettevamo a distanza da Noi, e per averlo insieme con Noi le davamo la nostra stessa Volontà Divina, la quale gli darebbe il primo atto ad operare insieme col suo Creatore; fu questa la causa che il nostro amore, la nostra luce, le nostre gioie, la potenza e bellezza nostra rigurgitarono tutte insieme, e straripando fuori del nostro Essere Divino imbandivano la mensa a colui che avevamo con tanto amore formato con le nostre mani creatrici e generato col nostro stesso alito. Volevamo goderci l’opera nostra, vederlo felice della nostra stessa felicità, abbellito della nostra bellezza, ricco della nostra ricchezza, molto più che era Volontà nostra di starci vicino con la creatura, operare insieme e trastullarci insieme con essa; i giuochi non si possono fare da lontano, ma da vicino. Ecco perciò che per necessità di creazione e per mantenere integra l’opera nostra e lo scopo con cui l’avevamo creata, l’unico mezzo era dotare l’uomo di Volontà Divina, la quale lo avrebbe conservato come uscì dalle nostre mani creatrici, e lui avrebbe goduto tutti i beni nostri, e Noi dovevamo godere perché lui era felice. Perciò non ci sono altri mezzi per fare che l’uomo ritorni al suo posto d’onore, e che rientri di nuovo ad operare insieme col suo Creatore, e a vicenda si trastullino insieme, che rientrare di nuovo nel nostro Fiat, affinché ce lo porti trionfante nelle nostre braccia che lo stanno aspettando per stringerlo forte nel nostro seno divino, e dirgli: “Finalmente, dopo seimila anni sei tornato, hai andato errante, hai provato tutti i mali, perché non c’è bene senza del nostro Fiat, hai provato abbastanza e toccato con mano ciò che significa uscire da Esso, perciò non uscirne più e vieni a riposarti e a godere ciò ch’è tuo, perché nel nostro Volere tutto ti fu dato”. Quindi figlia mia, sii attenta, tutto ti daremo se vivi sempre nel nostro Fiat, il nostro alito prenderà piacere a fiatarti sempre, per strariparti le nostre gioie, la nostra luce, la nostra santità, e comunicarti l’attitudine delle nostre opere, affinché sempre insieme possiamo tenere la piccola figlia rigenerata dalla nostra Divina Volontà”.

(3) Detto ciò si è ritirato nel mio interno, ed io continuavo a seguire gli atti innumerevoli del Fiat Divino, ed il benedetto Gesù ha ripreso a dire:

(4) “Figlia mia, è prerogativa del mio Voler Divino mettere al sicuro tutto ciò che possiede. Quindi quando entra nell’anima, come possessore di essa, tutte le cose le mette al sicuro: Mette al sicuro la santità, la grazia, la bellezza, le virtù tutte, e per fare che tutto fosse al sicuro, fa sostituire nell’anima la sua santità divina, la sua bellezza, le sue virtù, tutto in modo divino, e mettendovi il suo suggello ch’è intangibile da ogni cambiamento, rende la creatura intangibile da ogni pericolo. Sicché per chi vive nel mio Volere nulla c’è più da temere, perché Lui ha assicurata ogni cosa con la sua assicurazione Divina. Invece la volontà umana rende tutto pericolante, anche la stessa santità, le virtù, che non sono sotto il dominio continuo del mio Fiat, sono soggetti a pericoli continuati e oscillazioni continui; le passioni tengono le vie aperte per mettere tutto sossopra e gettare a terra le virtù, la santità, formate con tanti sacrifici. Se non c’è la virtù vivificatrice e alimentatrice continua del mio Volere, che chiude tutte le porte e tutte le vie a tutti i mali, l’umana volontà tiene porta e vie per far entrare il nemico, il mondo, la stima propria, le miserie, le turbazione, che sono il tarlo delle virtù e della santità, e quando c’è il tarlo non c’è forza sufficiente per essere fermi e perseveranti nel bene, perciò tutto è pericolante quando non regna la mia Divina Volontà. Oltre di ciò, è tanto il male che non regni in mezzo alle creature la nostra Divina Volontà, che tutte le cose stanno in continua oscillazione, la nostra stessa Creazione, tutti i beni della Redenzione sono intermittenti, perché non trovando nell’umana famiglia il nostro Fiat regnante, non sempre può dare gli stessi beni, anzi molte volte ci dobbiamo servire della Creazione e Redenzione per armarla contro dell’uomo, perché l’umano volere si mette contro del nostro, e Noi di giustizia dobbiamo colpirli, per farli comprendere che non regnando il nostro Volere, l’umano respinge i nostri beni e ci costringe a punirli; la stessa gloria che ci dà la creatura per mezzo della Creazione e Redenzione, non è fissa, muta ad ogni atto di volontà umana. Quindi il piccolo interesse che ci doveva dare la creatura del suo amore e della sua gloria che ci dovrebbe dare, perché tanto l’avevamo dato, non è neppure rendita fissa, ma tutto è intermittente, perché la sola nostra Volontà tiene virtù di rendere irremovibili e continuati gli atti suoi, e quelli dov’Essa regna. Sicché finché non regni il nostro Fiat Divino, tutto è pericolante; la Creazione, la Redenzione, i sacramenti tutti stanno in pericoli, perché l’umano volere ora abusa, ora non riconosce Colui che tanto lo ha amato e beneficato, ora calpesta sotto dei suoi piedi gli stessi nostri beni; perciò, finché non regni il nostro Volere che getterà in mezzo alle creature l’ordine divino, la sua fermezza e armonia ed il suo giorno perenne di luce, di pace, tutto starà in pericolo per lui e per Noi, le stesse cose nostre staranno sotto l’incubo del pericolo e non potranno dare alle creature i beni abbondanti che essi contengono”.