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Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

25-24 Febbraio 10, 1929 Chi vive nel Voler Divino gli presta il suo nulla sgombrato, dove il Fiat se ne serve di spazio per esercitare la sua creazione.

La Divina Volontà - Libro 25°

25-24 Febbraio 10, 1929 Chi vive nel Voler Divino gli presta il suo nulla sgombrato, dove il Fiat se ne serve di spazio per esercitare la sua creazione.
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(1) Stavo facendo il mio giro nella Creazione per seguire tutti gli atti che il Fiat Divino ha fatto e sta continuando in essa, non solo, ma la mia povera mente andava rintracciando tutto ciò che il Voler Divino aveva fatto in Adamo ed in tutte le generazioni, prima e dopo la Redenzione. Mi pareva che tutti gli atti fatti dalla Divina Volontà, tanto nella Creazione quanto nelle creature, erano più che soli cui io dovevo seguire, abbracciare e farli miei, e sebbene ciò facevo, il mio povero cuore non poteva fare a meno di sentire le torture della privazione del mio sommo bene Gesù. E Lui movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, coraggio, in chi vive nella mia Divina Volontà e ne segue i suoi atti, il mio Fiat continua la sua creazione, ed in ogni atto suo che segue, Esso si atteggia in atto di formare le sue creazioni, e allora il mio Fiat Divino è contento quando vede nell’anima che vive in Esso tutti schierati e ordinati tutti gli atti suoi, come una nuova creazione, e quindi un nuovo cielo, un nuovo sole, un mare più bello, una fioritura più sorprendente. E poi siccome l’atto di creare l’uomo fu il più bello, il più tenero, fatto in una foga d’amore, il più intenso, vuole ripetere sopra della creatura che vive nel mio Volere gli atti che facemmo nell’atto di creare l’uomo, ed oh! come il mio Fiat si mette in festa nel ripetere gli atti suoi, perché solo in chi vive in Esso può tenere il suo atto di sempre creare cose che ha fatto e cose nuove, perché l’anima gli presta il suo nulla sgombrato, dove il mio Volere se ne serve di spazio per creare ciò che vuole, quasi come se ne servì del vuoto dell’universo per stendere il cielo, creare il sole, mettere i limiti al mare, per dar luogo alla terra di formare le sue belle fioriture. Ed è questa la causa perché tu giri negli atti del mio Fiat, e nella tua mente passano come tante onde di luce, nelle quali tu segui e ti senti impressa in te, come tante scene, la creazione, l’uomo in atto di essere creato, la Regina del Cielo in atto di essere concepita, il Verbo che scende e tanti altri atti fatti dal mio Volere e la potenza del mio Fiat creatore, che vuol sempre fare, sempre dare, senza mai cessare. Perciò sii attenta che si tratta di troppo, niente meno devi stare in atto di subire l’atto continuato del mio Voler creante. Esso non si sentirà d’aver compiuto il suo lavoro in te se non vede tutti gli atti suoi racchiusi nell’anima tua come attestato e trionfo del suo regnare in te. Perciò tutta la sua attenzione è guardare se tutti gli atti suoi tengono la vita in te, e sai come vengono creati questi atti in te? Tu col richiamarli, col riconoscerli e amarli, ed il mio Volere col pronunziare il suo Fiat sul tuo richiamo e sul tuo amore, forma la vita degli atti suoi in te. Ed è tanta la continuità del suo lavoro in te, che non si ferma neppure nel vederti torturata dal dolore della mia privazione, perché tiene molto da fare, e perciò passa avanti, ed Io lo lascio fare, perché tu ed Io tutto dobbiamo al nostro Volere cedergli il primato, per il giusto trionfo della sua causa, per dargli il campo di formare il suo regno”.