Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

25-9 Novembre 20, 1928 Come chi vive nel Voler Divino sta in possesso del giorno perenne, non conosce la notte, e si rende padrona di Dio medesimo.

La Divina Volontà - Libro 25°

25-9 Novembre 20, 1928 Come chi vive nel Voler Divino sta in possesso del giorno perenne, non conosce la notte, e si rende padrona di Dio medesimo.
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(1) Mi sentivo tutta inabissata nel Fiat Supremo, e la mia povera mente si perdeva in tante verità sorprendenti alla mia piccola capacità. Tutte le manifestazioni che il mio dolce Gesù mi aveva detto sul suo Santo Volere si schieravano nella povera anima mia come tanti soli di bellezza incantevole, uno distinto dall’altro, con la pienezza di ciascuna gioia e felicità che ogni verità possedeva, e che mentre parevano distinti questi soli, si formavano un solo. Che incanto, che bellezza rapitrice. Questi soli assediavano la mia piccola intelligenza, ed io nuotavo in questa luce interminabile, e come sorpresa pensavo a tante cose sulla Divina Volontà, ed il mio sempre amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, figlia carissima del mio Volere, chi è figlia di Esso sta in possesso del giorno perenne che non conosce la notte. Tutto è luce per chi vive nel mio Volere, le sue proprietà sono luce, bellezza, gioia e felicità. E questo è nulla, Noi col dare la nostra Volontà alla creatura, la rendiamo padrona di Noi medesimi e ci mettiamo a sua disposizione. La facciamo fare e vincere ciò che vuole, perché non è un voler umano che ci domina, no, ma il nostro stesso Volere, che avendosi bilocato nella creatura, il suo fare, dire e vincere non viene guardato da Noi come cosa a Noi estranea, ma come cosa nostra, e godiamo di farla dire, fare e vincere, molto più che essa vince Noi e Noi vinciamo essa. Quindi col dare la nostra Volontà alla creatura, ed essa col riceverla come vita propria, apriamo una gara tra lei e Noi, essa entra nel nostro campo divino e da padrona domina, e Noi godiamo tanto nel vedere la sua piccolezza che contiene il nostro eterno Volere, dominatrice dei nostri beni e di Noi stessi. Che cosa possiamo negare al nostro Volere? Nulla. Anzi ci dilettiamo di mettere fuori le nostre più intime gioie, i nostri segreti, le nostre eterne beatitudini per far dilettare la piccolezza della creatura dove Essa regna, e rendendola dominatrice di esse, ci trastulliamo e apriamo il giuoco tra lei e Noi. Perciò cosa più grande non potevo dare all’uomo nel crearlo, qual’è la nostra Volontà, perché solo con Essa lui poteva giungere dove voleva e fare ciò che voleva, fino a rendersi dominatore di ciò che a Noi appartiene. Ciò non facemmo nel creare le altre cose, sono dominate da Noi, né possono fare ciò che vogliono, i loro diritti sono limitati, perché nel creare l’uomo ci fu una foga più intensa d’amore, ed in questa foga d’amore, il Tutto si fuse nel nulla, ed il nulla riebbe la sua vita nel Tutto. E per tenerlo più sicuro le demmo la nostra Divina Volontà per suo retaggio, affinché uno fosse il volere, comuni i beni, per quanto a creatura è capace, e tanto l’amore dell’uno e dell’altro da farsi dominare a vicenda. Perciò la cosa più bella per Noi, che più ci rapisce e ci glorifica è l’anima dove regna il nostro Voler Divino, perché lei sola non ci fa dire al nostro amore basta di dare, ma teniamo sempre da dare, sempre da dire, e per godere di più la rendiamo vincitrice di Noi stessi. Quindi sii attenta figlia mia, se tutto vuoi, fa’ che il nostro Volere regni in te”.