Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

25-5 Ottobre 28, 1928 Come tutto ciò che è stato fatto da Dio non è stato preso dalla creatura. Lavori di Gesù. La festa di Cristo Re preludio del regno della Divina Volontà.

La Divina Volontà - Libro 25°

25-5 Ottobre 28, 1928 Come tutto ciò che è stato fatto da Dio non è stato preso dalla creatura. Lavori di Gesù. La festa di Cristo Re preludio del regno della Divina Volontà.
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(1) Stavo seguendo il mio giro nel Voler Divino per seguire tutti i suoi atti ed il mio dolce Gesù facendosi sentire nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutto ciò ch’è stato fatto dalla nostra Divinità, tanto nella Creazione quanto nella Redenzione e Santificazione, non è stato tutto assorbito dalla creatura, ma stanno tutti nella mia Divina Volontà in atto aspettativo per darsi alle creature. Se tu potessi vedere tutto nel mio Fiat Divino, troveresti un esercito d’atti nostri uscito da Noi per darli alle creature, ma perché non regna il nostro Volere, non hanno né spazio dove metterli né capacità di riceverli. E questa milizia divina sta per ben venti secoli aspettando che si metta in uffizio d’esercizio, per portare alle creature i doni, gli abbigliamenti, le gioie e le arme divine che ciascun’atto nostro possiede, per fare insieme con loro un solo esercito divino, una milizia celeste. Ora, per fare che il regno del nostro Voler Divino regnasse in mezzo alle creature, è necessario che assorba in sé tutti questi atti della Divinità fatti per amor loro, e l’assorba tanto in sé stessa, da rinchiudere in sé tutto ciò che possiede il mio Fiat, inviscerandoli e consumandoli in sé stessa. Sicché la mia Divina Volontà consumata nella creatura, farà rientrare in essa tutto questo esercito divino, tutti gli atti nostri usciti da Noi nella Creazione, Redenzione e Santificazione per amor loro, rientreranno nelle creature e la mia Divina Volontà rientrata e consumata in loro, si sentirà trionfante e regnerà dominante insieme col nostro esercito divino. Perciò Io non faccio altro in te che farti sorseggiare continuamente tutto ciò che si fece da Noi e si fa nella Creazione, Redenzione e Santificazione, per poter dire di nuovo come dissi sulla croce: “Tutto ho consumato, non ho altro che fare per redimere l’uomo”. Così ripeterà la mia Volontà: “L’ho consumato in questa creatura, in modo che tutti gli atti nostri sono stati racchiusi in lei, non ho altro da aggiungere, tutto ho consumato perché l’uomo fosse ripristinato ed il regno della mia Divina Volontà abbia la sua vita ed il suo regime come in Cielo così in terra”.

(3) Oh! se tu sapessi quanti lavori sto facendo nel fondo dell’anima tua per formare questo primo regno alla mia Divina Volontà, perché quando ho fatto il primo, da una passerà all’altra, in modo che il mio regno sarà popolato più di tutti gli altri. Perciò, è tanto il mio amore nel formare questo regno mio, che voglio racchiudere nell’anima dove deve regnare il mio Divino Volere tutto ciò che Io stesso feci nella Redenzione, quello che fece la Sovrana Regina, aggiunge quello che fecero e fanno tutti i santi, nulla deve mancare in lei di tutte le opere nostre, e per far ciò, metto in moto tutta la nostra Potenza, Sapienza e Amore”.

(4) Dopo di ciò stavo pensando alla festa di oggi, cioè la festa di Cristo Re, ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(5) “Figlia mia, la Chiesa non fa altro che intuire ciò che deve conoscere sulla mia Divina Volontà e come deve venire il suo regno. Perciò questa festa è il preludio del regno del mio Fiat Divino. Quindi la Chiesa non sta facendo altro che onorare la mia Umanità con quei titoli che di giustizia mi sono dovuti, e quando mi avrà dato tutti gli onori che mi convengono, passerà ad onorare e a istituire la festa al regno della mia Divina Volontà, della quale la mia Umanità era animata. La Chiesa va passo passo, e ora istituisce la festa al mio cuore, ora consacra con tutta solennità il secolo al Cristo Redentore, e ora passa con più solennità ad istituire la festa al Cristo Re. Cristo Re significa che deve tenere il suo regno, deve tenere popoli degni d’un tal Re, e chi mai potrà formarmi questo regno se non la mia Volontà? Allora sì potrò dire tengo il mio popolo, il mio Fiat me l’ha formato. Oh! se i capi della Chiesa conoscessero ciò che ti ho manifestato sulla mia Divina Volontà, quello che voglio fare, i suoi grandi prodigi, le mie ansie, i miei palpiti dolenti, i miei sospiri angosciosi, ché voglio che la mia Volontà regni, che feliciti tutti, ripristini l’umana famiglia, in questa festa di Cristo Re sentirebbero non essere altro che l’eco segreto del mio cuore, che facendo eco nel loro, senza saperlo mi istituiscono la festa di Cristo Re, per richiamare la loro attenzione e riflessione. Cristo Re, ed il suo vero popolo dov’è? E direbbero: “Affrettiamoci a far conoscere la sua Volontà Divina, facciamola regnare affinché diamo il popolo al Cristo Re che abbiamo chiamato, altrimenti lo abbiamo onorato col nome, ma non coi fatti”.