Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

25-1 Ottobre 7, 1928 Apertura della casa della Divina Volontà in Corato. Similitudine della nascita di Gesù in Betlemme. Mia entrata in essa. La lampada eucaristica e la lampada viva di chi fa la Divina Volontà. La prigioniera vicino al Prigioniero. Gradimenti di Gesù per tale compagnia.

La Divina Volontà - Libro 25°

25-1 Ottobre 7, 1928 Apertura della casa della Divina Volontà in Corato. Similitudine della nascita di Gesù in Betlemme. Mia entrata in essa. La lampada eucaristica e la lampada viva di chi fa la Divina Volontà. La prigioniera vicino al Prigioniero. Gradimenti di Gesù per tale compagnia.
font righe continue visite 129

(1) Mio Gesù, vita del mio povero cuore, Tu che sai in quale amarezze mi trovo, vieni in mio aiuto! travolgi nelle tue fiamme la piccola neonata del tuo Voler Divino, affinché mi ridoni la forza di poter cominciare un’altro volume ed il tuo Fiat Divino eclisse la mia misera volontà, affinché non abbia più vita e sottentri la tua Volontà Divina, ed Essa stessa verghi coi caratteri della sua luce ciò che Tu, amor mio, vuoi che scriva. E per non farmi errare, fammi da suggeritore, e solo che Tu ti comprometti d’accettare d’essermi parola, pensiero, palpito e condurmi la mia mano con la tua, posso farne il sacrificio di ritornare a scrivere ciò che Tu vuoi. Mio Gesù, sono qui vicina al tabernacolo d’amore, da quella porticina adorata che io ho il grande onore di guardare, sento le tue fibre divine, il tuo cuore palpitando, che in ogni palpito sprigiona fiamme, raggi di luce interminabile, ed in quelle fiamme sento i tuoi gemiti, i tuoi sospiri, le tue suppliche incessanti ed i tuoi singhiozzi ripetuti ché vuoi far conoscere la tua Volontà per dare la sua Vita a tutti, ed io mi sento consumare insieme con Te e ripetere ciò che fai Tu. Perciò ti prego che mentre Tu guardi me da dentro il tabernacolo ed io guardo Te da dentro il mio letto, di rafforzare la mia debolezza affinché possa farne il sacrificio di continuare a scrivere.

(2) Quindi, per poter dire ciò che mi ha detto Gesù, debbo fare un piccolo cenno, che qui in Corato si è fondata una casa voluta ed incominciata dalla venerata memoria del venerabile padre canonico Annibale Maria di Francia, la quale, i suoi figli fedeli alla volontà del loro fondatore, hanno eseguito e dato il nome di casa della Divina Volontà, come lo voleva il venerabile padre, il quale voleva che io entrassi in detta casa, ed i suoi figli e figlie per bontà loro, il primo giorno che l’hanno aperto, le reverende madri mi hanno venuto a prendere e mi hanno condotto in una stanza, che aprendo la porta di detta stanza, io veggo il tabernacolo, ascolto la santa messa, sono proprio sotto gli sguardi del mio Sacramentato Gesù. Oh! come mi sento felice, ché d’ora in poi, se Gesù vuole che continui a scrivere, scriverò sempre dando un’occhio al tabernacolo e l’altro sulla carta che scrivo. Quindi ti prego amor mio che mi assista e dammi la forza di compiere il sacrificio che Tu stesso vuoi.

(3) Onde, dovendosi aprire questa casa, si vedevano persone, suore, bambine, un via vai di gente, tutti in movimento. Io mi sentivo tutta impressionata, ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(4) “Figlia mia, questo nucleo di gente che tu vedi tutto in moto per l’apertura della casa della mia Divina Volontà, è simbolo di quel nucleo di gente quando volli nascere a Betlemme ed i pastori andavano, venivano per visitare Me, piccolo bambino, questo additava a tutti la certezza della mia nascita; così questo nucleo di gente tutto in moto, addita la rinascita del regno della mia Divina Volontà. Guarda come tutto il Cielo, facendo eco alla mia nascita, cui gli angioli festeggiandola mi annunziarono ai pastori e 26[1] Questo libro è stato copiato direttamente dal originale manoscritto di Luisa Piccarreta mettendoli in moto me li facevano andare e venire, ed Io riconoscevo in loro le primizie del regno della mia Redenzione, così riconosco in questo nucleo di persone, di bambine e suore l’inizio del regno della mia Divina Volontà. Oh! come esulta il mio cuore e gioisce, e tutto il Cielo fa festa, come gli angioli festeggiarono la mia nascita, così essi festeggiano l’inizio della rinascita del mio Fiat in mezzo alle creature. Ma guarda come la mia nascita fu più negletta, più povera, non ebbi neppure un sacerdote a Me vicino, ma solo poveri pastori. Invece nell’inizio del mio Volere non solo vi è un nucleo di suore e bambine forestiere, un popolo che accorre a festeggiare l’apertura, ma vi è un arcivescovo e sacerdoti rappresentanti della mia Chiesa, questo è simbolo e annunzio a tutti, che il regno del mio Voler Divino sarà formato con più magnificenza, con pompa e splendore maggiore dello stesso regno della mia Redenzione, e tutti, re e principi, vescovi e sacerdoti e popoli, conosceranno il regno del mio Fiat e lo possederanno, perciò anche tu festeggia questo giorno in cui i miei ed i tuoi sospiri e sacrifici di far conoscere la mia Divina Volontà veggono i primi albori e sperano che subito sorga il Sole del mio Fiat Divino”.

(5) Quindi era giunta la sera di questo giorno consacrato alla Regina del Rosario, Regina delle vittorie e dei trionfi; e questo è un’altro bel segno che come la Sovrana Signora vinse il suo Creatore, ed inanellandolo con le sue catene d’amore lo tirò dal Cielo in terra per fargli formare il regno della Redenzione, così la corona dolce e potente del suo Rosario la farà di nuovo vittoriosa e trionfatrice presso la Divinità, di conquistare il regno del Fiat Divino per farlo venire in mezzo alle creature.

(6) Onde non pensavo affatto che io dovessi quella stessa sera venire nella Casa della Divina Volontà presso il mio prigioniero Gesù, solo lo pregavo che non me lo facessi sapere il quando, per non profanare con la mia volontà umana un’atto simile, che niente mettessi di mio, ma in tutto operassi il Divino Volere. Erano le 8 di sera, e fuori del solito venne il confessore, il quale, pregato dalle reverende madri superiore, s’impose per ubbidienza che io dovessi cedere e contentare le superiore, resistetti al quando perché si pensavo, se il Signore il volessi nel mese d’Aprile, stagione più calda, allora si penserebbe. Ma il confessore tanto insistette, che io dovetti cedere. Onde verso le 9 e mezza di sera fui portata in questa casa, vicino al mio prigioniero Gesù. Ecco la piccola storia perché mi trovo nella Casa della Divina Volontà.

(7) Ora riprendo il mio dire, la notte lasciai sola col mio Sacramentato Gesù, i miei occhi erano fissi nella porticina del tabernacolo, la lampada col suo tremolio continuo mi sembrava che ora volessi spegnersi, ma poi si ravvivasse, ed io avevo un sussulto al cuore, temendo che Gesù potessi rimanere all’oscuro. Ed il mio sempre amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha stretto fra le sue braccia e mi ha detto:

(8) “Figlia mia, non temere, che la lampada non si spegne, e se si spegnesse tengo te, lampada viva, lampada che col tuo tremolio, più che col tremolio della lampada eucaristica mi dice ti amo, ti amo, ti amo. Oh! come è bello il tremolio del tuo ti amo, il tuo tremolio mi dice amore, e unendosi con la mia Volontà, di due volontà ne formiamo una sola. Oh! com’è bella la tua lampada ed il tremolio del tuo ti amo, non c’è da paragonarsi con la lampada che arde innanzi al mio tabernacolo d’amore. Molto più che stante in te la mia Divina Volontà, formi il tremolio del tuo ti amo nel centro del Sole del mio Fiat, ed Io veggo e sento che non una lampada, ma un sole mi brucia davanti. Sia la ben venuta la mia prigioniera, sei venuta a far compagnia al tuo Prigioniero, siamo tutti e due in prigione, tu nel letto ed Io nel tabernacolo, è giusto che siamo vicini, molto più che uno è lo scopo che ci tiene in prigione, la Volontà Divina, l’amore, le anime. Come mi sarà gradita la compagnia della mia prigioniera, ce la sentiremo insieme, per preparare il regno del mio Fiat Supremo. Ma sappi figlia mia, che il mio amore ti ha prevenuto, Io mi sono messo primo in questa custodia prigioniero, per aspettare la mia prigioniera e la tua dolce compagnia. Vedi dunque come il mio amore è stato il primo a correre verso di te, come ti ho amato e ti amo, ché dopo tanti secoli di prigionia in questo tabernacolo non ho avuto mai una prigioniera che mi facessi compagnia, che mi stesse vicina, vicina, sono stato sempre solo, o al più in compagnia di anime non prigioniere, in cui non vedevo in loro le mie stesse catene, ora finalmente è giunto il tempo d’aver una prigioniera, per tenerla continuamente vicina sotto dei miei sguardi sacramentali, che solo le catene della mia Volontà Divina la tengono prigioniera. Compagnia più dolce e più gradita non mi poteva venire, quindi, mentre saremo insieme in prigione, ci occuperemo del regno del Fiat Divino e lavoreremo insieme e ci sacrificheremo per farlo conoscere alle creature”.