Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

24-37 Agosto 23, 1928 Certezza del regno del Voler Divino sulla terra. Diritti di Dio e della creatura. Il nuovo Vangelo: “Le verità sul Fiat Divino”. La prudenza umana fa fallire le opere più belle. Solitudine di Gesù e chi li faceva compagnia.

La Divina Volontà - Libro 24°

24-37 Agosto 23, 1928 Certezza del regno del Voler Divino sulla terra. Diritti di Dio e della creatura. Il nuovo Vangelo: “Le verità sul Fiat Divino”. La prudenza umana fa fallire le opere più belle. Solitudine di Gesù e chi li faceva compagnia.
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(1) Stavo pensando tra me: “Ma sarà proprio vero che verrà il regno della Volontà di Dio sulla terra?” Ed il mio amabile Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come ne dubiti? Non sai tu che ci sono i diritti di Dio per dare questo regno, e i diritti dell’umanità per riceverlo? Perché Iddio nel creare l’uomo, col dare la sua Volontà all’uomo come eredità, dava questi diritti che regnasse la sua Divina Volontà sulla terra come regnava in Cielo, tanto vero, che la vita del primo uomo fu incominciata nel Fiat, il quale coll’aver fatto i suoi primi atti in Esso, metteva i suoi pegni, i suoi lavori nell’eredità divina, tanto, che tutt’ora esistono questi pegni ed atti nella mia Volontà, sono incancellabili, e se uscì l’uomo da dentro di Essa, i suoi atti restarono, e questo costituisce un diritto all’umanità di rientrare di nuovo nel regno perduto, perché Noi non guardiamo l’uomo in sé stesso, ma guardiamo tutta l’umana famiglia come se fosse una sola, e se uno esce e si distacca, l’umanità resta sempre, la quale può ricevere ciò che perdette quello che uscì. Quindi ci sono diritti d’ambi le parti, se ciò non fosse, sarebbe stata non una realtà che l’uomo vivesse nel nostro regno, ma un modo di dire, invece quando Noi diamo, diamo coi fatti, tanto vero che la vita umana tiene il suo principio nel regno della nostra Volontà. Se tu sapessi che significa fare anche un’atto solo in Essa, il suo valore è incalcolabile, e poi ci sono gli atti della mia Umanità, quelli della Regina del Cielo, fatti tutti nel regno del nostro Voler Divino, che come capi dell’umana famiglia, riconfermammo i diritti alle creature di rientrare nel regno nostro”.

(3) Dopo di ciò stavo impensierita sopra la pubblicazione degli scritti sulla Volontà di Dio, specie sopra di certi contrasti, ed avendomi messo a pregare, il mio dolce Gesù si faceva vedere che con le sue mani si manteneva il cuore, tant’era il dolore che sentiva, e tutto afflitto mi ha detto:

(4) “Figlia mia, come mi sento dolente, avrebbero dovuto tenersi onorati e menarne vanto e gloria di farsi conoscere chi sono coloro che hanno questo grande onore di pubblicare le verità sulla mia Santa Volontà, onore e gloria più grande non poteva dargli, di chiamarli ad un’ufficio sì alto, invece vogliono nascondersi, come mi duole il cuore, mi sento tanto dolermi che non posso contenerlo, le verità sul mio Fiat sono il nuovo vangelo del regno del mio Voler Divino, in cui troveranno le norme, il sole, gli insegnamenti come nobilitarsi, elevarsi alla loro origine e prendere lo stato datogli da Dio nel principio della Creazione, troveranno il vangelo che prendendoli per mani li condurrà nella vera felicità, nella pace costante, la sola legge sarà la mia Volontà, la quale col suo pennello d’amore intinto nei vivi colori della sua luce, restituirà all’uomo la somiglianza del suo Creatore, oh! come avrebbero dovuto agognare di ricevere e di far conoscere un tanto bene, invece tutto al contrario, mentre come nella Redenzione gli evangelisti si tennero onorati di farsi conoscere chi erano coloro che mettevano fuori il vangelo, perché fosse conosciuto da tutto il mondo, e con gloria vi segnarono il loro nome, tanto, che nel predicare il vangelo prima si fa nome di chi lo scrisse e poi si dice il vangelo, così voglio che si faccia sulle verità della mia Volontà, che da tutti si sappia chi sono coloro che hanno portato tanto bene nel mondo. Ma credi tu che cosa sia tutta prudenza umana, ah! quante opere divine ha fatto fallire in mezzo alle creature l’umana prudenza, che sono giunti come infingardi a ritirarsi dalle opere più sante, ma la mia Volontà saprà trionfare di tutto e schernirsi di loro, ma non posso nascondere il dolore di tanta umana ingratitudine ad un tanto bene”.

(5) Onde seguivo il mio giro nel Fiat ed accompagnando il mio amabile Gesù nella sua vita quaggiù, mi faceva pena quando giungeva a quei punti che solo, solo se ne stava, neppure la sua Mamma Celeste, come nel deserto e nelle notti della vita pubblica che appartandosi da tutti, quasi sempre se ne stava all’aperto, fuori dall’abitato, da solo a pregare ed anche a piangere per la nostra salvezza, ed io dicevo tra me: “Mio Gesù, la tua piccola figlia non si sente di lasciarti solo, voglio mettermi vicino a te e se non so fare altro, ti sussurrerò all’orecchio ti amo, ti amo; per la tua solitudine, preghiere e lacrime dammi il regno del tuo Volere, fa presto, vedi come il mondo precipita, Esso lo metterà in salvo”. Ma mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù è uscito da dentro il mio interno e gettandosi nelle mie braccia per godersi la mia compagnia mi ha detto:

(6) “Figlia mia, grazie, in ogni atto mio ti aspetto sempre per dire: “La piccola figlia del mio Volere non mi ha lasciato mai solo”. Tu devi sapere che molto mi pesava la mia solitudine, perché Colui che aveva venuto per tutti ed a cercare tutti, doveva essere chiesto da tutti, e per ciascuno di essi sentivo al vivo la pena della solitudine in cui mi lasciavano, e col mio sguardo indagatore andavo indagando se qualcuno mi cercasse ed amava la mia compagnia, e molte volte indarno avevo questo conforto. Però devi sapere che in tanta solitudine in cui mi lasciavano le creature non restavo mai solo, avevo la compagnia degli angeli, quella della mia Mamma, che sebbene lontana, la mia Volontà Divina mi portava il suo palpito e tutti gli atti suoi in corteggio intorno a Me, che mi facevano compagnia, e poi, fin d’allora mi portava la neonata del mio Fiat con tutto il drappello dei figli del regno mio per mia compagnia, perché per il mio Voler Divino tutti i tempi sono i suoi e tiene virtù di ridurli ad un punto solo, per averli in tutti i tempi in atto continuo senza mai cessare. Oltre di ciò, come l’anima ricorda ciò che Io feci e vuole starmi d’intorno, prepara il vuoto in essa dove mettere il frutto di ciò che Io feci e soffrii”.