SCRUTATIO

Sabato, 7 giugno 2025 - Sant' Andronico di Perm ( Letture di oggi)

24-32 Agosto 2, 1928 Come è Volontà di Dio assoluta che devono uscire gli scritti. L’opera della Redenzione ed il regno del Fiat Divino sono collegati insieme. Il campo del Voler Divino. Spiegazioni.

La Divina Volontà - Libro 24°

24-32 Agosto 2, 1928 Come è Volontà di Dio assoluta che devono uscire gli scritti. L’opera della Redenzione ed il regno del Fiat Divino sono collegati insieme. Il campo del Voler Divino. Spiegazioni.
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(1) Mi sentivo tutta impensierita per questi benedetti scritti, il pensiero d’uscirli fuori è sempre un tormento per me, e poi i tanti incidenti che si danno, or d’un modo or d’un altro, molte volte mi fa pensare che forse non è Volontà di Dio che si pubblichino, altrimenti non succedevano tante cose, chi sa ché il Signore non vuole il mio sacrificio in parole, ma coi fatti vuole risparmiarmi un tanto dolore, che solo il pensiero d’oppormi al suo Voler Divino mi fa dire Fiat! Fiat! Ma mentre ciò pensavo, il mio sempre amabile Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la Volontà di Dio che vengano alla luce gli scritti della mia Divina Volontà è assoluta, e per quanti incidenti si possano dare, Essa trionferà di tutto, ed ancorché passassero anni ed anni saprà disporre tutto perché la sua assoluta Volontà venga compiuta; il tempo quando verranno alla luce è relativo e condizionato quando si dispongano le creature a ricevere un tanto bene, e quelli che si devono occupare a farne i banditori, e farne il sacrificio per portare la nuova era di pace, il nuovo sole che snebbierà tutte le nubi dei mali. Se tu sapessi quante grazie e lumi tengo preparati sopra di chi veggo disposto ad occuparsi! saranno loro i primi a sentire il balsamo, la luce, la vita del mio Fiat, guardami come tengo preparato nelle mie mani le vesti, il cibo, i fregi, i doni, per chi deve occuparsi, ma sto guardando chi sono i veri disposti per poterli investire delle prerogative che ci vogliono per un’opera sì santa, che Io tant’amo e voglio che facciano. Ma debbo dirti pure: “Guai a chi si oppone o potesse mettere ostacoli”. Tu però non spostare nulla, neppure una virgola di ciò che ci vuole per preparare il regno della mia Volontà Divina, affinché da parte mia e da parte tua, facendo ciò che ci vuole per dare questo gran bene alle creature, nulla manchi da parte nostra, affinché non appena le creature si dispongano, possano trovare tutto a posto e ciò che ci vuole. Non feci Io lo stesso nell’opera della Redenzione? Preparai tutto, feci e soffrii tutto, e ad onta di tanti incidenti contrari che vedevo, gli stessi miei apostoli vacillanti, dubbiosi, timidi, fino a fuggirsene da Me non appena mi videro in mano dei nemici, lasciato solo, non ebbi il bene di vedere nessun frutto mentre Io stavo sulla terra; ma con tutto ciò non lasciai nulla di ciò che ci voleva per l’opera completa della Redenzione, affinché quando avrebbero aperto gli occhi per guardare ciò che feci, avrebbero trovato tutto il bene per essere redenti, e nulla gli mancassi per ricevere il frutto della mia venuta sulla terra. Figlia mia, il regno della mia Redenzione e quello della mia Volontà sono tanto collegati insieme, che si danno la mano e quasi subiscono la stessa sorte da parte dell’ingratitudine umana, ma non bisogna badarci né arrestarsi da parte di chi deve dare e formare un tanto bene, è necessario che facciamo opere compiute, affinché da parte nostra nulla manchi, e quindi disponendosi loro, trovino tutto ciò che ci vuole per ricevere il regno della mia Volontà”.

(3) Dopo di ciò seguivo i miei atti nel Divin Volere, ma continuavo a sentirmi oppressa, ed il mio dolce Gesù ritornando a farsi vedere, pareva che stringeva nelle sue braccia da tre o quattro sacerdoti, e tenendoli sul suo petto come se li volessi infondere la vita del suo cuore divino mi ha detto:

(4) “Figlia mia, guarda come tengo stretti fra le mie braccia coloro che devono occuparsi degli scritti sulla mia adorabile Volontà, come veggo in essi qualche piccola disposizione d’occuparsi, Io me li prendo fra le mie braccia per infondere in loro ciò che ci vuole per un’opera sì santa, perciò coraggio, non temere”.

(5) Onde dopo di ciò si faceva vedere nel mio interno, io vedevo nel fondo di esso un campo larghissimo, ma non di terra, ma di cristallo tersissimo, ogni due o tre passi di questo campo stava il bambino Gesù circondato da una luce, oh! come sembrava bello questo campo con tanti bambinelli, ognuno dei quali teneva il suo sole fulgido e bello, tutto suo proprio. Io ero meravigliata nel vedere tanti Gesù nel fondo dell’anima mia, tutto intento ognuno dei quali a godersi il suo sole, ed il mio dolce Gesù vedendo la mia maraviglia mi ha detto:

(6) “Figlia mia, non ti meravigliare, questo campo che tu vedi è la mia Divina Volontà, ed i tanti Gesù che vedi sono le mie verità che riguardano il mio Fiat, in ciascuna di esse c’è una mia vita, la quale formando il suo fulgido sole si circonda di luce, per spandere i suoi interminabili raggi per far conoscere che son’Io la fonte che sorge delle mie verità. Vedi dunque quante mie vite ho messo fuori, per quante verità ti ho manifestato, sono vite mie che ho messo fuori con la sorgente del sole, non semplice luce, e mi son rimasto nel mezzo di esse per fare che tutti sentissero la forza, la virtù creatrice in queste verità, e le amo tanto ciascuna di esse quanto amo me stesso, e chi non vorrebbe riconoscere la mia vita, il mio sole, la mia virtù creatrice in queste verità sul mio Fiat, o è cieco, oppure ha perduto il bene dell’intelletto. Come pure ti dovrebbe essere di grande consolazione che possiedi in te tante mie vite per quante verità ti ho manifestato, perciò riconosci il gran bene, tesoro più grande non potevo affidarti, né ti impensierire, il sole saprà fare la sua via, e siccome è luce nessuno potrà impedirgli il passo”.

(7) Poi ha soggiunto con un’accento più tenero: “Figlia mia, la nostra Maestà Adorabile ama tanto la creatura, che mettiamo a sua disposizione la nostra vita per farne un’altro simile a Noi, mettiamo la vita nostra come un modello innanzi alla creatura, affinché modellandosi sul nostro, copi la nostra vita e formi dei facsimile col suo Creatore, perciò usiamo tanti stratagemmi, finezze d’amore, diamo grazie sorprendenti, per vederci copiato nella creatura. Ed allora saremo contenti quando il nostro amore unito con la nostra Divina Volontà, vincendo la creatura, potremo riconoscere in essa la nostra immagine e somiglianza quale uscì dalle nostre mani creatrici”.