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Giovedi, 1 maggio 2025 - San Giuseppe Lavoratore ( Letture di oggi)

24-26 Luglio 7, 1928 Beni che produce la Divina Volontà, mali che produce l’umana. Come tutti i mali cesseranno come d’incanto se regnerà la Divina Volontà. Come nella casa di Nazaret regnava la Divina Volontà.

La Divina Volontà - Libro 24°

24-26 Luglio 7, 1928 Beni che produce la Divina Volontà, mali che produce l’umana. Come tutti i mali cesseranno come d’incanto se regnerà la Divina Volontà. Come nella casa di Nazaret regnava la Divina Volontà.
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(1) Stavo seguendo il mio dolce Gesù nella sua vita pubblica, e pensando alle tante malattie umane che Gesù risanò, pensavo tra me: “E perché la natura umana si trasformò tanto, fino a diventare: Chi muti, chi sordi, chi ciechi, chi coperti di piaghe e tant’altri mali, se il male lo fece la volontà umana, perché subì tanto anche il corpo?” Ed il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tu devi sapere che il fisico nulla fece di male, ma tutto il male lo fece la volontà umana; ma siccome Adamo prima di peccare possedeva nell’anima sua la vita totale della mia Volontà Divina, si può dire che era piena fino all’orlo, fino a traboccarne fuori, quindi l’umana volontà, in virtù della mia, traspariva fuori luce, esalava tutti i profumi del suo Creatore, profumi di bellezza, di santità e di piena salute, profumi di candidezza, di fortezza, in modo che come tante nubi luminose uscivano da dentro la sua volontà, ed il corpo restava talmente abbellito in virtù di queste esalazioni, che era un’amore il vederlo bello, vegeto, luminoso, sanissimo, con una grazia che rapiva. Ora, come peccò Adamo, restò sola la volontà umana, e non teneva più chi spandeva nella sua la luce, le varietà di tanti profumi, che trasparendo fuori conservavano l’anima ed il corpo com’era stato creato da Dio, ma invece incominciò ad esalare da dentro la volontà umana dense nubi, aria putrida, profumi di debolezza, di miserie, in modo che anche il corpo perdette la sua freschezza, la sua bellezza, si debilitò e restò soggetto a tutti i mali, partecipando come partecipò al bene, così ai mali della volontà umana, sicché se si sana essa col darle di nuovo la vita del mio Voler Divino, come d’incanto tutti i mali della natura umana non avranno più vita. Non succede forse lo stesso quando un’aria putrida, cattiva, puzzolente, circonda le creature? Quanti altri mali non accresce? Come la puzza giunge a togliere il respiro e penetra fin nelle viscere, fino a produrre mali contagiosi che portano alla tomba? E se tanto male può fare un’aria di fuori, molto più male può fare l’aria nebbiosa e putrida della volontà umana che viene al di dentro della creatura, dal fondo di tutto il suo essere, e poi c’è l’esempio palpabile delle piante, quante volte un giardino, un campo fiorente, che l’agricoltore era tutto in festa per la speranza dell’abbondante ricolto e per tanti bei frutti che doveva raccogliere, è bastato una nebbia per spogliare gli alberi e far cadere a terra tutti i frutti, un’aria troppo gelata, per gettare il lutto sopra del campo fiorente, annerirlo e farlo morire, e mettere in lutto il povero agricoltore. L’aria, se è buona comunica la vita del bene, se è cattiva comunica la vita del male e la stessa morte, l’esalazione dell’aria, se è buona si può chiamar vita, se è cattiva si può chiamar morte per le povere creature. Se tu sapessi quanto Io soffrivo nella mia vita pubblica quando si presentavano innanzi a Me ciechi, muti, lebbrosi, eccetera, perché riconoscevo in essi tutte le esalazioni dell’umano volere e come l’uomo senza del mio si deforma nell’anima e nel corpo, perché solo il mio Fiat tiene virtù di conservare le opere nostre integre, fresche e belle, come uscirono delle nostre mani creatrice”.

(3) Onde pensavo tra me mentre stavo accompagnando il mio dolce Gesù nella stanzetta di Nazaret per seguire i suoi atti: “Il mio amato Gesù con certezza ebbe il regno della sua Volontà nella sua vita nascosta, perché la Sovrana Signora possedeva il suo Fiat, Lui era la stessa Volontà Divina, san Giuseppe in mezzo a questi mari di luce interminabile, come non poteva farsi dominare da questa Santissima Volontà?” Ma mentre ciò pensavo, il mio Sommo Bene Gesù sospirando di dolore nel mio interno mi ha detto:

(4) “Figlia mia, certo che in questa casa di Nazaret regnava la mia Volontà Divina come in Cielo così in terra, Io e la mia Mamma Celeste non conoscevamo altra volontà, san Giuseppe viveva ai riflessi della nostra, ma Io ero come un re senza popolo, isolato, senza corteggio, senza esercito, e la mia Mamma come regina senza prole, perché non era circondata da altri figli degni di Lei, a cui poteva affidare la sua corona di regina per avere la sua stirpe dei suoi nobili figli tutti re e regine, ed Io avevo il dolore d’essere re senza popolo, e se popolo si può chiamare quelli che mi circondavano, era un popolo malato, chi cieco, chi muto, chi sordo, chi zoppo, chi coperto di piaghe, era un popolo che mi faceva disonore, non onore, anzi neppure mi conosceva, né voleva conoscermi, sicché ero re per me solo e la mia Mamma era regina senza la lunga generazione della sua stirpe dei figli suoi regali. Invece per poter dire che avessi il mio regno e governare dovevo avere i ministri, e sebbene ebbi san Giuseppe come primo ministro, però un solo ministro non costituisce ministero, dovevo avere un grande esercito, tutto intento a combattere per difendere i diritti del regno della mia Volontà Divina, ed un popolo fedele che avesse solo per legge, la legge della mia Volontà; ciò non era figlia mia, perciò non posso dire che col venire sulla terra per allora ebbi il regno del mio Fiat, perciò il nostro regno fu per Noi soli, perché non fu ripristinato l’ordine della Creazione, la regalità dell’uomo, ma col vivere Io e la Madre Celeste tutto di Volontà Divina, fu gettato il germe, formato il lievito come far spuntar e crescere il nostro regno sulla terra, quindi furono fatti tutti i preparativi, impetrate tutte le grazie, sofferte tutte le pene, perché il regno del mio Volere venisse a regnare sulla terra, onde Nazaret si può chiamare il punto di richiamo del regno della nostra Volontà”.